Reazione immediata! Erano queste le parole d’ordine in Ferrari dopo il difficile e quasi incredibile weekend australiano, con due motori ko, un’infinità di errori e tanti improvvisi quanto inaspettati dubbi. Kimi Raikkonen porta a casa la prima vittoria della stagione (non vinceva da relativamente poco: 21 ottobre a San Paolo) e si avvicina in classifica ad Hamilton, con l’intenzione di evitare una leadership prolungata del giovane inglese in campionato, cosa che si verificò quasi fino alla fine della passata stagione. La Ferrari, comunque, è una sintesi di luci e ombre: se da un lato la gara del campione del mondo è stata perfetta, non altrettanto si può dire del suo compagno, Felipe Massa. Il brasiliano, partito bene e con tanto di mossa intimidatoria alla Schumacher nei confronti di Raikkonen, si è perso strada facendo (in tutti i sensi). Un errore molto probabilmente di guida lo ha messo fuori gioco a metà gara, privando così la Ferrari di una possibilissima doppietta, fondamentale per recuperare il distacco dalla McLaren nel campionato costruttori e per togliere punti ai rivali. Adesso Felipe è a quota zero punti; in Bahrain non ci saranno più scuse.
C’è chi crede nei numeri e nelle date: il 23 marzo 2003, esattamente cinque anni fa, Kimi Raikkonen vinceva per la prima volta in Formula Uno, ma al volante della McLaren. A un millimetrico lustro di distanza il finlandese coglie al volo la prima importante occasione di riscatto della stagione, con il fine ultimo di difendere e riconfermare il titolo piloti conquistato qualche mese fa. La forza del team di Maranello è tornata rapidamente proprio in un momento storico per la squadra: è notizia di pochi giorni che Jean Todt, già allontanatosi dal muretto dei box, ha abbandonato anche l’incarico di amministratore delegato della società, restando al timone di incombenze ben più semplici. Nonostante questo il francese si è fatto vedere in giro per il paddock malese con la precisa volontà di dare un po’ di coraggio al team. Era comunque evidente sin dalle prove libere e dalle qualifiche che le Ferrari avrebbero giocato un ruolo da piene protagoniste, prima con il comando quasi integrale nel venerdì, poi con la decima pole in carriera di Massa e il secondo posto di Raikkonen in qualifica.
Il gran premio della McLaren, invece, è stato piuttosto difficile. Ci si aspettava chiaramente che a Sepang non ci sarebbe stato un “remake” da parte delle rosse, e così è stato. Lewis Hamilton e Heikki Kovalainen, inoltre, sono incorsi in una sanzione per aver ostacolato, alla fine delle qualifiche, il giro veloce di Nick Heidfeld, che è risultato danneggiato dal rallentamento causato dalle McLaren. Risultato: cinque posizioni di retrocessione in griglia per entrambi i driver in argento. Come se non bastasse, durante una sosta ai box Hamilton ha perso più di dieci secondi oltre il tempo standard della sosta per via del bullone dell’anteriore destra, che non voleva saperne di avvitarsi correttamente e serrare la ruota. Come si suol dire, i guai giungono sempre in coppia. Meglio è andata al suo compagno di squadra, che invece ha ottenuto un importante terzo posto finale. Kovalainen, (in)credibilmente, ha dato dei segnali quasi palesi sin dalle prove ufficiali, quando non si è fatto sorpassare dal compagno in uscita dai box nei vari turni di qualifica. Una situazione che Hamilton e il suo team, probabilmente, non hanno calcolato. Il compagno di squadra è il primo avversario di ogni pilota, e questa regola sembrava aver trovato l’applicazione perfetta quando c’era Fernando Alonso. Il tempo sta dimostrando che la storia può ripetersi, con grande potenziale svantaggio per tutto il team McLaren. Del resto, come si può chiedere a un pilota di Formula Uno di alzare puntualmente il piede per favorire un collega, anche se compagno di squadra??
I prossimi appuntamenti ci diranno la verità sul possibile duello in casa McLaren e sulle evoluzioni delle altre squadre. Sì, perché come già accaduto a Melbourne, la graduatoria dei primi otto arrivati non è stata poi così scontata. La seconda posizione di Kubica, dopo il secondo posto di Heidfeld in Australia, pone la Bmw in una condizione di alta competitività. Il polacco è stato in testa per diversi chilometri di gara (sebbene solo per via dei suoi pit stop più tardivi) ed è stato praticamente il migliore dopo le Ferrari. Jarno Trulli, con una Toyota rinvigorita e quasi irriconoscibile, è finito ai piedi del podio con un meraviglioso quarto piazzamento, resistendo per tutto il finale di gara alla disperata rimonta di un certo Lewis Hamilton, che ha chiuso quinto. La classifica piloti, adesso, vede Lewis in testa con 14 punti, seguito da Raikkonen e Heidfeld (entrambi con 11 punti). Metà dei piloti partecipanti al mondiale ha già messo a segno almeno due punti, mentre nel mondiale dei Costruttori sono già otto i team che hanno ottenuto piazzamenti utili. Un inizio di stagione più “pepato” del solito, dal quale si evince che il duello sarà una questione privata tra Raikkonen ed Hamilton, quanto tra Ferrari e McLaren. Ma almeno abbiamo la certezza che qualche sorpasso e qualche batticuore in più li vivremo più frequentemente. Tra due settimane si va in Bahrain per la terza prova del campionato e i “giganti” hanno ora una vittoria a testa...