E' ancora la Ferrari a vincere, ma dopo la conquista di entrambi i mondiali Rubens Barrichello ha raggiunto un livello prestazionale da urlo: se avesse guidato così sin dall'inizio della stagione 2004, a quest'ora avrebbe avuto speranze solide di insidiare il settimo titolo iridato di Schumacher, dando luogo ad un'interessante quanto eccitante sfida in casa. Inutile parlare di "se" e di storie che restano solo frutto della fantasia: la realtà è che le rosse sono perennemente vincenti. E' questo il Rubens che i tifosi ferraristi hanno sempre sognato, ovvero un pilota in grado di reagire, di dominare, di vincere; qualcuno potrebbe fare pensieri maligni e affermare che Barrichello vince solo quando Schumacher è in difficoltà e non nelle prime posizioni, ma non è così. La vittoria del brasiliano in Giappone lo scorso anno e le sue due vittorie 2004 (cioè Monza e quella odierna, Shanghai) sono state accompagnate dalle suddette grosse difficoltà di Michael, ma è lì che entra in gioco l'importanza di un degno "vice". Quando manca il migliore, deve saper cogliere la vittoria il suo compagno di team (cosa che ad Irvine riusciva raramente, cioè soltanto quando Schumacher nel 1999 si ruppe la gamba a Silverstone ed Eddie fu in grado, anche con un po' di buona sorte, di sfidare e quasi battere nella lotta al titolo Mika Hakkinen, gentiluomo la cui mancanza in F1 si sente un bel po'). L'arrivo è stato abbastanza "ravvicinato" per i primi tre: subito dopo Rubens, hanno tagliato il traguardo Button e Raikkonen, in lotta tra loro. Kimi ha, nella prima metà di gara, lottato con Rubens, ma invano. Dopo la prima metà della competizione si è trovato a dover fronteggiare Jenson, che è stato molto bravo (anche per merito della sua squadra e quindi delle strategie) a non farsi raggiungere e superare dal finlandese. Ciò conferma che la McLaren è comunque in crescita, anche se le prestazioni dell'altro pilota (Coulthard) non sono più sufficienti da un po' di tempo. Quarto posto per Alonso, che, come sempre, alla partenza sembra avere una calamita che lo proietta molto più velocemente in avanti rispetto agli altri. Quinto Montoya, con prestazioni più o meno incolori. Sesto Sato, che non ha corso come ad inizio mondiale, settimo Fisichella (molto bravo a portare ancora punti a casa e per il team) seguito dal suo compagno di squadra, Massa. Felipe non ha saputo reggere al ritmo di Button ad inizio gara: ha provato a sorpassarlo, ma poi è stato sopravanzato non solo da lui, ma anche da Giancarlo stesso e da qualche altra macchina. Villeneuve, per certi aspetti all'esordio, è giunto undicesimo, e ciò si può giustificare col fatto che si è trovato repentinamente su una vettura nuova, non allenato (perchè non correva da quasi un anno) e proiettato di colpo in una dimensione "a sorpresa" (non si aspettava nemmeno lui un rientro anticipato come questo). Solo dodicesimo Michael Schumacher, che, dopo il fallito giro in prova di ieri, ha deciso con i tecnici di sostituire il motore (tanto sarebbe partito comunque ultimo perchè senza tempo in qualifica) e di partire dai box con un quantitativo di benzina immesso dai meccanici non appena si sono spente le luci dei semafori del via (come da regolamento); dunque per lui partenza dai box, rimonta non eccezionale ma discreta e tanti problemi: prima un contatto con Klien (che è costato il ritiro al giovane pilota Jaguar per via di danni grossi alla sospensione anteriore destra), poi un testacoda provocato forse dallo sporco, forse da un calo di concentrazione (anche se quest'ultima ipotesi è un po' difficile da accettare, conoscendo Michael), successivamente una gomma dechappata a causa del cedimento della spalla del pneumatico posteriore sinistro. Insomma, una serie di guai che ha costretto Michael a continui rallentamenti, ad una gara per lui e per i suoi avversari anomala (è un po' raro non vedere Schumacher sempre lì davanti, insieme agli altri in lotta o da solo al comando). Ralf Schumacher, di ritorno in pista, non ha avuto un facile rientro: ritiro per lui. Brividi per Bruni, che, sulla Minardi, ha perso la ruota anteriore sinistra (probabilmente male avvitata ad un pit stop) ed ha cercato senza successo di riportare la monoposto ai box. In classifica Piloti Barrichello sale a 108, confermandosi vice-campione del mondo di F1 dietro il leader incontrastato, Michael Schumacher. Button è a quota 79 e anche lui diventa irraggiungibile per Alonso (50 punti). Montoya è abbastanza vicino allo spagnolo e può soffiargli il quarto posto finale, poichè si trova a soli quattro punti da lui. A 34 troviamo Raikkonen, mentre Fisichella sale a 21 e Ralf Schumacher resta fermo ai soli 12 punti da lui fatti segnare prima del terribile crash di Indy. In classifica Costruttori la Ferrari distrugge i propri stessi record: raggiunge quota 244 (e mancano ancora due gare), mentre la BAR infligge una sconfitta dura alla Renault: il team di Richards è a quota 105, mentre la scuderia francese è a nove punti di distacco, a quota 96. La Williams è a quota 64 punti, mentre la McLaren a 58, quindi possono ancora giocare le loro carte per conquistare la quarta posizione. Sorprendente la Sauber a quota 32, ormai troppo difficile da agguantare per la Jaguar, in totale crisi. Con 14 vittorie su 18 gran premi (record che può ancora essere migliorato) la Ferrari conferma una superiorità estrema. I prossimi appuntamenti, gli ultimi di quest'ennesimo anno in rosso, saranno rispettivamente a Suzuka e (in ordine del tutto inedito) ad Interlagos, che chiude al posto del Giappone il Mondiale 2004, rispettivamente tra due e quattro settimane esatte. Rubens ha la possibilità di dimostrare ancor più di ora quanto valga anche perchè, come già detto, lo scorso anno vinse proprio in quel di Suzuka, mentre Interlagos è il suo gran premio di casa: per lui è sempre stato un bellissimo sogno poter vincere davanti ai propri tifosi, un'emozione da Rubens stesso definita pari a quella che proverebbe nel vincere un mondiale