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07/12/2022 08:35:00

Turrini rivela: «In Ferrari chiamavano Binotto 'Il Faraone', ecco perché»


News di Giuseppe Canetti

Intervenuto al podcast "Pit Stop" di FormulaUnoAnalisiTecnica per fare il punto della situazione in casa Ferrari, Leo Turrini ha rivelato un retroscena riguardante Mattia Binotto e un cuorioso soprannome che gli avevano assegnato all'interno del team di Maranello.

Le parole di Leo Turrini

Turrini, innanzitutto, ha detto: "All’interno della Scuderia non erano pochi quelli che sottovoce chiamavano Mattia ‘Il Faraone’ proprio perché, all’inizio del 2019, la proprietà della Ferrari ha fatto una scelta senza precedenti a meno di non tornare a 50 anni prima. Ha di fatto unificato nella stessa figura il ruoli di responsabile tecnico e di Team Principal".

Approfondendo la questione del doppio impiego, ha aggiunto: "L’ultimo esempio del genere era Mauro Forghieri, fino al1972. Già allora, però, Enzo Ferrari capì che i tempi stavano cambiando e volle il giovane Montezemolo come direttore sportivo, oggi team principal, proprio per separare le due funzioni. E Forghieri mi ha sempre detto che fu la fortuna sua e della Ferrari perché ormai era diventato impossibile seguire in contemporanea la questione sportiva, i regolamenti tecnici, i rapporti con la FIA, le relazioni con gli sponsor e la parte tecnica".

Poi ha spiegato: "Oggi, in F1, c’è solo la Ferrari ad avere questa centralizzazione nella figura del Faraone Binotto. E’ stato un errore, l’ho scritto e detto allora. Ma non perché Mattia non avesse le competenze, ma perché è impossibile fare bene entrambe le cose. Per la Red Bull, ad esempio, a discutere di regolamenti ci va Chris Horner e non Adrian Newey; per le Mercedes ci va Wolff e per la questioni tecniche se ne occupa James Allison. E’ stato fatto un errore ma è stato commesso da Elkann e dai vertici dell’azienda di allora. Non dico che Ferrari non abbia vinto il titolo in questi quattro anni perché Binotto ha ricoperto il doppio incarico, dico che è stata una scelta che, come era facilmente prevedibile, si è rivelata infelice. E’ necessario che ci sia una ripartizione delle competenze. Ai tempi di Jean Todt questi aveva una funzione fondamentale in quella Ferrari, così come ce l’aveva Ross Brawn: uno era il TP, uno il DT. Chiaro che i due debbano avere un’intesa di ferro".

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