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19/11/2023 15:00:00

GP Las Vegas - Analisi strategie: Un fenomeno legato alle gomme nega la vittoria a Leclerc


Gran Premio di Marco Sassara

In Nevada, il pilota della Ferrari, Charles Leclerc, aggiunge un’altra pole non convertita in vittoria alla sua collezione. Stavolta però la colpa non è né sua né tantomeno del team. La sua analisi è perfetta e descrive appieno le ragioni per cui non è riuscito a massimizzare le performance dovendosi ‘’accontentare’’ della seconda posizione finale.

Prima di dedicarci alla sua gara però, procediamo come consueto ad esaminare il GP di Las Vegas facendo un quadro globale delle strategie utilizzate oggi dai vari team per portare a termine i 50 giri previsti nel più breve lasso di tempo possibile.

Il recap della gara e delle strategie

Aveva ragione la Pirelli. Ieri c’eravamo lasciati con un dubbio. Avevamo intuito che la Media sarebbe stata sicuramente una delle due mescole protagoniste durante il GP di Las Vegas, più che altro, le nostre incertezze vertevano su quale dei due compound (Soft o Hard) fosse il più indicato per completare la distanza di gara.

Al via dell’evento tenutosi nello stato del Nevada, con temperature d’asfalto intorno ai 19°C, quasi la totalità dei piloti opta per le Medium C4. Hamilton, Piastri e Zhou vanno sulle Hard C3, mente Stroll e Tsunoda utilizzano le Soft. Subentra subito la Safety Car per permettere agli steward di pulire la pista dai detriti derivanti dal contatto tra Perez e Alonso.

Andamento temperature GP Las Vegas (foto: X, Pirelli)

In questa fase, Checo e Fernando decidono subito di pittare per montare le Hard. Lo stesso fa Bottas e successivamente, dopo due giri, ma sempre nel corso della SC lo fanno anche Stroll e Sainz. Decisione che si rivela azzeccata dal momento che concluderanno rispettivamente in P5 e P6 nonostante si ritrovassero ad essere fanalini di coda nel momento della ripresa dell’evento dopo la prima SC. Sainz si era perfino girato da solo in cuva-1 alla partenza del GP.

Era chiaro che i piloti in questione, trovandosi nelle retrovie, non avevano nulla da perdere e montare la Hard in quel momento dava almeno la garanzia di allungare il più possibile, sperando nel subentro di un’altra SC negli ultimi giri. La bianca C3 impiega qualche tornata ad andare in temperatura, ma una volta centrato il range di utilizzo sembra garantire delle performance che non hanno nulla da invidiare ai piloti presenti in pista con mescola Media. In più la gialla C4 intorno al 13° passaggio inizia a dare problemi di graining, cosa che porta a scartare definitivamente la mescola Soft dalle strategie. Per questo, quando siamo tra il 14° e il 17° giro quasi tutta la totalità dei piloti passa alle mescole Hard (Hamilton sarà l’unico a montare la Media).

Qui vanno fatti i complimenti a Leclerc e ad Ocon per l’ottima gestione della mescola Media. Mentre gli altri sono costretti a rientrare a causa della perdita di performance, Esteban (Alpine) allunga il primo stint fino al giro 20, mentre Charles fino al 21. Con questa mossa il pilota della Ferrari riesce a mantenere la posizione su entrambe le Red Bull dopo essersi guadagnato la leadership del GP superando Max in crisi di gomme poco prima del suo ingresso ai box.

La gara, almeno strategicamente, e tolte alcune rare eccezioni sembra conclusa, invece Verstappen (scivolato più indietro a causa della penalità rimediata per l’azione iniziale nei confronti di Leclerc) nel suo percorso di rimonta, ha un contatto con Russell (che sarà poi sanzionato a sua volta di 5’’). Anche se entrambi danno l’impressione di poter continuare, ci sono dei detriti in pista e gli steward decidono di richiamare in causa la Safety Car.

Tutte le strategie di gara (foto: X, Pirelli)

Tolti Leclerc, Ocon, Piastri (che finora ha utilizzato soltanto gomme Hard e dovrà per forza fermarsi), Gasly, Albon, Sargeant, Bottas e Tsunoda, gli altri decidono tutti di rientrare ai box per montare un ulteriore set di Hard. Il valzer dei pit stop termina con Piastri che si fermerà al 43° per montare le Medie (da regolamento si devono per forza utilizzare due tipologie diverse di mescola nel corso della gara).

Da questo emergono sostanzialmente due tipologie di scelte. Ovvero, chi ha deciso di andare su una sosta M-H come Leclerc, Ocon, Gasly, Albon, Ricciardo e Sargeant, e coloro che hanno invece scelto di optare per le due soste M-H-H, a coinvolgere due set della mescola più dura: Verstappen, Perez, Sainz, Hamilton (H-M-H), Russell, Piastri (H-H-M) e Magnussen.

Le alternative vedono Bottas completare il GP su M-H-M e Stroll su S-H-H. Si registrano inoltre i ritiri di Tsunoda, Hulkenberg e Norris.

Un fenomeno legato alle gomme nega la vittoria a Leclerc

Avendo già sostanzialmente fatto un riassunto della gara che è stata giungendo fino all’ingresso della seconda Safety Car, andiamo ad analizzare il modo in cui Leclerc ha di fatto perso la possibilità di vincere a Las Vegas.

La vettura di sicurezza subentra al 26° giro. Charles ha da poco montato le Hard e decide, giustamente di non fermarsi. Pittando avrebbe perso la posizione su Perez che gli era davanti in quel momento. La gara riprende, pochi passaggi e Verstappen e Perez riprendono Leclerc e lo superano, apparentemente anche senza troppo sforzo. La Ferrari sembra non avere il ritmo di inizio gara e Charles passa dalla prima alla terza posizione. Il problema, nella circostanza, analizza bene il monegasco ai microfoni di ‘Sky’ a fine gara, non è stato dettato dall’utilizzo della Hard in sé.

Il ritmo della Ferrari, se non ci fosse stata la SC, probabilmente, sarebbe stato competitivo sia con Medie che su Hard e Charles non avrebbe incontrato troppe difficoltà a difendersi da Verstappen e Perez. Tuttavia, l’ingresso della vettura di sicurezza, ha fatto abbassare rapidamente le temperature delle gomme montate sulla vettura numero 16, innescando un fenomeno termico di difficile correzione con la semplice guida da parte del pilota.

Alcuni dati per comprendere il comportamento degli pneumatici (foto: X, Pirelli)

Chi ha montato le C3 in regime di SC non ha avuto problemi di questo tipo perché si trovava nella fase di ‘primo’ riscaldamento degli pneumatici, mentre le gomme di Charles hanno subito una sorta di ‘altalena termica’ (spero che i tecnici mi perdoneranno per quest’affermazione, è fatto per cercare di essere il più comprensibile a tutti), che ha inizialmente stabilizzato le mescole fuori dall’ottimale range di esercizio mettendo Leclerc in serie difficoltà nella lotta con i rivali.

Nel finale di gara però, quando tutti si erano rassegnati a vedere Leclerc salire sul terzo gradino del podio, il duro lavoro fatto dal monegasco dà i suoi frutti. Le mescole riprendono vitalità e Charles può di nuovo rendersi pericoloso negli specchietti di Perez. Nella circostanza, il pilota della vettura numero 16 fa qualcosa di magico perché riesce a superare Checo alla prima occasione utile, e anche l’unica che avrebbe avuto, per riprendersi la seconda posizione. Leclerc si impadronisce della P2 soltanto a poche curve dall’arrivo.

La Ferrari ha poco da rimproverarsi

La Scuderia ha davvero poco da rimproverarsi. Commette un errorino ai box durante il pit stop di Charles, ma in questo caso è ininfluente ai fini della classifica finale. Più che altro resta il rammarico per il tombino alzato da Sainz al venerdì, senza il quale avremmo potuto assistere ad una gara diversa, in cui la Rossa avrebbe potuto contare su due pedine nel confronto contro la Red Bull. Per quanto riguarda il team campione del mondo c’è poco da dire. Probabilmente il fatto che Perez fosse 16° nel coso del 6° giro e abbia rischiato anche di vincere il GP la dice lunga su quanto la vettura austriaca sia competitiva.

Concludiamo con il commento fatto dal team principal della Ferrari, Frederic Vasseur ai microfoni di ‘Sky Sport F1’, al termine del GP: “A Singapore la Ferrari è stata fortunata perché le due Red Bull, per una serie di circostanze non erano nella loro massima condizione, qui a Las Vegas però c’erano e ci si è dovuto fare i conti”.

Foto: X, Ferrari

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