La Red Bull sta portando avanti l'investigazione avviata ai danni del suo team principal Christian Horner per "comportamenti scorretti sul posto di lavoro". Il britannico, stando alle ultime indiscrezioni trapelate, avrebbe mandato delle foto hot ad una dipendente della scuderia campione del mondo in carica oppure, secondo un'ipotesi meno "compromettente", avrebbe usato un comportamento troppo aggressivo con un subalterno.

Venerdì scorso Horner è stato ascoltato dall'investigatore esterno assunto dall'azienda austriaca per oltre otto ore in una location segreta di Londra, ma al termine del colloquio non è stata emessa nessuna sentenza. In questi giorni si stanno cercando ulteriori prove ma, secondo quanto riportato da F1-Insider, Stefano Domenicali, CEO della Formula 1, insieme a Liberty Media avrebbero messo una scadenza entro la quale tutto dovrà essere concluso. Di seguito vi riportiamo i dettagli.

Domenicali pressa la Red Bull

Il team principal britannico può contare sul sostegno degli azionisti thailandesi di Red Bull. Essi possiedono il 51% del gruppo e vogliono tenere Horner. Tuttavia, la famiglia Yoovidhya ha venduto alcune delle sue azioni ad altri investitori, il che significa che Mark Mateschitz, figlio del fondatore della Red Bull Dietrich Mateschitz, è il maggiore azionista singolo dell'impero Red Bull con il 49%.

Liberty Media e l'amministratore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali hanno infatti chiamato Mark Mateschitz così da prendere provvedimenti immediati e molto seri: i proprietari statunitensi di Liberty Media non scherzano quando si tratta di questioni che riguardano l'oltrepassare dei limiti in ufficio. Se tali accuse sono reali, Horner non può essere mantenuto.

Tutti sperano di poter concludere questo capitolo prima dell'evento di lancio della RB20 programmato per il 15 Febbraio ma, quando ormai mancano solamente due giorni, sembra alquanto difficile che questo possa accadere. Seguiranno aggiornamenti.

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