“Abbiamo avuto un rendimento al di sotto delle aspettative”, così Binotto, team principal Ferrari, ha commentato le prestazioni viste durante l’ultimo GP del Belgio. Riduttivo, molto riduttivo se pensiamo che non c’è nulla che abbia funzionato durante la gara. Ritmo assolutamente da rivedere, anni luce dalla Red Bull e addirittura più lento anche di quello della Mercedes nelle ultime fasi. Continuano anche ad essere commessi troppi errori ai box. Poi se ci si mette anche la sfortuna… Ecco che non c’è proprio nulla che si possa salvare all'interno del box del Cavallino. Impossibile guardare agli aspetti positivi. Non ce ne sono.
Verstappen ha iniziato la gara dalla 15° posizione per via della penalità. Ha vinto utilizzando la mescola Soft alla partenza riuscendo così a farsi largo rapidamente fino alle prime posizioni già dopo il primo stint. Nel corso del 12° giro aveva già preso il comando della gara. Posizione mantenuta fino alla sua prima sosta avvenuta alla 16° tornata, fino al passaggio alle mescole Medie. Due giri e Verstappen era di nuovo al comando. A 14 giri dalla fine ha montato di nuovo gomme Medie senza perdere il suo vantaggio. Per Max si tratta della seconda vittoria consecutiva ottenuta in rimonta dopo che anche in Ungheria era scattato dalla 10° posizione dello schieramento.
In gara si sono viste un’ampia gamma di strategie: tre tipologie diverse soltanto nelle prime tre posizioni. Perez, secondo al traguardo, non è ricorso all’uso della Soft. Ha preferito terminare la gara su Hard dopo aver affrontato due stint su gomme a mescola Media. Il pilota della Ferrari, Sainz ha utilizzato invece tutte e tre le tipologie di pneumatici. È partito dalla pole con le Soft, ha montato le Medie per il tratto centrale ed ha terminato la gara su Hard. Soltanto due piloti si sono fermati tre volte, gli altri hanno fatto tutti due soste.
“Spa è una pista unica, quindi è stato bello sapere che farà ancora parte del calendario 2023 di Formula 1”, ha esordito entusiasta il direttore motorsport Pirelli, Mario Isola, alle colonne ufficiali dell’azienda. “Quest'anno abbiamo avuto un evento di grande successo in condizioni climatiche variabili per tutto il fine settimana: 360.000 spettatori che hanno assistito ad un bellissimo spettacolo ricco di azione e sorpassi. Tutti i nostri pneumatici hanno giocato un ruolo fondamentale. In particolare la Hard, utilizzata dalla maggior parte dei piloti. Nei prossimi giorni analizzeremo tutti i dati a nostra disposizione. Sentire alla radio che la C2 è stata di 2 decimi più rapida delle previsioni è stato per noi un fantastico risultato”.
“Anche se sapevamo che le condizioni sarebbero state più calde in gara rispetto a venerdì e sabato, è stato interessante vedere la varietà di strategie utilizzate. Questo a causa del tempo, dell'evoluzione del tracciato e di un grado di degrado più elevato del previsto. Non ci sono stati problemi di graining, con il degrado che è stato essenzialmente termico. Le ultime modifiche apportate alla pista non hanno generato problemi, questo anche grazie alla partecipazione di Pirelli alla recente 24 Ore di Spa, che si è svolta durante il weekend del Gran Premio d'Ungheria. Per l’evento Pirelli ha portato in pista 17.000 pneumatici. Congratulazioni alla Red Bull per la doppietta di oggi. Ha avuto un ritmo di gara davvero impressionante”, ha concluso.
C’era tanta incertezza prima dell’inizio della gara su quello che sarebbe stato il degrado delle gomme a Spa-Francorchamps. L’incremento di temperature asfalto di circa 15°C (36°C di domenica contro i 21°C di sabato durante le qualifiche) lasciava presuppore che ci potesse essere anche un maggiore degrado rispetto ai giorni scorsi. Cosa che si è poi avverata dando origine a diverse strategie di gara: 8 per la precisione.
M-H-M è stata quella più utilizzata con ben 8 piloti a usufruire di questa scelta: Ocon, Vettel, Gasly, Albon, Norris, Ricciardo, Magnussen e Schumacher.
M-M-H la seconda con Perez, Russell, Alonso e Stroll ad optare per questa variante.
Le altre 6 strategie sono state adoperate da soltanto un pilota per una determinata soluzione: Verstappen è andato su S-M-M, Zhou su M-M-S, Sainz su S-M-H, H-M-M per Tsunoda a chiudere le scelte a due soste, mentre Leclerc e Latifi sono stati gli unici a fermarsi tre volte. Charles ha utilizzato S-M-M-S tentando di aggiudicarsi il giro veloce nel finale. Nicholas invece, che ha scatenato l’incidente dal quale si è ritirato Bottas nelle fasi iniziali, ha sostituito subito un treno di Medium così da dover dirottare su M-M-H-S per portare a termine il GP.
La corsa di Verstappen si commenta da sola. Dopo aver completato la rimonta conquistando la leadership della gara sorpassando Sainz durante il 18° giro (la rimonta più veloce della storia della F1), il GP del Belgio non aveva più nulla da dire per lui. Da lì in poi sarà una domenica in gestione dove però riesce comunque a dimostrare lo stesso quanto veloce sia la sua monoposto. Suo il giro veloce: 1’49’’354 ottenuto con gomme Medie all’inizio del suo ultimo stint. Neanche Leclerc riuscirà a fare meglio dopo essersi fermato a due giri dalla fine per montare gomma Soft (1’49’’984). Il traffico di Alonso può certamente aver penalizzato Charles, ma resta il fatto che la Red Bull N.1 ieri era proprio di un altro pianeta.
La strategia è originale S-M-M, tattica che probabilmente avrebbe sposato anche Leclerc se solo le cose fossero andate diversamente nel corso del primo stint. “Max avrebbe vinto anche se avesse corso in retromarcia”, ha chiosato Pierre Gasly al termine della gara. La verità è che Max era davvero la vettura più veloce ieri, molto più veloce anche del compagno Perez, terminato a 18’’ di distanza dal compagno di box scattato dalla 15° posizione. Che la Red Bull abbia trovato qualcosa è un dato di fatto. Dire però ora se il salto in avanti dipenda dalle nuove norme sul porpoising entrate in vigore dal Belgio (proprio nello scorso weekend) o se ci sia stato un incremento delle prestazioni motore è ancora prematuro. Meglio attendere altre due o tre gare per valutare la situazione. Ovviamente non bisogna tralasciare l'ottima gestione di gomme, soprattutto delle Soft, fatta da Max nel corso del primo stint. La Red Bull è stata superiore sotto tutti gli aspetti.
Non c’è nulla che ci si possa inventare a livello di strategie, se a mettersi tra te e la rimonta arriva anche la sfortuna. La gara di Charles inizia bene. Gomme Soft al pari di Verstappen per superare le vetture più lente alla partenza, il duo si ritrova in 8° e 9° posizione quando al terzo giro viene chiamata in causa la Safety Car per via dell’incidente che ha visto coinvolti Nicholas Latifi e Valtteri Bottas. Purtroppo Leclerc dovrà rientrare ai box per togliere uno strappo della visiera (appartenente a Verstappen secondo Binotto) finito all’interno della presa d’aria dei freni dell’anteriore destra della sua monoposto. Gomme Medie con il pilota costretto a dover ricostruire tutto daccapo dalla 16° posizione.
Leclerc però non molla e riesce a raggiungere la 5° piazza. A due giri dalla fine il gap su Russell è incolmabile (21''), mentre quello su Alonso (19'') è ritenuto tale da voler rischiare una terza sosta a montare la Soft per ottenere il giro più veloce. Purtroppo però la Ferrari calcola male. I margini non c’erano e nonostante le mescole Soft, Alonso riesce a superare Leclerc al Kemmell e a mantenere la posizione per tutta la penultima tornata. Charles inizia dunque il final lap alle spalle di Fernando, pilota che supererà mediante DRS una volta tornato sul rettilineo posto dopo l’Eau Rouge-Radillon, ma il lap time ne viene compromesso e l’1’49’’984 non basta a battere l’1’49’’354 imposto da Verstappen su gomme Medie.
Oltre all’errore del box, c’è anche quello di Leclerc, che causa anche un malfunzionamento ai sensori di velocità, compromessi dall’innalzamento delle temperature dovuto allo strappo della visiera raccolto ad inizio gara, oltrepasserà i limiti della corsia box proprio nel corso dell’ultima sosta rimediando così una penalità di 5’’. Sanzione che farà arretrare Leclerc dalla quinta alla sesta posizione.
Non c’è proprio nulla da salvare in Ferrari. Sfortuna, errori e ritmo gara al di sotto delle aspettative. Neanche l’innalzamento delle temperature, in cui sperava la casa di Maranello, aiuta il team a rispondere ai tempi della Red Bull. Verstappen è capace di girare, anche fin troppo spesso, oltre 2’’ più rapido di Sainz e di Leclerc. Con un ritmo così, prendere e superare Carlos nel corso del 18° giro a parità di soste effettuate diventa un gioco da ragazzi.
Il passo non c’è e non solo nei confronti della Red Bull, ma anche della Mercedes. A parità di gomma Media, nel corso del secondo stint, Russell comincia a mostrare un bel passo, tale da permettergli di ricucire parte del gap che lo spagnolo era riuscito a costruirsi nel corso del primo stint su mescola Soft. Preoccupati dalla minaccia della Mercedes, in Ferrari decidono di mettere Sainz su gomma Hard per il tratto finale. La scelta è si rivelerà quella giusta, complice però un errore di gestione gomme commesso da Russell nei giri finali, in pista sulla stessa mescola.
Il pilota della vettura N. 63, nel corso del 39° giro era riuscito a portarsi ad 1’’7 dallo spagnolo, ma poi forse distratto dall’idea di poter conquistare il podio non riesce a mantenere gli neumatici nell’esatta finestra di lavoro. I tempi si alzano (passa dall’1’52’’ basso all’1’53’’) e dopo essere tornato a 2’’5 di distanza, il conducente della Mercedes non riuscirà più a fare dei tempi tali da permettergli di scendere sotto i 2’’. Il podio dunque è un 'regalo' di Russell. Ovviamente non possiamo sapere se, senza l'errore George sarebbe riuscito comunque a superare Sainz e ottenere la terza posizione. Di certo la non corretta gestione, ha impedito al britannico di entrare in bagarre con il pilota della Ferrari e questo a noi basta. A pensare che soltanto qualche settimana fa si dava la F!-75 come la vettura migliore del mondiale... Sembra quasi un sogno.
Una lunga settimana di valutazioni attende il team di lavoro a Maranello. Capire da cosa possa essere dipeso questo salto prestazionale della Red Bull è difficile da comprendere al momento. Quel che è certo è che, proprio come ha detto Binotto, bisogna rimboccarsi le maniche. Non tanto per l’esito finale della stagione 2022, che appare ad ora irrimediabilmente compromessa, ma in vista del 2023. Le vetture della prossima stagione saranno un’evoluzione delle attuali e se la Red Bull dovesse continuare a mostrare un dominio simile anche nei prossimi appuntamenti la situazione sarebbe a dir poco preoccupante.
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