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02/09/2004

Gp Belgio: gara


Gran Premio di Walter Mesiti
Finalmente tornata in calendario, Spa-Francorchamps ha risvegliato in pista emozioni perdute, assegnato l’ultimo titolo matematicamente non vinto (quello Piloti), destato sospetti, paura e preoccupazione nelle squadre Michelin. Le emozioni non sono mancate per via di sorpassi abbastanza interessanti, come quello di Montoya su Michael Schumacher. Il colombiano, finora, non aveva avuto molte volte successo nei suoi duri tentativi di sorpasso contro l’avversario per eccellenza (il tedesco per l’appunto), ma stavolta, complice una strategia conservativa di Michael, Juan Pablo ha potuto infilare con una certa facilità nella chicane Bus Stop il rivale. Si sono visti sorpassi e duelli nelle retrovie soprattutto, ed i colpi di scena non sono certo mancati. Incidenti a iosa, tra cui numerosissime forature di gomme Michelin posteriori destre. Una coincidenza troppo forte per essere solo tale, poiché Alonso, Coulthard e Montoya hanno avuto lo stesso medesimo problema (quello sopraccitato). Le Bridgestone, invece, confermando una superiorità troppo grande a temperature basse e in condizioni umide, hanno portato quattro piloti tra i primi sei (le Ferrari e le Sauber, altra soddisfazione per il team elvetico e per chi costruisce i motori a Maranello). Chi è stato protagonista silenzioso di una gara che tutti pensavano essere di pertinenza di un certo Schumacher, è stato Raikkonen. Iceman, il suo soprannome (che tradotto significa uomo di ghiaccio), ha davvero sorpreso e rotto… quello stesso ghiaccio di cui spesso sembra fatto. Padrone di una situazione confusionaria, con le Michelin che cedevano l’una dopo l’altra, con una pista difficile, stressante, ma molto, troppo bella (forse la più bella in assoluto del Mondiale), Kimi ha mantenuto la prima posizione ed è andato a conquistare una meritata quanto inattesa vittoria. Una vittoria che mancava dalla Malesia 2003, quando molti pensavano che la Ferrari avesse concluso la sua corsa folle verso tutti i titoli vinti fino al 2002. Invece la storia si è presa nuovamente gioco di chi riteneva ciò: due settimane e mezzo fa, a Budapest, le Rosse sono tornate (anzi, sarebbe più corretto dire “riconfermate”) Campioni del Mondo per la sesta volta consecutiva dal 1999! Un dato impressionante come il settimo mondiale Piloti vinto pochi giorni fa da Schumacher. Campione del Mondo nel 1994, 1995, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, iridato per la volta numero sette proprio su questa pista, dove iniziò a correre, dove ebbe la prima vittoria e dove ha vinto tantissimo in seguito. Numeri da capogiro, cifre che prendono a schiaffi la storia. Si, d’accordo, non è giusto né morale fare confronti con il passato, con gente come Fangio, Stewart, Lauda… ma bisogna ammettere che se una volta era difficile vincere, per certi aspetti lo è anche oggi. Michael continua ad avere quel mezzo secondo ed oltre in più nel piede rispetto ai suoi rivali più accaniti (per non parlare dei distacchi con i drivers di media competitività), ed è un’arma che quasi nessuno ha avuto nella storia della F1. Non è un folle tentativo di sminuire gli altri Campioni del Mondo, ma la Ferrari e Schumacher hanno vinto troppo per essere “solo” scritti negli albi d’oro dei due titoli iridati. La Ferrari e Schumacher hanno portato a termine un’impresa colossale, senza precedenti, e preso coraggiosamente per mano l’orgoglio di essere italiani, portando questo sentimento in giro per il mondo, sui tracciati di ogni continente. In questa gara Schumacher è giunto secondo, interrompendo così quella serie positiva di vittorie (sette) che iniziò subito dopo Montecarlo. Terzo posto per Barrichello, che conferma l’impossibilità di vincere matematicamente il titolo. Quarto e quinto posto per le due Sauber di Felipe Massa e Giancarlo Fisichella. Sesto posto per Klien, settimo per Coulthard ed ottavo per Panis. Interessante notare come la Renault e la BAR si possano contendere ancora a lungo la seconda posizione nel Mondiale Costruttori, essendo l’una a 91 punti e l’altra a 83. Idem per Williams e McLaren con il quarto posto finale (rispettivamente 54 e 49). La Sauber, come accennato prima, si difende alla grande, raggiungendo quota 28 punti, quando la più vicina inseguitrice è la Jaguar, a 10. Una piccola curiosità: per la Ferrari è stato il 700esimo gran premio della sua storia in F1. Avete ragione… i numeri della Rossa quest’anno hanno zittito un po’ tutti, anche noi spettatori…