L'ultimo Gran Premio di Las Vegas non è stato esente da critiche nei confronti dell'operato della Direzione Gara; se in Brasile a finire sotto la lente d'ingrandimento era stata la penalità inflitta a Oscar Piastri, in Nevada a far discutere è stata invece la presenza in pista dei marshal nei pressi di curva 1 per rimuovere la monoposto di Lance Stroll.
Un'autentica follia quella della Race Direction che ha dato il via libera ai commissari del circuito a intervenire quando ancora era esposta la sola bandiera gialla. Alla fine è stato poi introdotto il regime di Virtual Safety Car, ma ciò non scagiona comunque la Federazione dall'aver creato una situazione di pericolo che - per fortuna - non è sfociata in tragedia.
La stessa FIA tramite una nota ufficiale ha voluto sottolineare quanto sia stato "soddisfacente e sicuro" l'intervento dei marshal di Las Vegas: un comunicato che però non basta a giustificare la pericolosità di quanto visto ma, al contrario, non fa altro che auto-assolvere la FIA stessa per una situazione che invece avrebbe dovuto sportivamente condannare chi ha preso questa scellerata decisione.
Senza riesumare episodi troppo lontani nel tempo (ma non per questo da gettare nel dimenticatoio), come quello che nel 2014 portò alla prematura scomparsa di Jules Bianchi, è sufficiente riavvolgere il nastro a qualche settimana fa quando - durante il GP del Messico - Liam Lawson si trovò davanti alcuni commissari nel tratto tra prima e seconda curva.
Oppure quanto accaduto questo weekend sempre in Nevada nei primissimi istanti di Gara-1 della F1 Academy dove una gru si è trovata nel bel mezzo del tracciato con la SC e le vetture che transitavano sul posto. Un qualcosa da far accapponare la pelle e che ora più che mai fa sorgere un semplice quesito: la bandiera rossa è diventata un optional?
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