Nella lunga intervista rilasciata a Il Corriere della Sera (qui un altro estratto), Riccardo Patrese si è soffermato anche sul suo mancato approdo alla Ferrari, sulla situazione attuale del team di Maranello e sulle nuove generazioni della Formula 1. Di seguito le sue dichiarazioni.
Quando gli è stato chiesto del suo mancato apporodo alla Rossa, Patrese ha rivelato: "(Enzo Ferrari, ndr) Volle parlarmi dopo il Gp del Sudafrica del 1978. Il suo ufficio era cupo, ero intimorito. Ma fu gentile e mi fece firmare una lettera d’intenti: “Se cambio Villeneuve, prendo lei”. Non se ne fece nulla, però pretese di pagarmi la penale. Nel 1981 mi preferì Pironi? Più che il Drake credo sia stato il direttivo. Ecclestone allora mi accolse e nel 1982 a Montecarlo vinsi il primo Gp".
Riferendosi, invece, alla situazione attuale del Cavallino, il classe '54 veneto ci ha tenuto a sottolineare: "Negli ultimi tempi mi è parso che mancasse un capo che prendesse le decisioni. E poi c’è stato il “granchio” di voler smentire l’addio a Mattia Binotto quando invece era già tutto deciso".
Infine, chiamato a dare un giudizio sulle nuove generazioni di piloti, ha affermato: "Ce ne sono di “bravetti”, ma li vedo molto “insegnati”: fanno il compito e stop, ai miei tempi si imparava con il fiuto. Hamilton o Verstappen? In questo momento Max ha “self confidence” e il vento in poppa. È forte, cattivo e pure stronzo, cosa che non guasta. Lewis? Adesso è più simpatico perché ha smesso di dominare. E un Mondiale, nel 2021, gliel’hanno scippato".
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Foto copertina Facebook Patrese; Foto interna Facebook Patrese