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11/03/2007

L'uomo che venne dal freddo


Articolo di Vittorio Alfieri
La nuova vita di Kimi Raikkonen con la Ferrari del dopo Schumacher

Lasciata ad Alonso la vettura “che non finiva le gare o le finiva troppo lentamente”, Kimi Raikkonen raccoglie un’eredità pesante: nell’avvicendamento con il pilota più titolato della storia deve garantire sicurezza alla Ferrari. “Ho vissuto una situazione simile anche quando sono andato alla McLaren – spiega, riferendosi alla staffetta del 2002 con il connazionale Mika Hakkinen – ed è normale che la gente tenda a confrontarti con chi ti ha preceduto”.
In realtà Maranello non è come Woking: "Bisogna abituarsi a un'attenzione incredibile – scrisse Nigel Mansell nel 1988 nella sua autobiografia - perché la Ferrari è come la nazionale di calcio italiana, nessun altro team ha un seguito di questa portata". Inoltre Kimi incontra un compagno di squadra che non solo è caricato delle stesse responsabilità, ma che conosce già alla perfezione l’ambiente del team. Su questo aspetto, per Jean Todt la parola d’ordine è “sana competizione”, il che significa confronto, ma non necessariamente lotta aperta: gli interessi di mamma Ferrari sono pronti a subentrare, legittimamente, nel momento in cui la classifica avrà decretato, a campionato avanzato, un pilota di punta sul quale concentrare gli sforzi. Per la Scuderia è quasi una novità assoluta, dato che per la prima volta dal 1996 si parte senza un leader dichiarato e senza gerarchie palesi.
Quale approccio avrà Raikkonen? Intanto non sembra avvertire alcuna pressione, perché in sei anni di carriera si è sempre conquistato la stima dei meccanici: “Il mio metodo di lavoro funziona sufficientemente bene – chiarisce – e quindi non lo cambierò. Modificarlo non avrebbe migliorato i risultati alla McLaren, perché il problema era l’affidabilità”. Peccato che a suo sfavore continui a pesare una spiccata propensione ad errori inconcepibili, come la distrazione che in Ungheria nel 2006, in condizioni proibitive, gli causò lo spettacolare tamponamento a Liuzzi. Contro superficialità del genere, un clima sereno in casa Ferrari si preannuncia come l’unica cura proficua.

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