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20/11/2025 17:45:00

Massa e FIA esultano per la sentenza dell’Alta Corte, ma chi ha vinto davvero?


News di Daniele Muscarella

Dopo la pubblicazione della sentenza, Felipe Massa e il suo team legale hanno parlato di una vittoria storica, rivendicando l’ammissione in giudizio della presunta cospirazione tra Ecclestone e la FIA. Ma pochi minuti dopo è arrivata la replica dell’organo federale: un comunicato puntuale, costruito per evidenziare tutti i punti in cui sarebbe stata la FIA ad aver ottenuto successo contro Massa. Due letture opposte della stessa decisione. Chi ha ragione, dunque? Per capirlo occorre leggere la sentenza nel dettaglio. Lo facciamo in questo articolo.

La sentenza cambia il caso Massa, ma non il Mondiale 2008. Con il giudizio pubblicato il 20 novembre dall’Alta Corte di Londra, Felipe Massa ottiene la vittoria più pesante della sua battaglia legale: il giudice Jay riconosce che la sua accusa di cospirazione contro FIA ed Ecclestone non è affatto infondata e che merita un processo. Ma, al tempo stesso, cancella una serie di richieste che il pilota brasiliano considerava centrali, a partire dal tentativo di ottenere una certificazione formale sull’irregolarità del Mondiale 2008. È una decisione doppia, complessa, che sposta gli equilibri del caso senza riscrivere la storia del campionato.

L’aspetto più importante riguarda la ricostruzione di quanto avvenne tra Singapore e il gala FIA di dicembre 2008. Secondo Massa — e secondo quanto ora la Corte ritiene plausibile — l’incidente di Nelson Piquet Jr fu non solo deliberato, ma conosciuto ai vertici FIA già nel 2008. Il giudice considera credibile che Max Mosley e Bernie Ecclestone fossero stati informati da Charlie Whiting subito dopo il GP del Brasile e che, temendo uno scandalo prima dell’assegnazione del titolo, abbiano scelto di non aprire alcuna indagine. La mancata investigazione verrebbe quindi ricondotta non a una valutazione tecnica, bensì a una decisione consapevole di insabbiamento. Ed è proprio questa scelta, coperta per anni, a costituire il cuore della potenziale cospirazione illecita ammessa al processo.

I giudici rifiutano invece l’idea che la FIA avesse obblighi contrattuali diretti verso Massa. La Superlicenza non crea — secondo l’Alta Corte — alcun dovere investigativo in favore dei piloti, e l’organo sportivo risponde soltanto verso i propri membri istituzionali. Per questo la causa per violazione contrattuale della FIA viene esclusa. Ma ciò non impedisce alla causa di proseguire: la Corte riconosce infatti che la FIA potrebbe aver violato obblighi verso i propri affiliati e che quella violazione può comunque essere utilizzata come “mezzo illecito” nella cospirazione contestata da Massa.

Un altro capitolo cruciale è quello della prescrizione. La difesa sosteneva che tutto fosse finito nel 2015: troppo tardi per riaprire la questione. Il giudice, però, riconosce che l’intervista rilasciata da Ecclestone nel 2023 ha svelato per la prima volta elementi centrali della presunta cover-up. Non si tratta, come sostenuto da FIA e FOM, di dettagli accessori: sono fatti essenziali, senza i quali Massa non avrebbe potuto neppure immaginare l’esistenza di una cospirazione. Da qui la decisione: il brasiliano ha una reale possibilità di dimostrare che gli elementi chiave furono deliberatamente nascosti, e che la prescrizione debba quindi essere sospesa.

Se la battaglia civile va avanti, un confine rimane invalicabile: nessun tribunale può dichiarare Massa campione del mondo 2008. La Corte respinge in modo netto la richiesta di ottenere dichiarazioni ufficiali che rimetterebbero in discussione l’esito del campionato. Sarebbe un’ingerenza inammissibile nell’autonomia dell’organo sportivo, oltre che un atto che coinvolgerebbe terzi non presenti nel procedimento, come Lewis Hamilton. È un punto che il giudice considera decisivo: non spetta alla giustizia civile correggere la storia sportiva, e ogni eventuale risarcimento dovrà muoversi nel solo terreno economico.

La sentenza, letta nel suo insieme, apre dunque uno scenario inedito. Massa non può cambiare la classifica del 2008, ma può provare in aula ciò che per anni è stato soltanto un sospetto: che la verità sul crash-gate fu conosciuta, nascosta e tenuta fuori dall’arena pubblica fino a titolo ormai assegnato. Potrebbe ottenere un risarcimento multimilionario e, soprattutto, una valutazione giudiziaria sul comportamento dei protagonisti di allora. Non è la riscrittura di una stagione, ma la possibilità — dopo quindici anni — di accertare se la Formula 1, nel momento più delicato di quell’annata, abbia scelto la tutela dell’immagine a scapito della trasparenza.

 

Esito Punto contestato Decisione della Corte
SUCCESSO PER MASSA Cospirazione (FIA + Ecclestone) Accusa ritenuta plausibile: la teoria del cover-up del 2008 va a processo.
SUCCESSO PER MASSA Induzione a violare obblighi FIA La Corte ammette che Ecclestone possa aver indotto FIA a ignorare i regolamenti.
SUCCESSO PER MASSA Prescrizione Non è fuori tempo: Massa può dimostrare che gli elementi chiave furono nascosti fino al 2023.
SUCCESSO PER MASSA Proseguimento del processo Rifiutato lo strike-out: il caso andrà in aula su temi centrali.
SUCCESSO PER FIA/FOM Violazione contrattuale FIA Causa cancellata: la FIA non ha obblighi diretti verso i piloti tramite Superlicenza.
SUCCESSO PER FIA/FOM Dichiarazioni richieste da Massa Respinte: nessun tribunale può riassegnare il Mondiale o certificare l’irregolarità del 2008.
SUCCESSO PARZIALE PER FIA Causa in tort francese Ritenuta debole: potrebbe essere rimossa in seguito.
MIXTO Richiesta danni economici Ammessa, ma con dubbi sulla causalità avanzati dal giudice.

 

Foto copertina www.motorsportmagazine.com

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