Leggi l'articolo completo su formula1.it

28/07/2023 13:45:00

Spa 2000, l’attimo fuggente di Mika Hakkinen


Storie di Formula 1 di Paolo Marcacci

Come sempre le Ardenne erano lì sullo sfondo, a godersi lo spettacolo. 

Noi anche, pupille divenute quasi strabiche nel groviglio di traiettorie che nell’istante in cui si ingarbugliava, stava già sciogliendosi nelle maniera più sorprendente. 

Qualcosa doveva pur accadere, lo sapevamo dal giro precedente, il quarantesimo, quando c’era stato quella specie di bacio gommato tra la McLaren che era più veloce, come era sempre stata per tutto quel fine settimana, e la Ferrari che chiudeva lucchetti a ogni serratura d’asfalto. 

La sceneggiatura di SPA 2000 aveva avuto alle pagina tredici il suo primo colpo di scena, quando Mika Hakkinen si era girato sul rettilineo, poi l’aveva rimessa in pista ma nel frattempo Michael Schumacher era passato. In quel momento era iniziata un’altra gara, dopo quella che il finlandese aveva iniziato dalla pole. A Schumi la testa della gara, a Mika il motore Mercedes, più potente. A noi i sobbalzi del “prima o poi”, sul tracciato che più d’ogni altro Schumi amava, dove le curve costringono gomme, cambio e freni a un nuovo collaudo per ogni tornata. 

Nel 2000, Eau Rouge e Radillon si facevano in pieno soltanto nel giro buono in qualifica e non tutti si assumevano quel rischio; Mika Hakkinen lo stava facendo in gara, per cancellare l’errore che aveva reso il copione degno di Agatha Christie. 

Ma nemmeno Agatha avrebbe piazzato la Bar - Honda di Ricardo Zonta nel mezzo della scena madre. E lì dentro, in quel malcapitato abitacolo, tutti avremmo voluto essere, non sentendoci degni né di quello di Michael, né di quello di Mika. Avremmo voluto il nostro personale camera - car per non perdere alcun centesimo di secondo in cui con bulbi oculari da camaleonti avremmo cercato di catturare i punti impensabili e resi possibili; le supposizioni sul “dove” e la meraviglia del “come”. 

Schumi apre a sinistra per scrollarsi il doppiaggio dalla fiancata, ma una presenza diventa un’assenza, nel retrovisore; Zonta sente scie e percepisce una presenza annunciata assieme a una non prevista; Mika chiede al motore tutto ciò che può assecondare con ogni fibra muscolare. Ulula strozzato il propulsore Ferrari nel cercare il punto, ma geme di piacere il motore Mercedes nell’orgasmo di quella linea che solo Hakkinen poteva immaginare. 

Il primo ad applaudire, appena gli verrà chiesto, sarà proprio Michael Schumacher, onorando ancora una volta la storia di un grande confronto sempre asperrimo in pista, immancabilmente cavalleresco fuori. 

È SPA, bellezza. 

Foto copertina twitter.com

Foto interna twitter.com

Leggi anche: Ungheria 1998: vince Schumi, trionfa Ross Brawn