Nella storia della Formula Uno, ci sono stati momenti in cui vari team hanno attraversato crisi, e durante queste crisi sono emersi i veri campioni. In tali circostanze, è comprensibile che piloti di grande talento incontrino difficoltà, considerata la complessità del periodo. In questa discussione, è necessario prendere in considerazione piloti del calibro di Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, nonché un talento emergente come Charles Leclerc.
Davvero è necessario fare una precisazione del genere?
Ci sono persone che credono che un campione possa compensare le carenze di una squadra nella sua totalità e nella vettura, ma non è così. in Formula Uno l'automobile ha un ruolo fondamentale, poiché senza di essa non è possibile vincere gare o campionati mondiali. È importante considerare questo aspetto quando si formulano critiche verso un pilota piuttosto che un altro, poiché esistono diversi fattori da valutare, come il tipo di vettura guidata, le diverse dinamiche di squadra e, naturalmente, la performance del pilota stesso.
In questa situazione, che può essere più o meno complessa, si trovano i media italiani e stranieri, nonché i tifosi che non mancano mai l'occasione di criticare i piloti quando questi o le loro squadre attraversano un periodo difficile. È impossibile non citare figure come Vettel, Hamilton e Leclerc quando si parla di piloti che hanno ricevuto pesanti critiche, sia in passato che recentemente.
In questo articolo desidero esaminare le esperienze di Sebastian Vettel, a partire dal suo arrivo in Ferrari, passando per il suo licenziamento da parte della scuderia e il suo passaggio in Aston Martin, fino alla decisione di ritirarsi dalla Formula Uno.
Le aspettative nei confronti di Vettel, arrivato in Ferrari dopo aver vinto quattro campionati mondiali di fila, erano elevate, pertanto le critiche ricevute sono state numerose e severe. Il periodo durante il quale ha ricevuto più critiche è stato sicuramente quello trascorso con la Rossa, dal 2015 al 2020.
Nel 2015, Sebastian Vettel ha vinto tre gare, ma nella stagione successiva, a fronte di aspettative iniziali deluse, i media italiani hanno criticato complessivamente la gestione del team, includendo anche lo stesso Vettel. Il 2017 e il 2018 sono stati anni caratterizzati da errori da parte della Ferrari che gli hanno precluso la possibilità di vincere il campionato del mondo. Il Gran Premio di Germania del 2018 è ancora ricordato per il momento in cui Sebastian Vettel, mentre era saldamente in testa, ha commesso un errore che ha solo aggravato la percezione di lui come pilota incapace di gestire la pressione nei momenti decisivi..
Nel 2019 con l'arrivo di Leclerc in Ferrari, le critiche non hanno fatto altro che peggiorare. Nel corso della stagione, la posizione di Vettel all'interno del team è stata spesso oggetto di dibattito, culminando nell'incidente tra i due piloti durante il Gran Premio del Brasile. Durante quel particolare momento i media non ha fatto altro che criticare Vettel e la sua incapacità di competere ancora a certi livelli.
Il 2020 è stato un anno segnato dalla scarsa competitività della Ferrari, ma ciò che rimarrà impresso nella memoria di tutti è l'annuncio che la Ferrari non avrebbe rinnovato il contratto con il pilota tedesco per la stagione successiva. In risposta a questa notizia, i media italiani hanno continuato a evidenziare gli errori commessi dal 2015 al 2020, trascurando il patrimonio di esperienza, le pole position e le vittorie accumulate negli anni con il team di Maranello.
Per quanto invece riguarda Hamilton, la sua situazione é diversa rispetto a quella vissuta da Vettel. In particolare, la stagione 2016 ha suscitato numerose critiche a causa del confronto teso tra Hamilton e Rosberg, compagni di squadra. Durante quella stagione, Hamilton è stato oggetto di dure critiche per essere stato influenzato "a livello psicologico" dal suo compagno di squadra. Quell'anno fu segnato da tensioni, ma il pilota inglese riuscì a ottenere prestazioni eccellenti, nonostante quella fosse considerata la sua stagione più difficile.
Dal 2022 a oggi, si è assistito a un'altra "stagione" di critiche per la mancata competitività della Mercedes e, in particolare, di Hamilton, soprattutto nel confronto con Russell. Nei campionati del 2022 e del 2023, la Mercedes ha affrontato una crisi significativa che ha avuto ripercussioni anche su Lewis. I media erano particolarmente convinti che il pilota avesse perso la motivazione a seguito degli eventi verificatisi ad Abu Dhabi. Si sono aggiunte critiche sulla sua incapacità di adattarsi alle nuove vetture e di competere con giovani talenti come Verstappen, Russell e Leclerc, ed è stato anche incolpato per non aver guidato la squadra nella scelta della strategia corretta o per non essere stato in grado di affermarsi. Questa stagione però, anche se non necessario, Hamilton ha dimostrato con una macchina leggermente più competitiva il motivo dei suoi numerosi successi e come si deve correre per vincere.
Charles Leclerc, invece, ha debuttato in Formula Uno nel 2018 e, con l'annuncio del suo ruolo come pilota per la Ferrari nella stagione 2019, sono sorte molte critiche per la scelta di un pilota tanto giovane e inesperto. La stagione 2019 ha generato grandi aspettative per il pilota monegasco, grazie alle sue vittorie spettacolari a Spa e Monza. Tuttavia, nel 2020, è stato oggetto di critiche per la sua difficoltà nell'adattarsi a vetture non competitive e per non aver compreso appieno i suoi limiti. L'arrivo di Carlos Sainz Jr e il confronto diretto sui risultati hanno intensificato le critiche. Inoltre, i media hanno sollevato dubbi sulla sua capacità di gestire la pressione, suggerendo che in alcune circostanze questa possa avere la meglio su di lui.
In conclusione, ci sono molteplici motivi che hanno spinto opinionisti, ex piloti e giornalisti a giudicare questi tre piloti, come altri nel corso degli anni, senza considerare gli aspetti chiave che dovrebbero essere al centro dell'attenzione. È riflessivo notare come spesso l'emotività e l'incapacità di gestire la pressione vengano messe in primo piano, quando nella maggior parte dei casi questi non sono stati i veri motivi delle prestazioni sotto le aspettative. Bisogna tenere conto delle vetture guidate e riconoscere che, in assenza di una macchina competitiva, spettava a loro l'onere di superare le aspettative. I tre piloti in questione sono stati etichettati come incapaci di competere al massimo livello, troppo fragili o persino troppo anziani, ma sono gli stessi che continuano a suscitare emozioni e di cui si celebrano le prime vittorie anche a distanza di anni. Questo dimostra quanto le opinioni possano variare in base alle circostanze.
Leggi anche: Hamilton sorride per i 200 podi: «Mi servirà più spazio per i trofei»
Foto copertina x.com
Foto copertina x.com
Foto copertina x.com