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30/04/2025 07:45:00

Qual è il vostro primo ricordo della F1? Il mio è Senna


Articolo di Daniele Muscarella
Ognuno di noi ha un momento preciso in cui si è innamorato della Formula 1. Il mio risale a quando avevo solo sette anni: davanti alla TV, con mio fratello più grande, iniziai a scoprire quel mondo fatto di rombi assordanti, velocità, emozioni…

Ci sono ricordi che ti si attaccano addosso e non ti lasciano più.

Il mio, quello che mi ha fatto innamorare della Formula 1, nasce quando avevo solo sette anni. Una TV accesa, mio fratello più grande accanto a me, e un mondo che si spalancava davanti agli occhi. Con lui, anni dopo, avrei condiviso anche l’esperienza dei rally: io navigatore, lui pilota. Ma tutto cominciò lì, davanti a quelle macchine straordinarie che sembravano astronavi.

Non capivo ancora tutto, ma sentivo tutto: il rombo dei motori, il colore acceso delle macchine, la tensione che si respirava nell’aria di casa, un po' tutti appassionati di motori.

C’erano macchine che già mi affascinavano: ovviamente la rossa Ferrari, la bianca e rossa McLaren. Ma i miei occhi cercavano qualcos’altro. Cercavano quel casco giallo, quella macchina nera e oro. Cercavano Ayrton Senna. Era diverso da tutti. Un outsider. Un sogno che correva più veloce di chiunque altro.

Di quella Lotus nera e oro mi regalarono un modellino. Ce l’ho ancora. E ogni volta che lo guardo, torno indietro nel tempo, a quel primo, indelebile ricordo: il sorriso stupito di mio fratello quando Senna vinse il suo primo Gran Premio in Portogallo. Ricordo ancora la sua voce che ripeteva “incredibile”, come se stessimo assistendo a qualcosa di magico.

Ed effettivamente era così.

E poi? Poi ci sono ricordi che non svaniscono mai, nemmeno se volessi.

La morte di Senna.

Un momento sospeso nel tempo. So ancora dove ero, con chi ero, che vestiti indossavamo, cosa stavamo mangiando. So chi pianse, so chi rimase in silenzio, come pietrificato dal dolore. Un pezzo della mia passione sembrava essersi spento con lui.

Ma la Formula 1 insegna anche a ricominciare. A emozionarsi ancora. A credere di nuovo.

Come quando arrivò Schumacher a portare la Ferrari dove non arrivava da troppo tempo.

Come le prime volte dal vivo sui circuiti di Imola e Monza, quando il profumo della benzina bruciata sembrava qualcosa di sacro ed erano necessari i tappi per le orecchie, e nei prati dell'autodromo si arrivava all 4 di notte, per prendere i posti migliori.

Come la stretta al cuore per Massa in Brasile nel 2008, l’urlo strozzato in gola. Un mondiale durato pochi secondi.

Come l’arrivo di Vettel, il ragazzo tedesco che sembrava voler bene alla Ferrari come un figlio, come uno di noi.

Come la prima vittoria di Leclerc a Monza, quando sembrava che tutto l’amore, tutta la fatica, tutta la passione di anni si fossero finalmente trasformati in magia.

Emozioni. Passione.

Trasferte improvvise, sveglie alle quattro del mattino, delusioni che fanno male come pugni, speranze che si rinnovano, ammirazione per una tecnologia che sembra poesia in movimento.

La Formula 1 per me è tutto questo. È una parte viva della mia vita.

Da 27 anni la seguo, la studio, la racconto, la amo. Come tifoso, come ingegnere, come editore e proprietario di formula1.it.

Un amore che non si spegne, che continua a farmi battere il cuore come quella prima volta davanti alla TV, a sette anni, con mio fratello. Con un casco giallo che correva più veloce di un sogno.

E voi? Qual è il vostro primo ricordo della Formula 1?

Foto interna x.com

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