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08/05/2023 07:05:00

Lo sconosciuto e il Cavallino - Omaggio a Gilles Villeneuve


Storie di Formula 1 di Paolo Marcacci

Una telefonata, da lontano. Da molto lontano, sembra. Parlano un inglese corretto, ma con un curioso accento. Forse è soltanto uno scherzo idiota, non può che trattarsi di questo. 
- È la Ferrari...- hanno detto dall'altra parte della cornetta; del mondo; del destino.

"Nessun uomo è un'isola" scrisse il poeta John Donne. Poche sentenze risultano più certe di questa: la nostra sorte, il tracciato della nostra vita, interseca sempre il vissuto e le scelte di qualcun altro, lo condiziona e ne è condizionato. Ciò che deve accadere è già in cammino, mentre noi siamo fermi a riflettere.

Nell'estate del 1977 l'attenzione mondiale sulla Formula Uno è focalizzata su una questione che è più appassionante delle corse stesse. È la querelle, deflagrata in vera e propria rottura del rapporto, tra la Ferrari e Niki Lauda, il migliore e più celebre pilota in attività; uno la cui fama e il cui carisma hanno ormai travalicato il mondo delle corse. Forse è stato proprio questo il problema: fino a quel momento nessun grande pilota ferrarista, nella storia della casa di Maranello, era riuscito a farsi considerare più importante della macchina; con Lauda accade e questo Enzo Ferrari, il Drake, non può proprio tollerarlo, né tantomeno consentirlo. La Ferrari vince perché è la Ferrari, non perché la guida Lauda: questo è il motto nel regno del Cavallino. Ma Già matematicamente campione a Watkins Glen, il viennese trova il modo di non correre gli ultimi due gran premi della stagione; una fine ingloriosa per una stagione in tutto e per tutto vittoriosa, visto che al Mondiale Piloti di Lauda corrisponde la Coppa costruttori vinta dalla Ferrari, ma ormai nessuna delle due parti vuole avere più nulla a che fare con l'altra. 

La Ferrari si trova dunque in un momento storico di incertezza e al tempo stesso di rinascita: è finita in maniera drastica e per nulla diplomatica l'era del grande austriaco; bisogna trovare un pilota da affiancare all'argentino Carlos Reutmann.
Ovviamente, molti sarebbero i candidati pescabili tra i già celebri veterani della Formula Uno, alcuni dei quali si sono già offerti in maniera spudorata. Enzo Ferrari però non sta meditando soltanto su una sostituzione, bensì su una palingenesi, su un cambio epocale. Non cerca semplicemente un nuovo pilota; vuole il pilota del futuro. Dopo un'epoca così intensa e vittoriosa, bisogna azzerare le logiche del passato, imprimere una svolta drastica. Soprattutto, poiché la polemica con Lauda ha lasciato una cicatrice paragonabile a quelle che segneranno per sempre il volto del campione, Ferrari vuole dimostrare che per ricominciare a vincere il suo team non ha bisogno di una star del volante ma che, al contrario, la casa di Maranello se vuole il pilota se lo "fabbrica" in casa, magari concedendo un'opportunità a un inesperto, sconosciuto esordiente.

Gli hanno parlato di quel piccolo canadese, di ciò che di speciale c'è nel suo stile che contempla carambole e che sparge in pista pezzi di vettura. Le relazioni sono da una parte entusiastiche per quanto riguarda la soglia delle prestazioni, dall'altra dubbiose circa la capacità del giovane pilota di reggere alle enormi pressioni, alle conseguenze degli inevitabili errori, a una stampa prevenuta e pronta alle stroncature. In realtà il Drake non lo confessa nemmeno a se stesso, ma è straordinariamente affascinato da quella che sarebbe la sua più folle, sconsiderata scommessa: il volante col simbolo del Cavallino tra le mani di un funambolo che viene da lontano, non solo in senso geografico; un inesperto pilota sbocciato sulla neve, come certi fiori rari; uno che il rischio se lo va a cercare, come i corridori di tanto tempo prima, che Ferrari in cuor suo rimpiange. In cuor suo ha già scelto (anche se dissimula la decisione dietro la richiesta di pareri autorevoli), quindi, proprio per un motivo, che a istinto avverte: Villeneuve rappresenta ciò che di più vicino resta, nell'automobilismo sempre più sofisticato della fine degli anni settanta, ai pionieri del volante di tanto tempo prima. In questo senso, Ferrari in cuor suo ha già in mente un paragone, che non rivela a nessuno, sperando che un giorno Gilles gli dia modo di renderlo pubblico.

Jeans e camicia, una sacca a tracolla, il ragazzo sbarca all'aeroporto della Malpensa dopo un lungo volo. A prelevarlo, con una Fiat 132, Franco Gozzi, factotum di Enzo Ferrari. Durante il viaggio fino a Modena, i tratti delicati, quasi infantili del suo viso, si distendono in un sonno ristoratore. Forse non c'entra il fuso orario; forse Villeneuve si addormenta sempre, quando guida qualcun altro.
Al momento del colloquio, dopo i convenevoli che lo vedono impacciato e un po' stordito, si sente chiedere da Enzo Ferrari quale sia la cifra giusta per renderlo felice. A istinto forse risponderebbe che già sentirsi rivolgere una domanda del genere equivale a esserlo. Indica comunque una cifra in dollari canadesi, avanzando subito una richiesta: che la moglie e i due figli possano seguirlo su tutti i circuiti, a bordo del motorhome e che il team sostenga le spese. Perché, mette subito in chiaro, a lui sta a cuore continuare a vivere come gli piace. Cioè, essenzialmente, guidando qualsiasi altra cosa oltre alla macchina che condurrà per contratto. C'è una certa percentuale di incoscienza in una richiesta del genere; del resto, se non fosse un po' incosciente, Gilles Villeneuve da Berthierville dovrebbe riflettere sul fatto che, dopo un solo gran premio disputato in Formula Uno, è stato chiamato da Enzo Ferrari per condurre, negli ultimi due gran premi del Campionato del mondo del 1977, la Ferrari 312 T2, il cui seggiolino è stato lasciato libero da un certo Niki Lauda. A proposito di seggiolini: siccome Lauda è molto più alto, i tecnici devono adattare l'abitacolo alle misure molto più ridotte di Gilles, predisponendo un seggiolino concepito appositamente per lui. Ne sarà così geloso, sin dal primo momento, che pretenderà di imbarcarlo per il volo di ritorno in Canada, creando non pochi problemi all'equipaggio. 

Comincia così e, prima ancora che Villeneuve salga sulla Ferrari per i test da effettuare sulla pista di Fiorano, è già una storia speciale
Nel frattempo, una volta comunicata la scelta, Enzo Ferrari viene investito dalla marea delle altrui perplessità. 

- Lasciate che provi... - è il mantra con cui il Grande Vecchio risponde a tutti. Forse, anche a se stesso

Foto interna amp.formula1.com

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