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21/07/2023 08:20:00

Ungheria 1998: vince Schumi, trionfa Ross Brawn


Articolo di Paolo Marcacci
Mai come in quel pomeriggio ungherese fu dimostrato il detto: “Non c’è due senza tre”. Ad avvalorarlo, il fatto che se il trionfatore fu il Kaiser, il vero fuoriclasse di quel giorno si trovava al muretto, tra cuffie e telemetrie.

Mai come in quel pomeriggio ungherese fu dimostrato il detto: "Non c’è due senza tre". Ad avvalorarlo, il fatto che se il trionfatore fu il Kaiser, il vero fuoriclasse di quel giorno si trovava al muretto, tra cuffie e telemetrie. 

1998, innovazioni regolamentari e gomme scanalate; un 16 agosto incandescente non solo per il sole e per il caldo: a cinque gare dalla fine del Mondiale sedici sono anche i punti di vantaggio per la McLaren-Mercedes di Hakkinen sulla Ferrari di Michael Schumacher. Due grandi piloti, uno leggendario, l’altro destinato a restare nella memoria degli appassionati come uno dei grandi sottovalutati della storia della Formula Uno, oltre che campione anche di correttezza. Una Ferrari già grande, contro una McLaren pressoché perfetta. 

Prima fila tutta per le vetture inglesi, con Coulthard a proteggere le spalle del Finlandese capofila in classifica. Ma è stata questione di decimi, in qualifica, con Schumacher praticamente negli scarichi. 

Ross Brawn è il direttore tecnico della Rossa; mangia sempre una banana nel mezzo della contesa, per alleviare la tensione. Oltre che un genio, come in mille altre occasioni, quel giorno si dimostra anche un dominatore del tempo: sulla scia del ritmo indiavolato dell’inseguimento di Schumacher, decide di dimostrare alle lancette dell’orologio che bloccare il loro ticchettio per qualche secondo può voler dire prendere la rincorsa per divorare più tempo ancora. Due soste previste, una delle quali abbastanza presto, per tutti. Al giro 46 arriva la seconda sosta di Schumacher, anticipata da Ross Brawn per consentire alla Ferrari del tedesco di farne poi una terza. È così che Schumi prende Coulthard, per lanciarsi all’inseguimento di Hakkinen, che accusa problemi al cambio poco dopo il cinquantesimo giro e vede vanificata la sua cavalcata. Una Ferrari più leggera e sempre più vorace a livello di tempi sul giro inanellati di tornata in tornata, può permettersi la fatidica terza fermata, a sedici giri dalla fine, con un distacco su sulla McLaren dello scozzese che gli consente di tornare in pista con cinque secondi di vantaggio. C’è stato il tempo anche di concedersi un’escursione oltre la striscia gommata, per il Kaiser. In terza posizione e così fino al podio, Jacques Villeneuve. 

È il giorno in cui Schumacher vince, ma Ross Brawn trionfa, avendo avuto l’intuizione di fermare il tempo per poi accorciarlo. 

Foto interna maxf1.net

Foto copertina www.pinterest.it