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29/05/2025 09:30:00

Newey bacchetta l'Aston Martin: «I soldi non bastano, c'è molto da migliorare»


News di Prisca Manzoni

Tra le celebrità che affollavano il paddock di Montecarlo, c'era una presenza che cercava di passare inosservata: Adrian Newey, alla sua prima apparizione con i colori dell'Aston Martin. Non sorprende che il britannico abbia debuttato con la nuova divisa proprio nel Principato, un posto che ha nel cuore da parechhi anni (nonchè è la sua residenza). È stato fotografato mentre studiava la AMR25 con il suo iconico taccuino in mano, cercando le magagne di una monoposto che è sì migliorata, ma non si può definire competitiva. Il fatto curioso è che il super ingegnere non è stato assunto per lavorare all'attuale macchina, ma non può esimersi dal farlo per natura. "Io sono concentrato sul 2026, ma durante la pausa pranzo sento le discussioni dei miei colleghi su questa vettura, e ogni tanto mi inserisco. Avremo un aggiornamento verso Silverstone. Devo dire che non ho avuto modo di studiarla molto, nemmeno dalle foto; questa è la prima volta che vengo in pista", ha ammesso ai microfoni di Lawrence Baretto. 

Guardando al futuro, Newey è quasi un bambino in un negozio di caramelle vista la facility super tecnolgica che l'Aston Martin ha costruito a Silverstone, con una galleria del vento all'avanguardia e strumenti allo stato dell'arte. Tuttavia,  ha avvisato delle difficoltà che incontrerà, con un calendario così serrato: "Ora le vetture sono più complicate e i metodi di ricerca più avanzati. Avendo iniziato a marzo faccio fatica a rispondere alle scadenze e presentare una monoposto per il prossimo febbrario. Ci sto provando, ma devo trovare un equilibro tra il fare veloce e non trascurare qualche dettaglio importante. Quando c'è un cambio del genere tutti i team hanno risorse limitate, e non si possono provare strade diverse. Ne prendi una, ma non sai dove ti porterà, c'è solo la speranza che dia i suoi frutti".

In particolare, Newey ha evidenziato le limitazioni di un particolare elemento: "Alcuni dei nostri strumenti sono deboli, specialmente il simulatore, che al momento non dà correlazione con la pista. La squadra è cresciuta moltissimo in un breve arco di tempo, e dobbiamo anche gestire meglio la struttura organizzativa, capire come lavorare insieme. Sono fortunato che accanto a me c'è Andy Cowell, che conosco da tempo. Per arrivare a qualcosa di concreto, però, serviranno almeno due anni". 

 

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