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01/04/2024 09:30:00

Turrini sul ritorno di Vettel: «Non mi stupisce, ha la velocità dentro. Hockenheim? Un tormento»


News di Alessio Ciancola

Dopo aver vinto quattro titoli mondiali di fila, con la Red Bull, nel 2015 Sebastian Vettel decise di approdare a Maranello. E lo fece, nelle aspettative, come l’uomo capace di riportare il mondiale in Italia. Una missione fallita e conclusasi alla fine del 2020, con 14 successi, e due titoli iridati sfiorati in sei anni: nel 2017 e nel 2018. Titoli sfiorati, ma persi per circostanze negative, come problemi di affidabilità, errori del pilota o del team.

Elementi che, di fatto, hanno portato la storia di Sebastian Vettel in Ferrari a concludersi lasciando dell'amaro in bocca a lui e agli appassionati che avevano creduto, sperato di vedere il tedesco vincere in rosso. Aspettative disattese che, poi, hanno portato gli stessi appassionati a chiedersi, negli anni, cosa non abbia davvero funzionato in quelle stagioni. Elementi che, nelle colonne del suo blog "Profondo Rosso", ha analizzato Leo Turrini, all'interno di una riflessione generale sul possibile ritorno alle competizioni, nel Wec con Porsche, dello stesso Seb di cui si parla molto in questi giorni.

Per prima cosa, il noto giornalista ha commentato la passione che Seb mai ha risparmiato nella sua carriera e nei suoi anni in rosso, dove ha lavorato duro per riuscire ad emulare le imprese di Michael Schumacher. Lavoro che, come detto, mai ha pagato, con le speranze di gloria svanite del tutto dopo l'errore di Vettel alla curva Sachs di Hockenheim nel 2018...

"Ho conosciuto un po’ Vettel nei suoi anni Rossi. Mi sono identificato nella sua passione per la Ferrari. [...] Davvero Seb era cresciuto respirando la suggestione del Mito. Avrebbe pagato di tasca sua pur di ripetere le imprese di Schumi, l’idolo della fanciullezza. Cosa abbia rappresentato per lui il fallimento l’ho sperimentato da vicino. Quell’errore di Hockenheim suppongo abbia tormentato a lungo le sue notti. Non sapremo mai come sarebbe andata a finire la storia, senza quello scroscio di pioggia improvviso".

Un sogno svanito che, malgrado tutto, non cancella le ottime prestazioni del tedesco in Italia, uno dei piloti piu vincenti e prestazionali nella storia del Cavallino, malgrado gli anni di schiacciante dominio Mercedes.

"Ritengo che il Vettel ferrarista sia stato trattato ingenerosamente. Ha dato il massimo, ha fatto quello che ha potuto. Certo ha commesso errori, ma se uno va a vedere i suoi numeri assoluti in Rosso, beh, si rende conto che pochi hanno fatto meglio. È mancato il titolo iridato e non è un dettaglio. Ma Seb è stato a Maranello in una era tecnologicamente dominata da Mercedes. E questo, in sede di giudizio, viene spesso ignorato".

Passione che, pur momentaneamente bypassata dalle esigenze familiari dell'ex Red Bull, sta spingendo Seb a valutare, come detto, un clamoroso ritorno al volante, prima nel Wec e magari, chissà, nei GP. Una passione, insomma, piu forte di tutto.

"Non mi stupisce la voglia di Seb Vettel di tornare in pista. Adesso con Porsche nel Wec, un domani forse addirittura nei GP. Sarebbe persino troppo facile evocare il ricordo di Schumi 2010. La verità è che la velocità, quando ce l’hai dentro sin dall’infanzia, è una ossessione che non si spegne. È un modo di intendere la vita. Puoi capirla o rifiutarla, ma ne ho conosciuti tanti, tanti!, di personaggi che non sopportavano l’idea di restare senza l’emozione, la competizione, la sfida".

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Foto copertina twitter.com