Al termine del GP di Las Vegas sono volate ancora scintille tra Charles Leclerc e Carlos Sainz, per quei team radio e frecciatine che tanto hanno fatto discutere. L'ennesimo dibattito che si fonda su un castello di carte, che allontana dal vero problema del weekend, ossia il fatto che la Ferrari non era ai ritmi sperati. Negli ultimi giorni si sono sviscerati vari team radio e tempi per scagionare l'uno o l'altro, dando a questa scaramuccia una rilevanza eccessiva. Da un lato si capisce se il monegasco è irato, e che ha sbottato dopo diverse volte in cui il compagno di squadra aveva tradito degli accordi presi prima, ma dall'altro come si può pensare che lo spagnolo, appiedato dal team, resti dietro? Leclerc si lamenta che Sainz non lo aiuti nel Mondiale piloti, ma perchè dovrebbe aiutarlo in una lotta individuale? A volte ci dimentichiamo che questa è una gabbia di leoni, che ognuno fa i suoi interessi o, al massimo, quelli del team. E che Sainz, al contrario di Leclerc, non deve moralmente nulla alla Ferrari.
D'altronde, ci perdonerà Enzo Ferrari per averlo disturbato, ma lui stesso aveva detto "L'importante è che vinca la Ferrari", quando Pironi tradì Villeneuve al GP di Imola del 1982. Se a qualcuno sta davvero a cuore il Cavallino, quello che conta è che la squadra ha conquistato il massimo dei punti disponibili; forse se ne volevano di più, ma nessuno aveva previsto una Mercedes così competitiva. E della stessa idea era anche il team principal, che ha in mente un obiettivo preciso: vincere il Mondiale costruttori. Come riporta Leo Turrini sul Quotidiano Sportivo, Vasseur ha voluto mettere in chiaro lo scenario ai suoi piloti, chiedendo una collaborazione professionale per le prossime due settimane per massimizzare i risultati, e "rinunciare alle residue speranze in nome di capricci individuali sarebbe intollerabile". Il francese avrebbe parlato anche con gli ingegneri per migliorare il nodo della comunicazione, dato che tutto sarebbe nato da quel "Non mettere Charles sotto pressione" detto da Adami a Sainz; d'altronde così ha fatto lo spagnolo, sorpassando il compagno di squadra in modo pulito. Vedremo se in Qatar gli animi riusciranno a spegnersi sotto il caldo del deserto.
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