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04/12/2022 17:05:00

Tambay, un signore alla corte del Cavallino


Articolo di Paolo Marcacci
Seppe entrare in punta di piedi, senza preavviso, in un mondo ferrarista trafitto al cuore dal dolore per la scomparsa di Gilles Villeneuve. Con i suoi modi signorili e la sua affidabilità di rendimento, impiegò poco tempo a farsi voler bene dal team…

Seppe entrare in punta di piedi, senza preavviso, in un mondo Ferrarista trafitto al cuore dal dolore per la scomparsa di Gilles Villeneuve. Con i suoi modi signorili e la sua affidabilità di rendimento, impiegò poco tempo a farsi voler bene dal team e dal pubblico del Cavallino, non per sovrapposizione ma per personalità: uno come Gilles Villeneuve sarebbe rimasto insostituibile anche nei decenni a seguire, Tambay si calò in quell’abitacolo con il massimo del rispetto di chi non avrebbe voluto che la migliore chance della sua carriera si presentasse in quel modo e con la grinta giusta di chi, in ogni caso, sentiva di meritare quella prestigiosa occasione

Apparteneva alla tipologia dei cosiddetti “piloti ragionieri”, quelli dediti al calcolo e alla regolarità in pista, sul modello di Niki Lauda, anche per quanto riguarda il contributo fornito alla messa a punto della vettura. 

Altro dolore, in quel 1982 maledetto, era dietro l’angolo per la Ferrari, che perse Didier Pironi a causa del gravissimo incidente nelle prove del Gran Premio di Germania, dal quale il francese uscì con le gambe spezzate. Proprio in quel fine settimana, Tambay riscattò la Rossa vincendo la gara e dedicando a Gilles Villeneuve il suo personale trionfo. Un’altra ne vinse l’anno seguente, a Imola, nella cornice del tripudio del pubblico di casa, che ancora non aveva dimenticato l’atmosfera cupa dell’edizione della gara nella stagione precedente, con il famigerato finale che aveva provocato la rottura irrimediabile dei rapporti tra Pironi e Villeneuve, in quello che sarebbe passato alla storia soprattutto come l’ultimo gran premio disputato dal canadese. 

Le due stagioni seguenti le disputerà con la Renault, ottenendo risultati interlocutori con una monoposto poco performante. 

Aveva esordito in Formula Uno nel 1977; prima dell’approdo in Ferrari aveva corso per per la Surtees, la Theodore, la McLaren, la Ligier. 

La sua esperienza complessiva nel mondo delle corse parla di quattro partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans, ottenendo come miglior risultato un 4° posto al volante di una Jaguar nel 1989. Partecipò anche alla Parigi-Dakar dove ottenne due terzi posti (1988 e 1989). In F1 ha corso 114 GP, vinto due volte con 5 pole position, 4 secondi e 5 terzi posti e 2 giri veloci in gara.

Scomparso a settantatré anni in seguito al peggioramento delle sue condizioni a causa del morbo di Parkinson, lascia il ricordo di un pilota dal talento indiscutibile, dalla grande regolarità di rendimento. Ancora di più e prima di questo, Patrick Tambay lascia al mondo dell’automobilismo l’esempio del gentiluomo che era sempre stato

Foto it.m.wikipedia.org