Continua il processo che vede contrapposti la McLaren e il campione IndyCar Alex Palou, per un risarcimento di circa 20 milioni di dollari chiesti dal team a causa del mancato trasferimento del pilota e della violazione del contratto nel 2023.
Dopo l’accesa audizione di ieri, il CEO della McLaren Racing Zak Brown è tornato sul banco dei testimoni dell’Alta Corte e si è trovato di fronte a una serie di messaggi WhatsApp, presentati all’ultimo minuto dal team legale di Palou.
In questi messaggi, l’ex team manager della McLaren IndyCar Gavin Ward comunica a un suo contatto che la McLaren utilizzava la funzione di WhatsApp che cancella automaticamente le conversazioni dopo un determinato periodo di tempo, per “pararsi il culo nelle cause legali”.
Alla corte è stato anche mostrato uno scambio in cui Brown invita i destinatari a utilizzare la piattaforma di messaggistica crittografata nell’agosto 2023, poco prima che la decisione di Palou di rimanere con il team Chip Ganassi Racing (CGR) diventasse pubblica. Il messaggio di Brown dice anche ai membri del team di cancellare gli scambi.
Un altro messaggio di Lauren Gaudion, vicepresidente del marketing e della comunicazione del team IndyCar della McLaren, fa riferimento a un documento con password di accesso “Palou”.
Dopo aver mostrato gli screenshot dei messaggi, l’avvocato di Palou si è rivolto a Brown dicendo:
“Lei ha detto questo perché era desideroso di distruggere le prove relative a Palou perché sapeva che avrebbe violato il contratto”, ha esclamato De Marco.
De Marco è tornato sull’argomento: “Lei ha distrutto le prove in questo caso. Ha attivato i messaggi che scompaiono quando le era stato chiesto di non farlo, perché era preoccupato delle conseguenze che avrebbe potuto avere. Dopo che gli avvocati le hanno detto di non attivare la funzione di cancellazione dei messaggi, lei ha continuato a farlo e ha detto al suo staff di fare lo stesso.”
Brown ha risposto di aver seguito la politica aziendale nell’utilizzo della funzione e che a volte questa si disattivava in modo imprevisto. “A volte si disattiva da sola... può succedere inavvertitamente”, ha detto, aggiungendo di aver ottemperato all’ordine di conservare le prove nel caso.
De Marco ha poi chiesto a Brown se riconosceva i messaggi mostrati in aula: “Questo è collegato al caso?”
“Sembra di sì, ma non ce l’ho”, ha risposto il capo della McLaren.
“Non ce l’ha perché ha detto a tutti di distruggerlo!”, ha ribattuto De Marco.
Brown ha ribadito di aver seguito la politica aziendale nell’utilizzo della funzione di conservazione dei messaggi e che a volte questa si disattivava in modo imprevisto. “A volte si disattiva da sola... può succedere inavvertitamente”, ha ripetuto, aggiungendo di aver ottemperato all’ordine di conservare le prove nel caso.
Il caso continua...
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