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30/11/2025 11:30:00

GP Qatar - Performance Check: tracollo Ferrari, ma nessuna rinascita alla Verstappen


Gran Premio di Marco Sassara

Siamo giunti al penultimo appuntamento del nostro Performance Check. La rubrica che ci ha permesso di tenere sotto controllo le prestazioni dei team nell’arco della stagione. In Qatar a dei fatti globalmente positivi però si contrappone uno a dir poco negativo, quello della constatazione del tracollo della Ferrari. Il team di Maranello tocca il punto più basso dell’anno. Non vogliamo togliervi il divertimento spoilerandovi troppo. Procediamo con il solito recap per poi approfondire il tutto nell’apposita sezione.

Il tracciato di Lusail è un circuito da medio-alto carico, per cui lo andremo a mettere a confronto con tutte le altre tappe che per caratteristiche gli si accostano maggiormente.

Medio/alto carico aerodinamico (Australia, Giappone, Bahrain, Arabia Saudita, Miami, Spagna, Gran Bretagna, USA, Brasile)

Melbourne (R01) avevamo registrato la seguente situazione. Norris e la McLaren avevano dimostrato di poter creare un gap di 4 decimi tra loro e la prima rivale, in quel caso la Red Bull di Verstappen. Alle spalle di Max tutti più compatti con Red Bull, Racing Bulls, Williams Ferrari racchiusi in 274 millesimi. Alpine, Aston Martin, Sauber e Haas hanno in quel caso fatto un po’ storia a sé (vedere grafico a seguire).

In Giappone (R03) invece la situazione si è evoluta. A Suzuka abbiamo visto una Red Bull molto vicina alla McLaren, una Ferrari capace di sfidare la Mercedes, con Racing Bulls, Williams, Aston Martin, Haas e Alpine quantomeno appaiate e poi una Sauber solitaria in fondo.

In Bahrain (R04) le squadre hanno cercato di trovare il giusto compromesso tra il generare carico per affrontare le curve veloci senza strapazzare troppo le gomme ed essere veloci in rettilineo. Sakhir, ricordiamo, ha fatto un po' di storia a sé a causa del tanto degrado che ha sopreso tutti.  La McLaren è stata molto forte in ogni condizione. Mercedes a 168 millesimi, con la Ferrari a 166 dalla vettura di RussellAlpine molto vicina alla SF-25 (+41 millesimi), mentre Verstappen ancora più distante ad oltre 2 decimi. Il che ha portato alla condizione di avere le squadre della top-10 racchiuse in meno di 6 decimi. La Red Bull affonda, mentre la Ferrari risale. 

Sakhir credevamo che i progressi fatti dalla Ferrari potessero derivare anche dal nuovo fondo, oltre che dal caldo inaspettato che ha interessato il weekend. Forse invece, prendendo atto dei valori emersi a Jeddah, con la gestione delle gomme tornata sugli 'standard' stagionali, dobbiamo dire che tanto della prestazione vista in Bahrain sembrerebbe essere derivata proprio dal fatto di aver saputo sfruttare le condizioni avverse e critiche del circuito.

Jeddah (R05) la Ferrari torna rapidamente ad essere la quarta forza. La Red Bull invece fa un deciso balzo in avanti, facendo pensare di aver vissuto in Bahrain soltanto una brutta parentesi di quest'inizio di stagione. In Arabia Saudita abbiamo avuto Red Bull McLaren in 10 millesimi, Mercedes molto competitiva e solida con entrambe le vettura a 113 millesimi dalla vetta con Russell, mentre la Ferrari è risultata essere quarta forza con distacco a 376 millesimi. Dopo di che troviamo una situazione molto interessante per quanto riguarda le zone basse della top-10, con Racing Bulls, Williams e Alpine racchiuse in 167 millesimi, anche se complessivamente ad oltre 7 decimi dal vertice. Chiudono nell'ordine Aston Martin, Haas Sauber ad oltre un secondo.

Miami (R06) tutti i motorizzati Mercedes, McLaren compresa, cambiano gli elementi della power unit mettendosi nelle stesse condizioni di Red Bull Ferrari che lo avevano già fatto nel precedente evento di Jeddah. In Florida, le squadre adottano pressoché la stessa configurazione aerodinamica dell'ultima tappa e in effetti non è che la situazione cambi molto rispetto all'Arabia Saudita, almeno per il gruppo di testa. Red Bull, McLaren Mercedes sono racchiuse in appena 67 millesimi, stavolta con un Kimi Antonelli in grande spolvero.

La nota stonata è rappresentata dalla Ferrari, la quale soffre molto la difficoltà dei tecnici di Maranello nel comprendere e saper sfruttare il pacchetto a propria disposizione. Hamilton e Leclerc a Miami guidano sulle uova, come se venisse loro a mancare quella dose di carico aerodinamico che gli permetterebbe invece di avere più fiducia nell'affrontare le curve e questo è assolutamente il deficit più grande che emerge dalle qualifiche.

Hamilton viene eliminato in Q2, mentre Leclerc soffre tantissimo nei curvoni veloci del T1, dove perde 4 decimi dal poleman Verstappen. Negli altri due intertempi, con curve lente e lunghi rettilinei, la situazione migliora gradualmente con Charles che risulta addirittura il pilota di riferimento nel T3, ma il gap perso nei settori recedenti è troppo grande (4 decimi nel primo e 2 nel secondo, se si guarda Verstappen). Manca carico, o meglio non si riesce a comprendere come generarlo nel modo corretto. Il risultato è una Ferrari in caduta libera a 550 millesimi dalla vetta.

La Williams, forte anche del cambio motore, diventa momentaneamente quarta forza, registrando anche dei buoni progressi che la portano a 365 millesimi dal vertice. Segnaliamo invece un netto miglioramento della Sauber, grazie al gran sabato di Bortoleto, mentre precipita in fondo l'Aston Martin.

In Spagna (R09) c'erano tante attese attorno alla TD018. C'era chi sperava potesse togliere un po' di quel dominio ostentato dalla McLaren sin da inizio stagione, ma la verità è che in realtà, questa direttiva pensata dalla FIA, è andata sostanzialmente in favore del team leader del mondiale. 

Se negli ultimi weekend a medio/alto carico avevamo avuto McLaren, Mercedes e Red Bull molto vicine al vertice, qui a Barcellona le maglie si allargano. La MCL39 è rimasta nettamente davanti a tutti, con la squadra di Milton Keynes e di Stoccarda che viaggiano di pari passo, ma ben staccate. La Ferrari recupera qualche decimo, ma anche lei resta ben distante dalle squadre davanti.

Silverstone (R12). Siamo abituati a dare dei giudizi molto critici nei confronti della Ferrari. Se i risultati non sono in linea con le attese allora il weekend è totalmente da buttare. In realtà se guardiamo nel complesso tutta la situazione, la squadra di Maranello ha fatto dei progressi consistenti a Silverstone rispetto a Barcellona. Poi certo non è solamente il carico che conta, tant'è che la McLaren è riuscita ad affrontare i curvoni veloci di Silverstone adottando delle ali più scariche.

Forse la più vicina al circuito britannico, per tipologia di pista, tra quelle già mandate in archivio è Suzuka. In Giappone avevamo visto una McLaren e una Red Bull fare un altro sport ripetto Ferrari Mercedes, mentre circa 3 mesi dopo abbiamo una situazione molto più compatta con quattro squadre racchiuse in poco più di 2 decimi. La griglia è sostanzialmente divisa a metà tra top team e non. Possiamo definire il GP di Gran Bretagna una sorta di spartiacque in tal senso. 

Le novità portate dai team in queste ultime tappe europee sono stati una sorta di boost per le squadre di vertice e anche se Ferrari Mercedes si sono prese un weekend di pausa, sembra stiano usufruendo bene del nuovo fondo e delle piccole migliorie aerodinamiche introdotte sulla vettura. McLaren Red Bull restano il riferimento nei circuiti con curve ad alta percorrenza (specialmente la RB21), ma il gap sembrava essersi assottigliato

Texas (R19). Se in Gran Bretagna i margini sembravano essersi assottigliati tra le squadre, almeno in qualifica, forte degli ultimi aggiornamenti, è la Red Bull ad avere la meglio sui tracciati permenenti e caratterizzati da delle caratteristiche per così dire miste. McLaren, Mercedes e Ferrari (di cui parleremo nei prossimi giorni), sembrano essere più o meno sullo stesso piano, mentre la Red Bull, con Verstappen, stacca nettamente tutto il gruppo (3 decimi) permettendosi anche di non fare il secondo tentativo al termine del Q3. Ovviamente, cosa non voluta, ma che fa molto pensare. 

Bella anche la lotta tra Williams, Aston Martin e Haas, molto compatte per dei posti in top-10, mentre più staccate sono la Sauber e la Racing Bulls con Alpine lontano dai radar. 

Interlagos (R21). Dopo essere stata prima forza ad Austin, la Red Bull si ritrova inspiegabilmente fanalino di coda al termine delle qualifiche del GP del Brasile. Il grafico del performance check può risultare un po' strano a causa dell'involuzione della pista. Molte squadre/piloti hanno ottenuto tempi migliori in Q2 che in Q3. Parliamo di Leclerc, Piastri, Russell, Lawson, Bearman (se fosse riuscito a replicare il crono fatto in Q2 sarebbe scattato dalla P3), Gasly e Hulkenberg.

Inspiegabile però la performance di Verstappen, che ha chiuso 16° con un tempo inferiore complessivamente a qualsiasi altro team. Per lui problemi importanti di grip e forse anche un errore fatto a livello di set-up da parte della squadra. In gara però è tornato tutto alla normalità. Con il cambio di set-up e l'introduzione di una nuova power unit,  l'olandese è stato in grado di rimontare fino al terzo gradino del podio. Buona crescita Alpine, 5° forza in qualifica questo weekend. Se togliamo la Red Bull, le migliori prestazioni delle squadre sono state racchiuse in un gap di poco più di 5 decimi ad Interlagos.

A Lusail è il turno della Ferrari, ma non aspettatevi rinascite alla Verstappen

A Doha ci sono delle belle notizie contrapposte a un momento di profonda crisi per il box di Maranello. Le performance delle 10 squadre sono state tutte racchiuse in un gap di 1 secondo. Un leggero passo indietro rispetto al Brasile, ma che dimostra comunque quanto le qualifiche siano state serrate quest'anno. Rispetto ad Interlagos, dove abbiamo avuto tutte le squadre distintamente spalmate in circa 6 decimi, a Lusail abbiamo avuto invece due gruppi distinti. I top team rappresentati da McLaren, Red Bull e Mercedes davanti più staccati (anche tra loro, papaya imprendibile sul giro secco) e il resto dei team a sfidarsi in una battaglia combattuta sul filo dei millesimi.

La triste notizia è che la Ferrari oltre a far parte del secondo gruppo, si è anche attestata come ottava forza, alle spalle dell'Alpine. Se ad Interlagos abbiamo avuto la Red Bull a fare da fanalino di coda, abbiamo notato poi in gara come queslla debacle fosse stata causata da una possibile strategia, volta a massimizzare il potenziale della RB21 non solo nella gara brasiliana, ma anche negli altri appuntamenti a seguire. Non bisogna aspettarsi nulla del genere dalla Ferrari. Nessuna rimonta in stile Verstappen oggi per Leclerc e Hamilton. Abbiamo già avuto modo di vedere ciò a cui andranno incontro i piloti del Cavallino già nella giornata di ieri nel corso della Sprint

Osservando il potenziale della SF-25 nei precedenti GP, crediamo che la ragione di questa debacle non sia nemmeno troppo riconducibile alla mancanza di aggiornamenti. Forse il team non è semplicemente riuscito a mettere la vettura nella corretta finestra di funzionamento. I piloti hanno fatto tanta fatica non solo ad ottenere dei buoni giri ieri, ma anche a guidare la vettura, con Leclerc che ha costantemente lottato per non perdere il controllo della monoposto. La Ferrari non ha certo vissuto la stagione che si aspettava e questo è il giusto finale per il clima di frustrazione che ne è scaturito all'interno, soprattutto nelle ultime settimane.

Foto: Ferrari

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