Non è una critica nei confronti della Ferrari, nè nei confronti di nessun altro protagonista del mondiale, ma si tratta solamente di una constatazione necessaria. Il team campione del mondo in carica non poteva di certo star fermo a guardare la Ferrari avvicinarsi a grandi passi, dopo i gran premi disputati ad Imola ed al Nurburgring. Detto, fatto: complice un circuito sfavorevole da sempre ad alcune caratteristiche soprattutto delle Bridgestone (oltre che della Ferrari) quale è Barcellona, le rosse non hanno potuto portare a compimento il sogno del tris, della terza vittoria consecutiva. Quella vittoria che avrebbe messo in seria difficoltà una Renault già non invulnerabile.
Come dicevamo, però, al Circuit de Catalunya è stata tutta un'altra storia: Fernando, già al sabato, aveva messo le basi per il suo trionfo di oggi. Infatti Alonso ha costruito il suo successo in pochissimo tempo, nei primi dieci (e in questo caso determinanti) giri di gara: subito dopo la partenza, Michael Schumacher è rimasto dietro lo spagnolo e Fisichella; ciò ha consentito a Fernando di volare via ed accumulare almeno una decina di secondi (o qualcosa in più) fino al diciassettesimo giro, momento in cui il campione in carica ha effettuato il suo primo pit stop. Già in quel preciso istante la Renault ha ipotecato completamente la gara, battendo sin dal principio una Ferrari non irresistibile.
Ciò non significa che il Cavallino abbia sbagliato del tutto le proprie scelte: semplicemente, la Ferrari si è trovata ad inseguire un "nemico" (la Renault) oggi più rapido e molto più competitivo.
Il resto della gara non ha emozionato in modo particolare: se in qualche gran premio precedente avevamo visto dei sorpassi e, quasi di rado, delle lotte interessanti, a Barcellona la competizione è stata poco presente.
Non si sono visti duelli ravvicinati, nè sorpassi: ha avuto la meglio, per l'ennesima volta, il discorso delle strategie studiate prima della gara. Nei rimanenti due terzi del gran premio, ad Alonso è bastato essere concentrato e amministrare un vantaggio oscillante tra i dieci ed i quindici secondi (sul tedesco ferrarista).
Grazie alle soste, l'unico obiettivo conquistato dalla Ferrari è stato quello di superare già al primo pit Fisichella, potendo così consentire a Michael Schumacher di tentare il suo disperato inseguimento nei confronti di Alonso. Fernando, oggi, è stato il primo pilota spagnolo a vincere il gran premio di casa, di fronte ad un pubblico fiero, fantastico, ancora più caldo delle torride temperature estive che si abbattono sulle Asturie, delle quali il campione in carica è stato già da tempo nominato principe!
L'unica vera conferma avuta oggi riguarda la lotta per i titoli 2006: un terzo della stagione se n'è già andato, ma quest'anno la musica sarà diversa. La Renault e la Ferrari sono e saranno le vere protagoniste di questa stagione che sta per entrare nel periodo estivo, quello più impegnativo, difficile e stressante, con numerose trasferte ad una settimana di distanza l'una dall'altra.
E anche le "politiche" risentono dei cambiamenti di forze in campo che si stanno verificando grazie al ritorno delle rosse: Alonso, tra molto meno di dodici mesi, sarà già alle redini di una monoposto McLaren; ed è proprio la McLaren ad essere, per ora, nella crisi più nera, pur avendo un talento come Raikkonen al volante di una delle due vetture argentate.
Considerando il clima di "incertezza" (vera o presunta) che ruota attorno al futuro di Michael Schumacher ed a quello di Kimi Raikkonen come driver in rosso per il 2007, da qui all'anno prossimo i colpi di scena, sia in pista che nel mercato e nelle strategie dei team, saranno molto probabilmente numerosi.
Intanto godiamoci una sfida Renault/Ferrari che promette scintille: ancora restano dodici gare e tanti punti da assegnare.