Come tutti sappiamo, la Red Bull nel 2021 ha oltrepassato la soglia di budget prevista da regolamento e per questo al termine dello scorso anno ha ricevuto una penalità che la vedrà deficitata rispetto alle concorrenti nell'utilizzo della galleria del vento.
Ricordiamo che, a causa della penalità ricevuta, la squadra di Milton Keynes, nel corso della stagione corrente potrà disporre di ‘sole’ 201 sessioni all'interno del 'wind tunnel' contro le 240 della Ferrari, le 256 di Mercedes e le 320 dell’Aston Martin (numero determinato in base all’ordine del campionato costruttori 2022).
Ma cosa accadrà al termine dell'attività di simulazione disponibile? La Red Bull fermerà davvero il suo sviluppo oppure continuerà il suo percorso di aggiornamento nel tentativo di migliorare la monoposto? Molto probabilmente, la penalizzazione utilizzata dalla FIA non basterà a fermare i tecnici austriaci. C'è un modo pratico, utilizzato tantissimo dalla Mercedes lo scorso anno ad esempio, che permette di bypassare i simulatori per portare anche in modo costante delle nuove parti in pista. Il reverse engineering.
Per chi non lo conosce, tale metodo consiste semplicemente nel produrre dei pezzi e testarne le prestazioni dirattamente sul campo. Una mente geniale come quella di Newey non dovrebbe avere problemi a mettere in atto un processo di sviluppo abbastanza costante basato su questo meccanismo. Ogni qual volta sarà indeciso su due, per lui, valide strade percorribili, gli basterà mandare in produzione entrambe le idee per poi sceglierne quella più valida una volta aver visto quale sia la migliore dopo averla montata sulla vettura.
Il più grande vantaggio è che paradossalmente, adottare questo metodo di lavoro costa anche meno rispetto a quello 'tradizionale'. Fare i conti è abbastanza semplice: dalle voci delle uscite da contabilizzare vengono eliminate tutte le ore spese in galleria del vento dai tecnici. Direte voi: 'Così facendo però si rischia di produre molti più elementi da dover scartare dopo aver riscontrato uno scarso rendimento in pista'. Avete ragione, ma per contro si potrebbe rispondere: 'Tutti gli sviluppi che passano dalla galleria del vento danno sempre dei risultati positivi?'. Magari fosse così...
Qualcun'altro invece potrebbe obiettare: 'Ma quindi perché non adottare sempre il metdo del reverse engineering? A cosa serve spendere patrimoni nell'installazione e nell'utilizzo della galleria del vento se poi i rischi di sbagliare ci sono comunque?'. Il reverse engineering è un metodo molto valido quando si ha già in mente un percorso ben delineato di sviluppo e uno vuole soltanto avere la certezza di proseguire lungo il cammino e non deviare su una via che lo manderebbe improvvisamente fuori strada. Per la forza che ha Red Bull in questo momento, non dovrebbe risultare difficile ipotizzare di fare un lavoro simile da metà stagione in poi.
Di certo non si può ipotizzare di studiare una vettura da zero basandosi esclusivamente su questo processo prettamente pratico. Con i test su pista ridotti praticamente a zero e avendo la possibilità di correre soltanto nei weekend di gara, è diventato di vitale importanza poter contare sui modernissimi sistemi di simulazione (oltre alla galleria del vento ricordiamo anche il CFD).
La Mercedes, nonostante sia molto lontana dall'avere una completa comprensione della W14, ha dovuto comunque basarsi sul reverse engeneering nel 2023 nel tentativo di recuperare performance nei confronti di Red Bull e Ferrari. Le ore concesse da regolamento non bastavano e i costi stavano inolte diventando anche abbastanza elevati. Grazie a questo è riuscita a portare a termine un programma dignitoso. Non godrà del pacchetto più veloce, ma ha messo il team in condizione di lottare e battere la Ferrari in queste prime uscite stagionali. Cosa impensabile lo scorso anno all'inizio del mondiale (pensate sopratutto al finale di stagione, con Russell riuscito anche a vincere un GP).
La Mercedes è la prova che il metodo funziona. Immaginate cosa potrebbe accadere se lo utilizzasse la Red Bull. Si potrebbe anche far fatica a credere possa aver ricevuto una penalità. Il tempo dirà.
Foto: Red Bull Racing
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