La nuova vita di Kimi Raikkonen con la Ferrari del dopo Schumacher
Lasciata ad Alonso la vettura “
che non finiva le gare o le finiva troppo lentamente”, Kimi Raikkonen raccoglie un’eredità pesante: nell’avvicendamento con il pilota più titolato della storia deve garantire sicurezza alla Ferrari. “
Ho vissuto una situazione simile anche quando sono andato alla McLaren – spiega, riferendosi alla staffetta del 2002 con il connazionale Mika Hakkinen – ed è normale che la gente tenda a confrontarti con chi ti ha preceduto”.
In realtà Maranello non è come Woking: "
Bisogna abituarsi a un'attenzione incredibile – scrisse Nigel Mansell nel 1988 nella sua autobiografia -
perché la Ferrari è come la nazionale di calcio italiana, nessun altro team ha un seguito di questa portata". Inoltre Kimi incontra un compagno di squadra che non solo è caricato delle stesse responsabilità, ma che conosce già alla perfezione l’ambiente del team. Su questo aspetto, per Jean Todt la parola d’ordine è “
sana competizione”, il che significa confronto, ma non necessariamente lotta aperta: gli interessi di mamma Ferrari sono pronti a subentrare, legittimamente, nel momento in cui la classifica avrà decretato, a campionato avanzato, un pilota di punta sul quale concentrare gli sforzi. Per la Scuderia è quasi una novità assoluta, dato che per la prima volta dal 1996 si parte senza un leader dichiarato e senza gerarchie palesi.
Quale approccio avrà Raikkonen? Intanto non sembra avvertire alcuna pressione, perché in sei anni di carriera si è sempre conquistato la stima dei meccanici: “
Il mio metodo di lavoro funziona sufficientemente bene – chiarisce –
e quindi non lo cambierò. Modificarlo non avrebbe migliorato i risultati alla McLaren, perché il problema era l’affidabilità”. Peccato che a suo sfavore continui a pesare una spiccata propensione ad errori inconcepibili, come la distrazione che in Ungheria nel 2006, in condizioni proibitive, gli causò lo spettacolare tamponamento a Liuzzi. Contro superficialità del genere, un clima sereno in casa Ferrari si preannuncia come l’unica cura proficua.
Grandchelem