Baghetti, Musso, Fangio, Andretti, Mansell. E poi Raikkonen. Una lista storica di piloti che hanno tagliato il traguardo per primi nella gara d’esordio a bordo di una Rossa. Neanche Michael Schumacher era riuscito a fare tanto, ma la F310 del 1996, che qualcuno aveva sarcasticamente definito una poltrona (non una scansafatiche, ma la sorella minore del divano…), era una macchina impossibile da confrontare con l’attuale monoposto, che raccoglie in sé un intenso lavoro figlio di tutta l’esperienza accumulata in questi anni proprio con il tedesco.
La F2007 è una vera e propria bomba (passateci l’espressione), nettamente superiore alle monoposto rivali.
Massa aveva vinto l’ultima gara della scorsa stagione, Kimi ha trionfato senza esitazioni nel primo appuntamento dell’anno. In gergo viene chiamato hat trick: pole, vittoria e giro veloce. E’ così che il finlandese si presenta a bordo della F2007. Dev’essere stato strano, oggi, per l’Italia e per i tifosi ferraristi, sentire l’inno nazionale della patria di Raikkonen poco prima dell’Inno di Mameli: in passato l’inno finnico precedeva sempre quello inglese (per via della McLaren), ed era un po’ l’incubo della Ferrari nell’era Hakkinen, quando quei mondiali sembravano non voler appartenere ad una vettura o ad un pilota rossi.
Adesso la musica è cambiata (ma non quella degli inni, ci mancherebbe altro), così come le forze in campo. Nessuno è stato in grado di impensierire Raikkonen, nemmeno quella McLaren quasi resuscitata dopo l’arrivo di Fernando Alonso. Kimi, sulla vettura anglo-tedesca, ci ha fatto vedere cose interessanti in diverse occasioni, ma il legame tra lui e la squadra si era inevitabilmente indebolito, al punto da fargli correre un 2006 che a volte ha preoccupato chi in Ferrari sapeva del suo ingaggio. Il finnico, invece, oggi è sembrato diverso dal solito, quasi contagiato dal meraviglioso “morbo di Schumacher”, che ti fa guidare veloce come un proiettile (soprattutto se hai tra le mani una Ferrari come questa), che ti fa segnare giri record a catena, che scoraggia i difficili tentativi di recupero degli avversari.
Le lodi, però, non vanno solamente a Raikkonen: Massa ed Hamilton sono stati entrambi autori di una gara stupenda. Felipe, partito in fondo alla griglia per aver cambiato motore, ha rimontato fino alla sesta posizione (anche questa un’impresa alla… Schumacher!), con sorpassi da brivido, grinta e tanta determinazione, vicino alla conquista del quinto posto, inseguito fino all’ultimo istante sul traguardo. C’è da scommettere che, senza i problemi tecnici del sabato, ci sarebbe stato un minimo di lotta tra lui ed il compagno di squadra…
Lewis Hamilton, invece, è andato a podio, dietro i due probabili candidati al titolo: alla gara d’esordio in Formula Uno (seduto nell’abitacolo di una McLaren) tenere dietro (a pochissima distanza) un due volte iridato come Fernando Alonso per la maggior parte della gara e arrivare terzo, sul podio, alle spalle dei due candidati al titolo, è un’impresa che riesce a pochi. Una conquista che solo i veri assi, i più dotati e i più bravi, possono compiere senza avere molta esperienza.
Poco convincente, invece, il gran premio della Renault, anche se Fisichella ha salvato il salvabile e portato a casa quattro punti (misera cosa, se si considerano gli standard cui erano abituati fino a pochi mesi fa). E Heikki Kovalainen ha concluso decimo, doppiato, con una serie di fuoripista e di errori che, per ammissione dello stesso Briatore, non dovranno più ripetersi. Adesso la Formula Uno si fermerà per un po’, per poi ricominciare nel fine settimana di Pasqua, dal 6 all’8 aprile, in Malesia. Kimi Raikkonen vuole ripetersi: siamo sicuri che avrà ancora in mano le carte giuste per farlo. In molti credevano che la Ferrari sarebbe affondata dopo la partenza di Michael e di Ross Brawn (per citare i nomi più importanti); la realtà ci ha mostrato, al contrario, che il team ha reagito, più che da cavallino, da leone.