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02/12/2022 08:50:00

Turrini: «Gestione Ferrari non all'altezza. Binotto? Ho una mia interpretazione. Con Marchionne..»


News di Giuseppe Canetti

Leo Turrini è intervenuto alla trasmissione Sport2Day (su Sport2U in collaborazione con OA Sport) per parlare delle principali vicende di casa Ferrari. Il giornalista esperto di Formula 1 si è soffermato sui motivi che hanno portato al divorzio tra Binotto e la Casa di Maranello, su alcune questioni legate al futuro prossimo del Cavallino e, ovviamente, sul tema della ricerca del prossimo team principal. Di seguito un estratto delle sue considerazioni.

L'analisi di Turrini sulla situazione in casa Ferrari

Turrini innanzitutto ha fatto un'analisi generale della situazione in Ferrari, partendo dai motivi che hanno portato alle dimissioni di Binotto.

"Anche i muri di Maranello erano al corrente che non c’era chimica tra John Elkann e Binotto. Il presidente per motivazioni proprie non si fidava più del capo del Reparto Corse e quindi era inevitabile giungere alla separazione. Un addio doloroso perché è stato gestito male, visto il momento. Ci si ritrova in prossimità del Natale senza un successore designato di Binotto, che aveva un ruolo particolare. Mattia, infatti, era diventato Team Principal dalla qualifica di Direttore Tecnico e nei fatti lui racchiudeva entrambe le responsabilità. Ora si è sospesi in attesa di conoscere l’identità del nuovo capo della Ferrari da GP. Io vedo una gestione non all’altezza della Ferrari", ha detto il giornalista.

Quando gli è stato chiesto se tale situazione creerà ripercussioni sul rendimento sportivo della prossima stagione, Turrini ha risposto: "Non possiamo saperlo. Supponiamo che la macchina 2023 sia un missile, allora fortunato chi arriva. Tuttavia, siccome certe relazioni non funzionavano da tempo, il presidente Elkann avrebbe dovuto prendere prima questa decisione. Si è atteso troppo e tanti equivoci si sono generati. Inoltre, non si è fatta una bella figura in termini di immagine. Dieci giorni fa io avevo anticipato la notizia, Binotto è andato ad Abu Dhabi e ha detto di sentire la fiducia dei suoi datori di lavoro. Dopo cinque giorni si è dimesso, va bene tutto…Però…".

Su Binotto, invece, ha affermato: "È stato lasciato solo? La proprietà non si riconosceva in lui, io la interpreto così. Quando c’era Sergio Marchionne in qualità di massimo dirigente, si congratulava per l’operato dei suoi uomini in relazione ai risultati ottenuti. Quest’anno la Ferrari ha iniziato il campionato molto bene, ha vinto due gare su tre, e non ho mai sentito Elkann proferire una parola. Silenzio assoluto, io non credo che sia il metodo giusto soprattutto quando si tratta di una scuderia come la Rossa".

Infine riguardo chi potrebbe prendere il posto dell'ingegnere elvetico, ha chiosato: "Arrivabene è sempre innamorato della Ferrari e credo che uno dei suoi più grandi dispiaceri sia stato quello di non essere riuscito a coronare il sogno della sua vita professionale e da appassionato con Sebastian Vettel. Ci andarono vicini…Dopo di che quello che sta accadendo sul fronte Juve è talmente complesso e faccio fatica a immaginare scenari del genere".

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Foto interna media.ferrari.com