Mentre aspettiamo il via di Silverstone, con relativa danza della pioggia annessa, ci rendiamo conto di un particolare. Anzi, di qualcosa di particolare, che è leggermente diverso. Sapete che c'è? Vasseur ha smesso. È ufficiale. Ha smesso di ridere e, soprattutto, di sorridere. Come aveva sempre fatto, attenzione, fino a poco tempo fa.
Dietro quel mezzo ghigno un po' francese e un po' paraculo, anche in giornate di qualifica o di gara difficili, noi vedevamo la consapevolezza di un percorso da compiere, laddove le difficoltà e le giornate storte erano da contemplare un po' come i track limits dei quali tenere conto per arrivare a colmare o perlomeno ridurre in modo sensibile il gap nei confronti della Red Bull.
È chiaro, vista questa premessa, perché Vasseur abbia smesso di presentarsi con quell'espressione a suo modo rassicurante. La Ferrari si è persa in mezzo al guado di quella che avrebbe dovuto essere l'evoluzione della SF-24; persa nel gorgo dei dati della telemetria mai così disorientanti; persa nel calo prestazionale di Charles Leclerc, perché bisogna pur dirlo, al netto delle criticità evidenziate dalla macchina: il monegasco sta passando dall'essere predestinato a prescindere al venire sopportato con pazienza variabile, perché nell'interpretazione della macchina sembra sempre di più accusarne i difetti, anziché sfruttarne gli aspetti positivi, come invece sta facendo quasi sempre il partente Sainz.
Non potendo prevedere, non del tutto almeno, la crescita esponenziale di McLaren prima e Mercedes poi, non sarà che in Ferrari non si aspettavano proprio che la SF-24 smettesse di crescere e mostrasse crisi di rigetto al "trapianto" degli aggiornamenti?
Voi, al posto di Vasseur, avreste continuato a ridere?
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