Aridatece Michael Masi…scherziamo, amaramente.
A parte il titolo amaramente ironico e al netto di tutta la discussione politica che svilupperemo in settimana, questo già memorabile Gran Premio d’Australia lascia spunti a iosa, se permettete soprattutto per quanto accaduto a livello tecnico e prestazionale prima della penultima bandiera rossa. Dopo, è un’altra storia, che merita approfondimenti a parte.
Tre focus tre, per quanto abbiamo visto e sentito, dunque.
Il primo è una nota di merito per la grande diplomazia evidenziata da Charles Leclerc al termine di un fine settimana per lui nerissimo: quando arriva ai microfoni assolve Stroll per la carambola che di fatto lo ha estromesso subito dalla gara e torna anche sulla questione di ieri con Sainz, che minimizza e riconduce nell’alveo delle eventualità che possono capitare con tempi ristretti a disposizione. Bravo, soprattutto perché ieri pensava altro.
Secondo focus: l’incidente di Albon. Nell’era contemporanea, per fortuna supportati dalle statistiche, tendiamo spesso a dimenticare che è di Formula Uno che stiamo parlando e che ogni tanto le evenienze ci presentano e ci rammentano l’elevatissima soglia di rischio che permane in questo sport; pensate soltanto a cosa sarebbe successo se il posteriore della Williams si fosse affacciato sull’asfalto di qualche centimetro in più. Anzi: meglio non pensarci.
Terzo focus: il progresso della Ferrari. Innegabile, a parte la penalizzazione di Sainz, teoricamente giusta ma cervellotica per il finale. Passo gara, usura gomme, permanenza col gruppo dei migliori. È mancato l’acuto finale, perché lo spagnolo ha preferito una gestione proficua della monoposto. Sono in arrivo tanti pezzi che supporteranno l’aggiornamento.
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