1 maggio 1994, sono passati trent'anni da quel maledetto giorno in cui Ayrton Senna perse la vita dopo l'incidente alla curva del Tamburello di Imola. Nel trentesimo anniversario del memoriale lo ricordiamo anche attraverso le voci di quelle persone che hanno fatto di tutto per salvargli la vita. Gli operatori del 118 e i medici della Formula 1 sono infatti intervenuti protamente, ma purtroppo non potevano fare nulla per aiutare il brasiliano. Di seguito vi riportiamo le toccanti parole di Sid Watkins e di Giovanni Gordini.
Sid Watkins, il medico più famoso nella storia della Formula 1, nonché grande amico di Ayrton, fino all'ultimo provò a dissuaderlo dal correre quella maledetta gara a Imola, nel giorno precedente, quando durante le qualifiche morì Roland Ratzenberger, andò da Senna e gli disse: "Cosa ti piace fare oltre al pilota?", quando il brasiliano rispose: "Pescare", il britannico rispose: "Perché non ti ritiri e andiamo a pescare insieme?".
Nel documentario prodotto da Netflix che celebra Senna Watkins ci racconta anche dei momenti subito dopo l'incidente: "Lo tirammo fuori dall’abitacolo, gli togliemmo il casco e lo intubammo per farlo respirare. Dai segni neurologici mi resi conto che il trauma alla testa gli sarebbe stato fatale. Poi emise un sospiro e il suo corpo si rilassò. Fu in quel momento che, io non sono religioso, ma in quel momento pensai che il suo spirito avesse lasciato il corpo".
Oltre al britannico, uno dei primi medici ad aver soccorso il campione brasiliano fu Giovanni Gordini che, intervistato da Il Resto Del Carlino, ha raccontato tutti gli istanti dell'intervento: “Poco prima di quel momento c’era già stato un incidente sul rettilineo e io ero andato vicino alla tribuna per controllare come procedessero le operazioni poi Mauro Sacchetti, storico coordinatore del 118, vide l’incidente e pronunciò in radio solamente tre parole ‘Incidente Senna Tamburello’. Presi immediatamente una Vespa e mi catapultai lì".
"Alcuni miei colleghi avevano già iniziando le manovre. C’era Sid Watkins, capo medico della FIA e si sentiva Senna respirare da solo. In circuito avevamo a disposizione l'elicottero e parlando con Watkins ne richiedemmo l'intervento. Una volta saliti a bordo gli praticammo una tracheotomia e partimmo immediatamente verso l'Ospedale Maggiore di Bologna. Il volo fu seguito in diretta mondiale con costanti aggiornamenti riguardo le condizioni di Senna".
“Il paziente era gravissimo. All’ospedale tutti erano informati e la primaria stava coordinando le operazioni. Appena arrivati, facemmo una TAC ad Ayrton ed era devastante. Si vide subito il livello di danno che aveva subito il pilota, dai danni dei braccetti della sospensione e le varie fratture a cranio e collo. Facemmo il tutto per tutto per salvargli la vita, ma poi l'encefalogramma diventò piatto costringendo tutti a confermarne la morte".
Alle 18:40 del 1 maggio 1994 Ayrton Senna si spense in seguito ai danni riportati a causa all'incidente avuto alla curva Tamburello di Imola. I suoi ricordi e i traguardi ottenuti sono rimasti, rimangono tutt'oggi, e rimarranno anche in futuro impressi indelebilmente nella mente e nel cuore di tutti, un po' come quella camera d'Hotel numero 200 in cui Senna dormì la sua ultima notte e che da quel giorno è ferma nel tempo con ancora i mobili di trent'anni fa.
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