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08/08/2025 11:30:00

Mansell 72, tutto cominciò a Dallas


Storie di Formula 1 di Paolo Marcacci

Memorabile non fu il risultato, ma il modo in cui lui seppe strapparlo con i denti; senza più una goccia di benzina, senza più una stilla di sudore. La metamorfosi da “mansueto” in “Leone” cominciava quel giorno: era destino che a capirlo per primo fosse il pubblico di Dallas, poco avvezzo alla Formula Uno, come poco o nulla adatto era quel circuito inventato attorno a uno stadio, il “Cotton Bowl”, su un asfalto che sembrava chewing-gum, sotto il sole dell’ottavo giorno di luglio che sembrava fuoco e dentro gli abitacoli, forse, lo era per davvero. 

Nigel Mansell poco aveva ancora fatto dire di sé, salvo il fatto che si portava appresso la stima di uno come Colin Chapman, che già non c’era più. 

Ma stavolta partiva in pole position, per la prima volta, sorprendentemente, lui che sarebbe diventato un maestro - anche - nel giro secco. Prima fila tutta nera e oro, con le due Lotus, la sua e quella di Elio De Angelis, motorizzate Renault. 

Dedalo infernale, il circuito, non soltanto per la temperatura: muretti di cemento e pile di pneumatici ai quali gli alettoni, per così dire, facevano la barba. Condizioni proibitive e traiettorie da contendere a quel fondo stradale buono più per una colonna di camion che per delle monoposto a ruote scoperte: in tanti, via via, si sfilavano da quel trenino di equilibristi: da Niki Lauda ad Alain Prost, da Michele Alboreto a un Senna ragazzino. 

Dominio meritato, quello di Mansell, su una Lotus che da un certo punto in poi deve vedersela…con essa stessa: le marce cominciano a non entrare, la leva è sempre più simile a un badile...

Un finale di sorpassi inevitabili e serbatoio che ingoia l’ultima goccia prima del traguardo: quando sfila anche la Osella di Piercarlo Ghinzani, quinta sotto gli scacchi della bandiera, assistiamo a qualcosa mai visto prima, mai più visto dopo: l’uomo scende, prosciugato dalla propria sudorazione, quasi asfissiato dal casco, per spingere la sua Lotus, quindi le si sdraia di fianco, perché è svenuto

Nel giorno in cui taglia il traguardo dei suoi settantadue anni, gli auguri a Nigel Mansell li facciamo ricordandogli il giorno in cui cominciò a diventare speciale. 

Foto copertina f1i.com

Foto interna twitter.com