Dopo un intenso e sorprendente GP del Belgio, per la Formula1 è tempo di volare a Zandvoort, in Olanda, per affrontare il 15° appuntamento della stagione. Circuito ritornato in calendario soltanto lo scorso anno, il layout olandese è già riuscito a conquistare i fan con le sue bellissime curve inclinate di 18°, la 3 e la 14, su cui, nell’ultimo caso, i vertici della categoria hanno deciso di svolgere un interessante test.
L’ultimo veloce tornante sarà infatti, almeno nel corso delle PL1, percorso completamente con DRS aperto così da incrementare l’azione e lo spettacolo domenicale. Ovviamente la modifica dovrà raccogliere il consenso dei team che esprimeranno il proprio parere al termine della prima sessione di libere. Vediamo ora come il costruttore di pneumatici si è preparato ad affrontare il weekend.
Per Zandvoort, dati gli impegni laterali che le mescole dovranno sostenere sulle velocissime curve del tracciato, sono state selezionate le specifiche più dure del lotto: C1 Hard, C2 Medium e C3 Soft. Durante l’anno è stato notato un gap maggiore tra C1 e C2 - fa notare la Pirelli nel comunicato rilasciato in vista del prossimo appuntamento – ragion per cui i team potrebbero prediligere l’uso delle mescole più morbide.
Il banking presente nelle curve 3 e 14 è di circa 18°. Volendo fare un confronto, la storica Parabolica sul vecchio tracciato di Monza (prossima tappa in calendario) ha un’inclinazione media di circa 30°. Rispetto ad altri circuiti moderni: Indianapolis ha un banking di 9° e Jeddah di 12°.
Zandvoort sottopone i piloti a forze g elevate lungo tutto il suo giro (di 4,2 chilometri): la frenata in ingresso di curva 1 e di curva 11 genera una decelerazione di circa 5 g, la stessa accelerazione laterale a cui sottopone curva-7. Come suggerisce il nome, Zandvoort, data la ristretta vicinanza al mare, può essere soggetto al deposito di sabbia sull’asfalto a causa dei frequenti cambi di direzione del vento.
“Il circuito di Zandvoort si è dimostrato una spettacolare novità lo scorso anno. Dato il banking, le zone più impegnative per i pneumatici sono le curve 3 e 14. Curve percorse a velocità elevate che sottopongono le monoposto ad una combinazione di forze dovute alla deportanza e alle accelerazioni laterali. Questo, oltre alle ulteriori sfide proposte dalla conformazione del circuito, è il motivo per cui si è scelto di selezionare le tre mescole più dure della gamma”, ha affermato Mario Isola, direttore motorsport Pirelli all’interno del comunicato.
“Dopo il Bahrain, la Spagna e la Gran Bretagna, è solo la quarta volta quest’anno che i piloti utilizzano queste specifiche”, ha proseguito il manager italiano. “Nel 2021 non assistemmo a molti sorpassi, ma quest’anno, grazie anche al nuovo pacchetto vettura-pneumatici si dovrebbe registrare un incremento. La scorsa stagione vedemmo una sola sosta, strategia promossa per cercare di mantenere la posizione in pista. Quest’anno i team dovrebbero prediligere un uso maggiore delle mescole morbide e ciò potrebbe comportare anche un aumento del numero dei pit stop che costringerà i piloti a spingere ancora di più”.
Infine, sul test DRS che la FIA ha pensato di proporre nel corso della prima sessione di libere Isola ha aggiunto: “Normalmente quando si apre il DRS il carico viene trasferito sull’anteriore, il che si tramuta in uno stress maggiore per le mescole anteriori. Controlleremo i dati subito dopo il test”, ha detto secondo quanto riportato da ‘Soymotor.com’.
Leggi anche: Ferrari, la nuova parte ibrida è piu leggera della precedente, non più potente
Leggi anche: GP d’Olanda 2022: importante test DRS sull’ultimo curvone del circuito di Zandvoort
Foto: Carlos Sainz, Twitter, Pirelli