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12/09/2004

Gp Italia: gara


Gran Premio di Walter Mesiti
L’appuntamento con il successo non poteva mancare proprio a Monza, patria dei tifosi ferraristi e tempio insostituibile della velocità (specie dopo lo scempio causato dalle modifiche ad Hockenheim…). Non poteva e non doveva mancare, come la tanto attesa riscossa di un certo pilota brasiliano, dal carattere propenso alle emozioni come il popolo italiano che gli costruisce la vettura rossa che lui merita. E’ ovvio, parliamo di Rubens Barrichello, che oggi ha finalmente colto un trionfo che gli mancava da quasi un anno. Per essere più precisi, da quel Giappone 2003 dove la Ferrari conquistò i mondiali all’ultimo, dopo lotte estenuanti in pista e dopo aver dato l’impressione di essere sazia di successi. Invece, ancora una volta, oggi parliamo di una vittoria rossa, l’ennesima. Una vittoria speciale, perché costruita sul filo dei secondi e con tanta competitività. Le cose, inizialmente, non si erano messe bene per il team italiano: Schumacher era andato in testacoda al primo giro, alla Seconda Variante (quella della Roggia, per intenderci), probabilmente a causa di un contatto con un’altra monoposto. Mentre Barrichello, che montava gomme intermedie a causa della pioggia caduta su Monza nelle primissime ore del mattino (scelta molto azzardata ma coraggiosa), prima acquisiva un vantaggio di quattro secondi al giro su Alonso, diretto inseguitore; poi, perdeva questo vantaggio (grazie alle Michelin della Renault) con altrettanta facilità verso il terzo giro e rientrava subito dopo per montare gomme da asciutto. Chi legge un simile inizio di gara è autorizzato a pensare che le rosse abbiano vinto grazie a una serie di ritiri generali e fortuiti. Ebbene, se qualcuno viene sfiorato da questi pensieri, non ha ancora capito di cosa è capace la squadra messa su da Montezemolo e Todt. Michael Schumacher ha condotto la sua “solita” gara (pur essendo già matematicamente iridato per la settima volta!) a ritmo di qualifica, e Rubens ha saputo correre non da meno. I maligni pensano che la Ferrari abbia finalmente messo a disposizione una macchina più competitiva al brasiliano. Non è sicuramente così: la pressione psicologica è minore, la libertà di azione maggiore. Risultato: Rubens ha tenuto d’occhio i primi (alcuni gommati Michelin come Alonso, Button e Montoya) e con una giusta strategia li ha superati tramite le soste (più lente e peggio gestite per gli avversari). Merito di un team vincente come la Ferrari, che merita obiettivamente ogni elogio. La costanza e la velocità di Barrichello, insieme a quel secondo in più nel piede di Schumacher, hanno permesso un risultato eccezionale. La cosa impressionante (lo ripetiamo e sottolineiamo) è la capacità di Schumacher di recuperare, girare uno, due, tre secondi più veloce degli altri e conquistare la seconda piazza dopo aver visto le retrovie ad inizio gara. Pilota forse troppo grande, troppo forte, ma di certo pilota che ha l’onore di condurre una vettura ben bilanciata, quasi perfetta, l’ideale “macchina da guerra” della F1. Terza piazza per Button, che si può considerare felice, essendo il primo dei “terrestri” (traduzione: i non ferraristi); quarto posto per il suo compagno di team Sato. Quinto Montoya, come sempre in questi ultimi tempi deludente, sesto Coulthard, settimo Pizzonia, che è stato abbastanza aggressivo. Ottavo, bella sorpresa, Fisichella, che colleziona l’ennesimo punto, permettendo alla Sauber di giungere a quota 29 nel Costruttori (risultati eccezionali per gli elvetici motorizzati Ferrari). Trulli è giunto decimo, mentre Alonso si è girato alla Variante della Roggia, e, trovandosi in luogo di pericolo per gli altri piloti che passavano, ha chiesto una spinta ai commissari, i quali gli hanno negato l’aiuto, facendolo innervosire moltissimo (bisogna comprendere lo stato d’animo di chi corre per mestiere e vede sfumare un discreto risultato per motivi che non conosce). Raikkonen è andato incontro all’ennesimo ritiro della stagione, per problemi non ancora chiari (di natura tecnica, ovviamente), mentre per Bruni c’è stato grande spavento ai box: della benzina è finita sugli scarichi roventi ed ha innescato un incendio subito domato ma molto pericoloso. Fin qui tutto normale, se non ci fosse stato il problema che parte del contenuto dell’estintore è finita nel casco del pilota italiano, il quale ha avuto un senso di soffocamento, con notevoli difficoltà nel respirare. Motivi che lo hanno indotto a saltare fuori dalla monoposto (con tanto di ansia a causa delle cinture che non riusciva a slacciare, nella smania di uscire dalla macchina per ricevere soccorso) e stendersi dentro i box, per poi tranquillizzarsi non appena la situazione è migliorata. Piccoli incidenti che possono avere grosse conseguenze, ma fa parte del gioco (certe volte assurdo) del Grande Circo. Nessun danno quindi per il driver citato. Grande festa, dunque, a Monza; ma gli occhi di chi lavora in F1 sono già puntati verso il prossimo appuntamento, ovvero l’inedito Gran Premio della Cina, che si disputerà sul nuovissimo e futuristico tracciato di Shanghai, colossale opera architettonica del tedesco Tilke, architetto e disegnatore di circuiti recenti come Sepang e quello in Bahrain, dove si è corso ad inizio aprile per la prima volta. Ormai mancano tre appuntamenti alla fine del 2004, e si pensa già al 2005 ed alle particolari innovazioni che cercheranno di rallentare questa velocissima F1: oggi Pizzonia ha fatto registrare una velocità di punta di 369.9 km/h, record di sempre (battendo il primato di Michael Schumacher, 368 km/h circa, fatto segnare nella passata edizione del Gran Premio d’Italia).