Il
Circus iridato torna in Brasile, ad Interlagos, un circuito che
ci ricorda tante emozioni (come tutti gli altri del mondiale)
e che potrebbe portare ad un'ulteriore dimostrazione di forza
e resistenza della Ferrari.
Fino ad ora c'è stata una vera e propria forma di monopolio del
campionato da parte delle Rosse: come tutti sappiamo le prime
due gare della stagione hanno visto un solo vincitore: Michael
Schumacher.
Il dominio che abbiamo visto in Malesia è stato soprattutto frutto
della scelta delle gomme intermedie; se invece risaliamo a circa
tre settimane fa, nel tragico weekend di Melbourne (è morto un
commissario), la squadra del Cavallino ha condotto per prima la
classifica, ma senza quell'aria di egemonia assolutamente schiacciante
che si respirava a Sepang.
E' importantissimo considerare che ora le vetture ed i piloti
tenderanno a sviluppare sempre più freneticamente le proprie capacità
dal punto di vista delle prestazioni: ci è semplicemente bastato
vedere di cosa sia stato capace Ralf Schumacher durante le qualifiche
del Gran Premio di Malesia.
Ciò significa che non si deve dimenticare il ruolo delle coperture,
in quanto le Michelin stanno piano piano raggiungendo le Bridgestone.
Uno dei pochi a non pensarla in tal modo è Pedro De La Rosa, che
ha cambiato tre team nel giro di pochissimo tempo! Prima alla
Arrows, poi alla Prost, ora alla Jaguar: in tutto questo trambusto
pochi si sono accorti che lo spagnolo è stato il solo partecipante
all'edizione 2001 del mondiale di Formula 1 ad aver saggiato entrambe
le tipologie di pneumatici, ovvero Bridgestone e Michelin. Infatti
è stato in grado di tirare le somme ed affermare che la marca
nipponica è molto più performante della rivale.
In Benetton devono concentrarsi, lavorare tanto e sperare anche
nella fortuna: è un peccato che Fisichella debba trovarsi in difficoltà
per cause che in grandissima parte non dipendono da lui. Il motore
Renault avrebbe dovuto dar battaglia ai principali team, ma questo
proposito non si sta realizzando; di conseguenza anche Button
avrà difficoltà di intesa con la sua vettura, che, come si è già
da tempo diagnosticato, non gode di ottima salute.
In Arrows hanno la possibilità di fare grandi cose, dal momento
che la combinazione con Verstappen ha permesso di tenere a bada
i bollenti (?) spiriti del freddo Hakkinen durante la gara in
Malesia.
La Sauber e la Prost hanno il dovere di migliorare, in quanto
hanno piloti molto veloci (forse con l'eccezione di Mazzacane)
e le potenzialità ci sono.
La situazione è critica per la Jaguar, che riesce a difendersi
con i suoi piloti, ma in modo limitato: serve più grinta, più
impegno e maggiore attenzione, in quanto non ha utilità fare tempi
buoni in prova e non renderli successivamente concreti con qualche
piazzamento decente in gara.
La Minardi ha anch'essa da lavorare: potrebbe fare sicuramente
molto meglio, basta volerlo, così come è bastato desiderare che
la monoposto di Faenza venisse progettata in tempo, superasse
i crash-test (che rappresentano una difficile prova durante il
concepimento della macchina) e giungesse a gareggiare nel 2001
in Australia.
Il Brasile sta per certi aspetti prendendo di nuovo piede in Formula
1: basti pensare che sono quattro i drivers di tale nazionalità
quest'anno: Barrichello (Ferrari), Bernoldi (Arrows), Burti (Jaguar)
e Marques (Minardi); senza poi contare i vicini di casa come Montoya,
che è colombiano, e Mazzacane, che viene dall'Argentina. Non c'è
che dire: sarà indubbiamente un Gran Premio infuocato, sotto tutti
gli aspetti.
Le
posizioni della scorsa edizione:
1- Michael Schumacher (Ferrari) - 71 giri, 1h31'35''271, 305.939
Km
2- Giancarlo Fisichella (Benetton)
3- Heinz Harald Frentzen (Jordan)
4- Jarno Trulli (Jordan)
5- Ralf Schumacher (Williams)
6- Jenson Button (Williams)