Il "silenzio" sui motivi che hanno causato il clamoroso licenziamento di Christian Horner è stato infranto, o almeno ne abbiamo finalmente una versione ufficiale (plausibile o meno). A rompere gli indugi è stato Helmut Marko, storico consigliere Red Bull, che al termine del Gran Premio del Belgio, intervistato da Sky Germania, si è finalmente espresso in modo chiaro su quanto accaduto e su chi ha preso la decisione.
“È stata una decisione della direzione, ovvero di Oliver Mintzlaff” ha dichiarato Marko. “Abbiamo informato Horner a Londra, ringraziandolo ufficialmente per vent’anni di lavoro e otto titoli mondiali. Ma la decisione è stata il risultato di vari fattori. Principalmente, però, la performance non era più all’altezza.”
Una dichiarazione che va incontro ad una delle ipotesi e che, per quanto plausibile, lascia alcuni interrogativi. Se è vero che la Red Bull ha vissuto una parabola discendente negli ultimi 18 mesi, e che questo ha pesato nell’incertezza sul futuro di Max Verstappen, su una serie di defezioni tra figure chiave del team, è anche vero che Horner è stato sicuramente l'artefice principale nel creare un team assoluto protagonista degli ultimi 20 anni.
Comunque la squadra ha scelto di voltare pagina affidando la guida tecnica a Laurent Mekies, già al vertice del team satellite Racing Bulls e secondo Marko, l'opzione migliore in termini di competenza tecnica.
“Fortunatamente siamo riusciti a far arrivare Laurent Mekies dalla famiglia Red Bull. Il suo ruolo sarà molto più mirato, principalmente sulla parte sportiva” ha spiegato. “È un eccellente ingegnere, ed è perfetto vista la complessità tecnologica della Formula 1. Comunica bene con lo staff e siamo fiduciosi di poter tornare progressivamente al vertice.”
Il nuovo assetto prevede una netta suddivisione delle responsabilità: “Mekies si occuperà solo della parte tecnica e delle gare. Il marketing, il progetto RB17 e i Powertrains saranno gestiti da altri reparti. Questo gli permetterà di dedicare tutte le energie ai risultati in pista.”
In Formula 1, queste rivoluzioni non sempre pagano, anzi è quasi sempre la stabilità a portare a cicli vincenti. Rimane quindi l'idea che una scelta così estrema, applicata ad un attore così importante, sia stata dettata anche da altri motivi.
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