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26/03/2022 07:40:00

Attacco terroristico a Jeddah, i piloti di F1 hanno pensato di boicottare l’evento


News di Daniele Muscarella

"The show must go on" cantavano i Queen nel 1991, e "Lo spettacolo deve continuare" e se in quel caso il brano era simbolo della determinazione e della forza di volontà di Freddy Mercury che non voleva rinunziare alla musica per colpa della malattia, in questo caso crediamo che le logiche siano ben meno nobili

Dopo l'ennesimo attacco missilistico da parte degli Houthi avvenuto proprio durante le prime prove libere ed avente come obiettivo uno degli impianti petroliferi Aramco vicino alla pista di Jedda, il destino della gara è rimasto in bilico fino ala tarda serata, con evidente grande disagio di tutti i protagonisti del Circus tra i cui anche i piloti.

Durante i lunghi colloqui che si sono protratti per più di quattro ore, i piloti hanno parlato con le figure senior della F1 e con i team principal per esprimere le loro ansie sulla questione.

Il CEO della F1 Stefano Domenicali e l'amministratore delegato del motorsport Ross Brawn sono stati anche convocati alla riunione dei piloti, e successivamente sono stati coinvolti anche i team principal.

I capi squadra hanno poi avuto ulteriori colloqui con Domenicali mentre i piloti hanno continuato le loro discussioni che sono durate fino a circa le 2.20 del mattino ora locale.

Più fonti tra cui autosport.com hanno confermato che i piloti hanno anche pensato di boicottare l'evento è di porre anticipatamente fine al week end, preoccupati per un pericolo che sembrava incredibilmente concreto ma anche per importanti remore morali.

Non è chiaro esattamente quali assicurazioni siano state date ai piloti, e quali informazioni hanno richiesto, ed ottenuti ma abbiamo appreso che i piloti alla fine hanno fatto marcia indietro ed hanno accettato di correre.

Quello che sappiamo è che Domenicali aveva nel frattempo assicurato i capi squadra in merito alla garanzia di sicurezza della sede di Jeddah ricevute dai funzionari sauditi.

"Abbiamo ricevuto assicurazioni totali che, per il paese, la sicurezza è al primo posto, non importa la situazione - la sicurezza deve essere garantita. Loro [i funzionari locali] sono qui con le loro famiglie, realmente qui alla pista, quindi hanno in atto tutti i sistemi per proteggere questa zona, la città e i luoghi in cui stiamo andando. Quindi ci sentiamo sicuri e dobbiamo fidarci dell'autorità locale in questo senso. Pertanto, naturalmente, andremo avanti con l'evento".

 

Incoerenza o imbarazzo?

Formula1.it è stata tra i primi media a dare comunicazione degli incredibili eventi che da domenica mattina si sono susseguiti a pochi chilometri dal circuiti. Eventi che a dire il vero si ripetono da anni e che sono diretta conseguenza dello scenario di guerra in Yemen che vede coinvolta l'Arabia Saudita.

In questo senso vogliamo ancora una volta esporci continuando a criticare fortemente la scelta della F1 di organizzare un evento in quello che a tutti gli effetti è uno scenario di guerra in cui da anni si viola ogni diritto umano. Sarebbe stato decisamente più coerente scegliere di ripudiare anche la tappa dell'Arabia Saudita, così come giustamente fatto per quella in Russia. Sembra però evidente che gli interessi economici che in questi anni hanno portato il Circus in medio oriente vadano oltre a qualsiasi logica morale evitando probabilmente ulteriori imbarazzi ai piani alti.

Attacco missilistico ad un impianto di #Aramco a Jeddah, in Arabia Saudita. L'impianto si trova a circa 15km dal circuito di F1, dove si stanno svolgendo le prove libere. pic.twitter.com/EBeJzzqsIW

— Nicola Saladino (@NicolaSaladino1) March 25, 2022

Fonte autosport.com

Foto Twitter TG La 7