Con il cambio di regolamento del 2026 si andrà a modificare uno dei più grandi crucci della Formula 1 moderna: il peso e la grandezza delle monoposto. Vetture troppo larghe e difficili da maneggiare rendono le azioni in pista complicate e rischiose, causando così i famosi "trenini". Piloti e progettisti si lamentano da tempo di questi problemi, ma sembra che nessuno li prenda in considerazione; con le nuove direttive tecniche, però, le macchine passeranno dagli attuali 798 kg a 768 (30 kg che fanno la differenza, ma contando che nel 2008 il peso minimo era 585 kg si capisce perchè la vecchia scuola si lamenta).
Persino Eddie Jordan, su provocazione di alcuni fan, le ha mandate a dire contro la Formula 1 attuale, ricordando i motori nella sua epoca. "Quando partecipavi a un Gran Premio, mettiamo a caso Silverstone, e i motori V10 si accendevano, vi giuro che la terra tremava tanto era la potenza trasmessa. Il rumore e il suono ti entravano nelle ossa, e quello era il vero motorsport per me. Torneremo al V10? Non credo proprio. Legato a questo, onore a Lewis, Max, Lando e tutti gli altri, ma queste vetture sono dei trattori da guidare. Sono estremamente sovrappeso, che siano maledetti gli organizzatori, il regolamento e le persone che hanno permesso questo. Lo sport adesso è a un punto di non ritorno, e li odio per questo", ha detto con enfasi al podcast F1 For Success.
Un altro argomento della sua arringa è stato poi il DRS, criticato per essere un sistema studiato a tavolino per favorire i sorpassi, visto che le attuali vetture non riuscirebbero a eseguirli altrimenti. "Tutto quello che è messo al posto di una storia onesta e corretta nella mia opinione è un artefatto. Il DRS è finto. Abbiamo visto una bellissima gara in Brasile, anche senza questo aiuto. Con il DRS non ci sono battaglie, è come fare a pugni con qualcuno che ha una mano dietro la schiena. È un vantaggio immeritato, perchè portare un pilota ad essere sorpassato per una stupida regola? A me non piace, sono vecchio stile", ha continuato poi l'ex team principal.
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