Helmut Marko, superconsulente Red Bull, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla versione olandese del sito Motorsport.com, soffermandosi sul suo pupillo Max Verstappen, il quale ha posto fine al dominio Mercedes nell'era ibrida in F1 con la vittoria del mondiale piloti nel 2021.
Marko svela un retroscena sull'ingaggio di Max Verstappen da parte della Red Bull: "Ovviamente sapevamo che Max stava parlando anche con la Mercedes, ma con loro non sarebbe arrivato in Formula 1 così rapidamente", ha detto Marko. “Non si prendono quei rischi con un nuovo arrivato. Ma il mio piano di ingaggiarlo e metterlo subito in Formula 1 non era quello di superare la Mercedes. È stato semplicemente perché ho visto che era pronto per la Formula 1 e così è stato. Direi in generale: la Red Bull è diversa rispetto alla Mercedes, abbiamo una mentalità molto più 'no risk, no fun', senza rischi non ti diverti".
Verstappen fu promosso dalla Toro Rosso in Red Bull a 17 anni. Marko ricorda: "Ha fatto la sua prima apparizione nelle FP1 su uno dei circuiti più difficili del calendario, che era Suzuka, ed è stato bello vedere come ha affrontato una pista così difficile. Tutto sommato è stata un'ottima preparazione per la sua prima stagione in F1. Certo, è sempre un rischio perché i piloti che hanno successo nelle categorie junior non è detto che avranno necessariamente successo anche in Formula 1. Ma durante la conversazione che ho avuto con lui, ero convinto che fosse in anticipo sui tempi. Sia fisicamente che mentalmente era abbastanza forte per la F1. Non abbiamo mai dubitato della nostra decisione. Max aveva un compagno di squadra più esperto alla Toro Rosso con Carlos Sainz Jr., aveva molta più esperienza nelle serie junior, ma Max è partito subito allo stesso livello".
Il superconsulente Red Bull conclude sulla maturazione del suo pupillo: "È maturato. La differenza è che, ad esempio, se abbiamo avuto problemi nelle prove libere quest'anno, è rimasto calmo. Negli anni precedenti esplodeva o sbraitava nel box. È molto più concentrato sulla prossima sessione o sulla sua prossima occasione. L'impazienza che aveva prima era visibile anche nelle gare di tanto in tanto, come ad esempio quando le auto doppiate non si spostavano. L'ha sicuramente imparato nel tempo".