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02/04/2023 13:00:00

GP Australia 2023 - Analisi strategie: gara decisa da FIA e gomme. È questo lo 'show' che vogliamo?


Gran Premio di Marco Sassara

Il GP d’Australia ha lasciato ferite che saranno difficili da rimarginare. Magari chi segue la Formula1 da poco non comprenderà a pieno il mio pensiero, però il pubblico più appassionato forse condividerà con me: per me è inaccettabile il fatto di dover assistere a uno ‘’show’’ simile, solo per avere la possibilità di chiamarlo tale. Amo la F1 e la gara che ho visto oggi non aveva nulla a che vedere con il mio amato sport. Si è trattato di uno spettacolo televisivo, pura e semplice televisione. Nulla di più.

Questo il mio unico commento in merito prima di commentare invece le strategie viste oggi a Melbourne. Le vedremo comunque abbastanza rapidamente, anche perché dopo quanto accaduto c’è veramente poco da dire. Suddividiamo la disamina nei punti cruciali del GP d’Australia.

La partenza

Al via della gara, nonostante un largo uso della gomma Media, c’è stato qualcuno che ha provato a inventarsi qualcosa di diverso: Gasly, Ocon, Zhou e Bottas (pit lane) su Soft e de Vries, Sargent e Perez (pit lane) su Hard. Il GP inizia già male, in neanche 10 giri abbiamo una Safety Car scatenata dall’uscita di Leclerc al primo giro e un’altra Safety Car seguita da bandiera rossa, chiamata in causa dall’incidente di Albon. Qui assistiamo già ad un episodio che non è piaciuto a molti appassionati.

Il riepilogo delle strategie del GP d'Australia 2023 (foto: Twitter, Pirelli)

Gli steward impiegano troppo tempo per decidere di esporre la bandiera rossa, piloti come Russell (in quel momento in testa alla gara) e Sainz, decidono di andare ai box e montare le Hard approfittando della vettura di sicurezza, ma perdendo posizioni. La ‘red flag’ congela tutto permettendo ai piloti di montare un nuovo set di gomme mentre si trovano in pit lane, così Russell e Sainz, al restart della gara, che avverrà al 10° giro si vedranno costretti a scattare rispettivamente dalla 7° e 11° posizioni nelle medesime condizioni degli avversari (gomme Hard per tutti, soltanto de Vries e Sargeant su Medium).

La ‘vera’ gara su Hard

Da qui, con 48 giri da effettuare, tutti tentano la strada di arrivare fino in fondo con gomma a mescola Hard. A livello strategico dunque non c’è molto da dire, la scelta di andare su Hard era piuttosto telecomandata. Soprattutto a causa delle temperature d’asfalto, che in gara hanno raggiunto anche i 35°C. E non ci fossero state le ultime bandiere rosse nel finale, i piloti sarebbero anche riusciti a terminare la gara sul compound più duro, che in Australia era la C2.

Il rovescio della medaglia di dover fare 48 giri sulla C2 è stato quello di avere dei piloti più preoccupati a dover gestire le gomme piuttosto che impegnati a lottare tra di loro per le posizioni. Lo dimostra il fatto che quasi tutti i piloti presenti all’interno della Top-10 giravano più o meno tutti quasi sullo stesso ritmo. Sporadicamente qualcuno tentava di aggiudicarsi il giro veloce, ma a livello di velocità di crociera, erano più o meno tutti lì (tra l’1’22’’basso e l’1’21’’medio-alto).

Gara decisa da steward e pneumatici

Quindi la domanda che ci poniamo è: ma oggi tra FIA e gomme, i piloti hanno corso davvero? Per carità, qualche sorpasso in più dello scorso anno c’è anche stato. Vedere però 10 piloti, neanche tanto raggruppati, tenere tutti lo stesso passo perché sapevano che sostituire gli pneumatici li avrebbe fatti arretrare troppo in classifica e sarebbe stato poi difficile per loro recuperare (Melbourne è comunque un semicittadino che non ha tanti punti in cui poter avere la meglio degli avversari), ha poco dello spettacolo. Volete davvero lo show? Fornite ai piloti delle gomme che permettano loro di tirare dall’inizio alla fine della loro vita utile. Non dire che ci si possono fare 50 giri se poi quella distanza la si deve ricoprire andando ad una velocità da crocera più bassa di quella che effettivamente la vettura potrebbe avere. Vedrete che non ci sarà più bisogno di bandiere rosse e ripartenze per tenere gli spettatori attaccati allo schermo.

Alcuni dati utili a comprendere il comportamento delle gomme (foto: Twitter, Pirelli)

Il drammatico finale

Nel finale poi, a 4 giri dal termine Magnussen (Haas) ha un cedimento da parte del cerchio della ruota posteriore destra. Ancora da capire se si è trattato di un problema sopraggiunto per fatica, o a seguito di un contatto con il muro. Per chi ha visto le dinamiche chiariamo: il contatto c’è stato. Resta da capire se è stato però la causa o la conseguenza.

Il problema costringe il danese a fermare la macchina a bordo pista e far esporre la bandiera rossa agli steward. Questa volta la decisione è stata giusta dal momento che c’erano dei detriti e un copertone sparsi per il circuito. Quello che alla FIA si rimprovera è avvenuto dopo. Comunque con pochi giri da effettuare, in pit lane i meccanici decidono di montare ai piloti le Soft giusto giusto per lo sprint finale. Non c’è bisogno che vi racconti come è finita…

Il commento della Pirelli

Concludiamo l’analisi con il punto di vista del direttore motorsport Pirelli, Mario Isola. Il quale ai microfoni dell’azienda ha dichiarato: “È stata un’edizione del Gran Premio d’Australia ricchissima di eventi inaspettati. Abbiamo avuto tre bandiere rosse, altrettante safety-car e una virtual safety-car. Al netto di tutti gli episodi che hanno definito le strategie, dal punto di vista dell’utilizzo degli pneumatici l’andamento della gara ha confermato le nostre previsioni. La mescola Hard C2 ha recitato la parte della protagonista"

"Al momento della prima neutralizzazione causata dall’uscita di pista di Albon, avvenuta al giro 7, già alcuni piloti che erano partiti con le Medium sono passati alle Hard. A loro hanno fatto seguito tutti gli altri una volta resasi necessaria l’interruzione della gara per pulire il tracciato. La C2 si è dimostrata una gomma molto costante come degrado e non così distante in termini cronometici dalle altre mescole disponibili qui a Melbourne", ha proseguito.

"Il fatto che sulla griglia fossero presenti tutte e tre le mescole ha confermato la bontà della scelta di portare in Australia quest’anno la C4, che è stata quindi giudicata idonea ad essere utilizzata anche in gara. Peraltro, pur con stint relativamente brevi, sia questa mescola che la Medium hanno dimostrato un buon comportamento oggi. Questo nonostante le temperature fossero più elevate rispetto alle giornate precedenti e l'asfalto fosse più gommato,” ha concluso Isola.

Foto: Pirelli

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