Sapete cosa succederà oggi, 8 Marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne? Le squadre posteranno foto delle loro dipendenti, i piloti ringrazieranno "le femmine della loro vita" e si metteranno in luce le ragazze della F1 Academy. Bello, sì, ma restano tutte solo parole, tutti gesti per celebrare in fondo se stessi, per dimostrare una finta inclusività. Perchè il silenzio di tutti nel caso Horner sta testimoniando altro. C'è ancora molto lavoro da fare e la situazione non può, e non deve, passare inosservata. Non può essere considerata un rumore di sottofondo, qualcosa che concerne solo la Red Bull, un caso sportivo prima che umano: ancora una volta, una donna denuncia ed è messa alla gogna, viene schiacciata dal potere di un uomo. E ieri è arrivata l'ennesima bastonata: la sospensione dal lavoro.
In queste settimane nessuno si è esposto in difesa della vittima, o ha solo pensato a come possa stare in questo periodo. Gran parte degli articoli si concentravano solo sul futuro di Horner e della squadra; quando sono state mandate le foto delle chat tra il team principal e la dipendente si è studiato se potessero essere finte, generate con l'IA. Insomma, ci sono poche informazioni e si ritiene così il britannico innocente fino a prova contraria; "non ci si può esporre", "gli stanno facendo dei colpi bassi", mentre la donna è "colpevole", "se l'è cercata", oppure "vuole attenzione". Che poi, gli screen con delle conversazioni possono essere finte, ma si punta il dito contro quei messaggi in cui la dipendente sembra stare al gioco del suo capo (senza pensare che, forse, non sia una strategia di difesa. Si sorride, si annuisce, e si spera che tutto passi).
E perchè allora non proviamo a scardinare questi pregiudizi? Perchè non si può ritenere Horner colpevole fino a prova contraria, come fanno negli States? Se è così innocente come si proclama perchè non rende pubbliche le chat, non porta testimonianze? Già, non gli serve. L'indagine interna della Red Bull lo ha scagionato, la FIA lo sostiene. Che bella immagine e che sicurezza per le donne che magari sono in situazioni simili: chi avrà il coraggio di denunciare?
Giusto ieri è stata una giornata importante per le donne nel motorsport, dato che è iniziata la F1 Academy. Ci saranno tante giovani ambiziose, piene di sogni, che guarderanno quello che fanno le ragazze nelle loro monoposto in un evento che i team (permettetemi di dirlo) vogliono pubblicizzare solo per PR. Ieri tutti hanno messo i risultati, le foto dei piloti che vanno a trovare le atlete nel loro paddock e così via. Eppure, solo mercoledì nessuno dei piloti di Formula 1 si è esposto sulla questione Horner di fronte alle domande dei giornalisti.
Certo, non è bello puntare il dito contro qualcuno (che poi, nel paddock di sicuro sanno qualcosa di più di quello che sanno i media), ma si potevano spendere delle semplici parole, sostenere la vittima, invece che dire "sono qui per correre", oppure "questa cosa non mi interessa" o ancora "è una distrazione". Già che ci siamo facciamo i nomi: in ordine, questi sono i commenti di Lance Stroll, Nico Hulkenberg e Daniel Ricciardo. E potrei andare avanti quasi con tutti.
La situazione che si sta vivendo nel paddock è mortificante dal punto di vista umano e sociale, e spero che tutti possiate vedere il problema. Nel mentre, buon 8 Marzo a tutte le donne che leggeranno.
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