Laurent Mekies ha preso il comando della Red Bull in un momento delicato, ma il suo impatto é già evidente. Dopo l’addio di Christian Horner, il team ha ritrovato competitività e coesione tecnica. Helmut Marko elogia il nuovo approccio, fondato sul dialogo e sull’ascolto dei piloti. Mekies incarna una visione più ingegneristica, che sta già dando frutti concreti in pista.
Helmut Marko ha sottolineato l’impatto di Mekies da quando, a luglio, é diventato Team Principal della Red Bull. Il licenziamento di Horner era arrivato dopo un calo di prestazioni: dal titolo mondiale 2023, il team era scivolato al quarto posto in classifica dietro McLaren, Ferrari e Mercedes.
Con Mekies al comando, la Red Bull é migliorata nei quattro gran premi successivi, conquistando un podio con Max Verstappen e una vittoria a Monza. Dopo il GP d’Italia, Marko ha espresso soddisfazione per i cambiamenti introdotti, in particolare sul piano tecnico. Non a caso, Mekies vanta una lunga esperienza come ingegnere di gara, a partire dai tempi della Minardi nei primi anni 2000.
"L’intero team tecnico é più aperto e discute. Non sono ciechi di fronte a ciò che dice la simulazione".
Un segnale chiaro é arrivato a Monza: parte della squadra spingeva per un assetto più carico, scelta che Verstappen non condivideva. Il campione olandese ha avuto la meglio, ottenendo pole e vittoria davanti alle due McLaren. Un successo che ha rafforzato l’idea di dare maggiore peso al feedback dei piloti.
"Gli ingegneri ascoltano di più il pilota. Se hai un pilota così veloce ed esperto, questa é la strada giusta. Deve guidarla lui ed é importante che la nostra velocità massima stia migliorando. Abbiamo visto che potevamo allontanarci dalle McLaren e anche altre modifiche - il contributo del pilota é stato riconosciuto".
La nomina di Mekies si inserisce in una tendenza ormai diffusa in Formula 1: affidare la guida dei team a ex-ingegneri, in vista del cambio regolamentare del 2026. La Haas ha sostituito Guenther Steiner con Ayao Komatsu, la McLaren é passata a Andrea Stella, mentre la Racing Bulls ha puntato su Alan Permane. L’era dei manager-padroni lascia spazio a figure più tecniche, capaci di gestire la complessità della F1 moderna.
Per la Red Bull si tratta di una svolta strategica: Mekies dovrà guidare il team verso il 2026, quando debutterà la prima power unit costruita direttamente a Milton Keynes, dal loro ingresso in Formula 1 nel 2005.
"Nominarlo è stata la decisione giusta. Con la complessità della Formula 1, avere un esperto tecnico al vertice è la soluzione migliore. Ora il lavoro è più strutturato, e quando tutto funziona insieme e il pilota è integrato nel processo, i risultati arrivano. La vettura non è fondamentalmente diversa, ma con questo livello di coordinamento possiamo ottenere prestazioni così".
Guardando al prosieguo del campionato, Marko si dice più fiducioso in vista degli ultimi otto appuntamenti, a partire dal Gran Premio dell'Azerbaijan e dal successivo impegno a Singapore, dove Verstappen non ha mai vinto.
"Con la velocità mostrata, speriamo di poter lottare a pari merito in quasi tutti i circuiti. Singapore sarebbe speciale: è l’unica gara che non abbiamo mai vinto. Ma forse andrà bene anche lì; a Zandvoort, ad esempio, siamo arrivati secondi. Stiamo ancora perfezionando la macchina. Il campionato è perso, ma qualche altra vittoria sarebbe molto bella".
L’analisi di Helmut Marko lascia intravedere ottimismo: la Red Bull ha vissuto una stagione di alti e bassi, ma Mekies rappresenta quella "ventata d’aria fresca" che a Milton Keynes sembrava mancare da tempo.
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