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25/09/2024 07:15:00

Ivan Capelli, il pilota dietro l’opinione


News di Paolo Marcacci

Galeotto fu quell'incontro con Niki, da ragazzino. Perché se sogni di fare il calciatore, come quasi tutti i tuoi compagni di scuola, verso la fine degli Anni Settanta, ma la prima "figurina" in carne e ossa che ti capita di incontrare è Lauda, oltre a un certo disorientamento puoi accusare anche un vero e proprio capogiro, dovuto al profumo di benzina che associ al campione di fronte al quale rimani muto, perché quasi non ti sembra vero che possa essere lui in carne e ossa. Se la benzina per lui profumava, vuol dire che il ragazzino s'era già scelto una passione, perché per altri sarebbe stato un olezzo insopportabile. Non poteva sapere che l'avrebbe anche coronata al massimo livello, pur raccogliendo meno di quanto avrebbe meritato

Ivan Capelli, un ragazzo milanese del '63, che dal giorno in cui salì per la prima volta su un go - kart non ha mai smesso né di correre né, soprattutto, di rincorrere il suo sogno: continuare a migliorarsi, dimostrare di valere sempre qualcosa in più rispetto a ciò che via via si conquistava. Se poi pensiamo ai nostri giorni, ricordarci che è stato molto di più rispetto all'opinionista preciso e competente che apprezziamo su Sky. È per questo che raccontiamo, con piacere, la sua storia

Va bene il sostegno familiare per cominciare, poi per proseguire (oltre al sostegno economico) ci vuole il manico, soprattutto se il passaggio alle monoposto avviene rapidamente: nel 1983 è Campione italiano di Formula Tre, l'anno dopo si conferma in Europa, con il sovrappiù della vittoria del Gran Premio di Monaco, il maggiore benefit per farsi attenzionare da più d'una scuderia in Formula Uno. La Formula 3000, come si chiamava all'epoca, nel 1985, confermandosi vincente anche nella categoria, a bordo di una March - Cosworth.

Quella è anche la stagione dell'approdo in Formula Uno, perché il primo volante non glielo offre uno qualsiasi, visto che si tratta di Ken Tyrrell. Nel 1986, non più sotto l'egida del "boscaiolo", è al volante dell'AGS, mentre nel 1987 approda alla Leyton House, che dall'anno seguente si avvarrà della "matita magica" di un certo Adrian Newey: Capelli si classifica quinto in Canada, Germania e Italia, terzo in Belgio e secondo in Portogallo: in quest’ultimo evento, dopo aver segnato il terzo tempo in qualifica, disputa una gara quasi perfetta dietro ad Alain Prost. A fine anno, Capelli è settimo in classifica, con 17 punti, il suo miglior piazzamento in Formula Uno. 

Al Gran Premio di Francia del 1990 Ivan il milanese "assaggia" la testa della corsa ma poi transita per secondo sotto la bandiera a scacchi, ancora dietro a Prost. 



1992: la chiamata più ambita arriva nella stagione più sbagliata; la Ferrari gli affida la F92A, quella col doppio fondo piatto, una delle monoposto più sbagliate in assoluto, a Maranello. Un Mondiale da incubo, per tutti i ferraristi, compreso Jean Alesi; per Capelli l'onta del taglio da parte della scuderia prima ancora che la stagione termini. 

Nel 1993, in Jordan, il suo canto del cigno: 93 gran premi, 3 podi e 31 punti iridati; la parabola importante di uno che avrebbe meritato tanto, tanto di più.

Foto copertina x.com

Foto interna x.com

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