Leggi l'articolo completo su formula1.it

20/07/2003

Gp Gran Bretagna: gara


Gran Premio di Walter Mesiti
A Silverstone il dominio torna in mano alla Ferrari, ma stavolta a vincere non è Michael Schumacher, non è il tedesco capace di spezzare quasi tutti i concorrenti in due, bensì è il suo “mesto” compagno di squadra, il tanto criticato Rubens Barrichello, che, effettivamente, nelle ultime gare ha dimostrato di trovarsi in difficoltà; ma nell’occasione che il destino gli ha concesso oggi, si è dato da fare al meglio, ha lottato, ha strappato posizioni con i denti e con gli artigli, ha portato a termine moltissimi duelli, fino a giungere al momento, meritatissimo, del trionfo. Era questo il Rubinho che volevamo vedere tutti, aggressivo, lottatore, in grado di far capire ad ognuno che si possono ottenere certi risultati pur essendo considerati una seconda guida. E seconda guida, Rubens, oggi non è stato affatto. Molto bella la gara, con numerose lotte, ancor di più di quelle che abbiamo visto in alcuni gran premi corsi questa stagione, ma il dramma è stato sfiorato nel momento in cui sono tornate alla mente le immagini di Hockenheim 2000 (che, per un gioco assurdo della sorte, è stata la gara dove Rubens ha rotto gli indugi vincendo per la primissima volta in carriera in F1), ovvero quando un uomo è entrato nel rettifilo prima della curva Stowe (per intenderci, lì dove nel 99 Schumacher si ruppe la gamba), con dei cartelloni alla mano ed appesi al corpo (un modo decisamente folle di manifestare il proprio pensiero), correndo incontro alle monoposto, che gli sfrecciavano a pochi metri di distanza a 300 all’ora… E’ riuscito a correre per un tratto notevolmente lungo, tanto che una Jaguar, per non colpirlo in pieno, presa di sorpresa, ha frenato bruscamente e lo ha scansato, scomponendosi pericolosamente. Motivo in più per riflettere sulla presunta “impermeabilità” delle piste… La vicenda si è conclusa in breve: un commissario di percorso molto coraggioso, dopo il passaggio della suddetta Jaguar, si è precipitato in pista, correndo dietro all’uomo “pazzo”, tirandolo a terra per fermarlo… Il resto è stato semplice: senza reagire, il soggetto si è fatto trascinare, scivolando per terra ed afferrato per un arto, e poi è stato “catturato” da altri commissari che stavano lì vicino. Sicuramente nei giorni a venire si saprà di più su quest’uomo e sulle sue condizioni di igiene mentale (certamente compromessa, per compiere un così sconsiderato gesto). Tornando alla classifica generale, il secondo posto spetta a Montoya, giunto in tale posizione grazie all’ennesimo errore di Kimi Raikkonen, precedentemente secondo dietro Barrichello (il quale, a sua volta, aveva superato con grande determinazione il pilota finnico della McLaren, portandosi in prima posizione); terzo, per l’appunto, proprio il giovane Kimi, autore di più errori, sicuramente commessi sotto pressione, prima facendo passare avanti Barrichello e rendendolo leader (il ferrarista avrebbe comunque passato Raikkonen in un secondo momento per l’evidente diversità prestazionale tra la Ferrari e la McLaren), e successivamente consegnando la seconda piazza a Montoya, il quale ha incassato otto importanti punti per il team e per la personale posizione in classifica piloti. Quarto un altro grande protagonista, Michael Schumacher, il quale apparentemente non ha brillato, ma ha capito alla perfezione il senso del nuovo regolamento: afferrare punti e usare strategie conservative, come era richiesto nella gara odierna. Anche il tedesco ha lottato molto, ma, partito quinto, è finito nelle retrovie a causa dell’entrata della Safety Car, provocata a sua volta dal pazzo sceso in pista, e tale circostanza ha generato una notevole confusione, anche perché era già entrata un’altra volta la Safety, ad inizio gara, a causa di un pezzo di abitacolo (l’imbottitura ai lati del pilota) perso da Coulthard e pericolosamente presente in un curvone velocissimo. Ciò ha consentito, a chi si era fermato ai box durante la prima Safety, di trovarsi avanti all’entrata della seconda, mentre rifornivano gli altri, e dunque le due Toyota avevano in pugno le prime due posizioni. Da Matta ha davvero colpito: è stato primo per molti giri nella prima metà di gara, tenendo dietro Raikkonen con molta bravura. Quinto Coulthard, che, come affermavamo sopra, ha avuto l’inconveniente di perdere pezzi dall’abitacolo della sua McLaren; sesto Trulli, per l’ennesima volta sfortunatissimo: era primo in principio di gara, con un’ottima partenza (unica pecca di Barrichello poichè aveva perso, durante lo start, ben due posizioni, diventando terzo), ma l’entrata dell’uomo gli ha reso la vita molto difficile, a lui come ad altri piloti (vedi Michael); settimo Da Matta, che potrebbe quasi considerarsi l’eroe del giorno, avendo condotto numerosi giri in testa con una Toyota (sicuramente prima volta per la vettura nipponica), ed ottavo Button; nono Ralf Schumacher, non incisivo, anzi, in molti momenti vittima di attacchi decisi da parte di alcuni piloti. Decimo Villeneuve, autore di un emozionante duello con il vecchio rivale del 97, Michael Schumacher, oltre che con il proprio compagno di squadra. Seguono: Panis, Frentzen, Firman, Webber, Verstappen (molto bella la lotta finale a tre per questi ultimi tre piloti citati), Wilson ed Heidfeld. Ritiri: Alonso (molto sfortunato: a soli sette giri dalla conclusione), Fisichella (tutti gli augurano di poter correre l’anno prossimo con una macchina decisamente migliore, e si pensa alla Sauber…), Pizzonia. Adesso le statistiche: tredicesima vittoria Ferrari in terra di Gran Bretagna, 164esima vittoria in F1 del Cavallino Rampante, prima vittoria stagionale per Rubens Barrichello, e prima in assoluto per il brasiliano a Silverstone. Classifiche. Piloti: Michael Schumacher resta comunque leader (69 punti), con 7 punti di vantaggio su Kimi Raikkonen, che ne ha 62 ed è secondo in classifica; terzo Montoya, che insegue con ben 55 punti, seguito a sua volta da Ralf Schumacher (53), Barrichello (49) ed Alonso (che resta fermo a quota 39). Classifica costruttori: la Ferrari rafforza il proprio vantaggio sulla rivale Williams, portandosi a ben 118 punti; la Williams ne ha dieci in meno; segue la McLaren, più indietro, con 95 punti. Renault 55 punti e Bar che va a 14, aumentando di un’altra lunghezza il vantaggio sulla rivale Jaguar, a quota 12. La Toyota sale a sette punti. Prossimo appuntamento (oramai mancano solo cinque gare alla chiusura) in Germania, dove la lotta al titolo sarà ancora più aperta e spettacolare di prima…