Leggi l'articolo completo su formula1.it

01/10/2006

GP Cina - Gara


Gran Premio di Walter Mesiti

L'atmosfera dei box non appena le monoposto dei primi tre si sono fermate in parco chiuso, subito dopo il giro d'onore, la si poteva sentire sulla pelle anche di fronte ad un semplice e banale teleschermo. La Cina, rispetto a noi italiani, a noi europei, è dall'altra parte del mondo. Stamattina, per qualche istante lungo e intenso, vissuto al rallentatore, in slow motion, Shanghai ci è prepotentemente entrata in testa e nel cuore, più vicina che mai. Qui andiamo oltre il tifo, oltre ogni cosa. Stiamo mandando in briciole ogni confine, ogni limite dettato dalla "devozione" per questa o quell'altra squadra: la festa che gli uomini Ferrari hanno fatto vedere al mondo intero si può paragonare a quel che sicuramente molti di noi hanno visto sei anni fa, di questi tempi, l'8 ottobre 2000, quando Michael Schumacher riportò in maniera spettacolare il titolo piloti alla Ferrari, dopo 21 lunghissimi anni di attesa e sofferenza.
Michael Schumacher. Un nome che forse resterà unico nel panorama della Formula 1. Oggi lui e la rossa hanno vinto soffrendo, come la nostra nazionale in Germania il 9 luglio, quasi tre mesi fa. Alzi la mano chi immaginava che sarebbe andata a finire così!
Alonso e la Renault, oggi, potevano essere imprendibili come mai successo nel corso di tutta la stagione. Eppure la natura ha fatto nuovamente i capricci: dopo aver reso difficilissimo il weekend alla Ferrari, la pioggia ha terminato la sua discesa sulla terra cinese per quasi tutto l'intervallo di tempo in cui si è corso il gran premio, come se avesse detto all'affaticata ma sempre più grande Scuderia: Va bene, dai, ti sto mandando all'aria mezzo mondiale. Adesso la smetto di combinare guai, vi lascio guidare tutti in pace e tu, Michael, vai a prenderti ciò che in fondo è tuo!. Nel regno della fantasia e dell'inimmaginabile potrebbero essere state queste le parole piovute dalle nuvole insieme alle ultime gocce d'acqua. E Maranello non si è fatta sfuggire quest'occasione d'oro, in cui anche la sfortuna ha messo lo zampino tra le ruote di Fernando Alonso.
Lo spagnolo ed il suo rivale tedesco, oggi, sono stati due alieni. Due piloti che hanno fatto una gara che va al di là del gran premio corso da ogni singolo altro pilota.
Nella prima parte Fernando ha spinto la sua Renault al massimo, accumulando in poco tempo un vantaggio da ko non solo verso Schumacher, ma anche verso tutti gli altri. Passano i giri, la pista è sempre meno bagnata, le traiettorie si asciugano e i valori iniziano a cambiare. Dapprima un timido avvicinamento di Michael alle prestazioni stellari della Renault; successivamente, come un pezzo di metallo vicino a un magnete, i tempi della Ferrari numero 5 si rivelano stravolgenti, se messi a confronto con i cronometrici di Alonso, divenuto improvvisamente più lento, anzi, troppo lento. Cosa è accaduto? Sicuramente le intermedie Michelin non hanno più retto i ritmi micidiali di Fernando, con l'asfalto sempre meno umido e con le Bridgestone (ovviamente) in quel momento molto più performanti. E lì Michael ha concluso la sua splendida e indescrivibile rimonta da asso delle quattro ruote: sin da inizio gara non ha mollato, ha tenuto duro, ha risalito lentamente la china, per poi dare sfogo alla propria velocità esattamente nel momento in cui il duo Ferrari/Bridgestone era superiore. Ha sofferto, ha atteso ed ha colpito con la freddezza del campione proprio quando era giunto il momento perfetto. Lì davanti c'era anche Giancarlo Fisichella, con l'altra Renault, ed è stato l'ultimo scoglio da superare verso il trionfo del tedesco, in un certo senso.
Un momento chiave ha avuto luogo quando Giancarlo si è fermato (poco dopo Schumacher) per cambiare le gomme. Non appena l'italiano è rientrato in pista ha avuto una lunga incertezza nell'impostare il primo e difficile curvone, con gomme fresche ma non in temperatura (su un asfalto ancora umido e scivoloso). E lì Schumacher ha effettuato il sorpasso più rischioso della sua gara: è stato un attimo, ha visto il varco lasciato aperto da Fisichella, ci si è infilato con la monoposto mettendo mezza macchina sul cordolo interno (e anche sull'erba bagnata, che è una trappola vera e propria per chi corre) e ha compiuto il suo capolavoro.
Come dicevamo inizialmente, c'è stata anche la complicità di un lungo stop ai box di Alonso, che ha perso moltissimo tempo per un problema poi risolto alla ruota posteriore destra.
I valori, successivamente, sono ulteriormente cambiati: il distacco di venti secondi tra Alonso, terzo dietro Fisichella, e Schumacher comincia a ridursi pericolosamente, giro dopo giro. O meglio, intermedio dopo intermedio. Adesso la Ferrari, in testa da un po' di tempo, deve resistere, concentrare le ultime (e le più difficili) energie nel portare a casa un risultato che sembrava impossibile fino a un'ora e mezza prima.
A cinque giri dal termine la pioggia si ripresenta sull'autodromo, lo spagnolo supera il suo compagno di squadra, si avvicina sempre di più al suo rivale. Ma tutto questo non è affatto sufficiente a batterlo, e alla fine Michael taglia il traguardo della sua novantunesima vittoria, su un tracciato in cui aveva sempre avuto difficoltà, sul circuito più temuto, nelle condizioni meno ideali, con il pathos di una gara che cambia volto da un momento allìaltro. Anche lì, nella lontana e (per la Formula 1) ancora poco nota Cina, le tribune sono esplose con quel rosso che oramai non manca da nessuna parte, in qualunque tracciato del mondiale si voglia andare.
Per la Ferrari, per Michael, è stato come vincere un piccolo grande mondiale: lì dove si stava materializzando un pugno da ko per loro, sono stati in grado di costruire un trionfo. IL trionfo.
Adesso la classifica è ancora più calda di prima: 116 punti per Schumacher e 116 punti per Alonso. Il nuovo campione ed il "vecchio". La forza della giovinezza dell'uno e il fuoco quasi invincibile di una meravigliosa maturità dell'altro. Il futuro della Formula 1 e la sua storia.
E' già tempo di guardare di nuovo avanti, alla prossima fermata di questa incredibile ed emozionante corsa al titolo: l'alba del paese del Sol Levante attende il penultimo atto di questo epico confronto