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11/02/2023 08:15:00

Le sprint race non piacciono a nessuno, ma i capi della F1 continuano ad esaltarle


News di Daniele Muscarella

Le gare sprint di Formula 1 sono innegabilmente una delle novità più controverse che sono state introdotte in questo sport negli ultimi anni. 

La nuova dirigenza della massima serie ha introdotto per la prima volta il formato delle qualifiche sprint nel 2021, con tre weekend da disputare nel corso della stagione: il primo è stato il Gran Premio di Gran Bretagna 2021 a Silverstone, seguito da Monza e infine da San Paolo.

Con alcune piccole modifiche al formato, tra cui i punti per i primi tre classificati, le gare sprint sono tornate per tre weekend nel 2022. Con l'introduzione del nuovo regolamento e delle nuove vetture, si sperava che il formato sprint potesse godere di maggiore fortuna, ma le cose non sono andate esattamente così.

Per la stagione 2023, invece, ci sarà un record di sei gare sprint, nonostante le reazioni contrastanti di piloti e tifosi

Il formato era stato originariamente concepito per offrire più azione in alcuni weekend di gara, con l'amministratore delegato della F1 Ross Brawn che aveva dichiarato che la novità era rivolta ai "giovani che non vogliono gare di due ore", ma la dirigenza della F1 ha indubbiamente perso di vista l'obiettivo per cui il formato sprint era stato concepito.

Pat Symonds, responsabile tecnico della F1, ha recentemente difeso il formato delle qualifiche sprint, affermando che esso crea "gare che piacciono alla gente" grazie alla sua imprevedibilità e alla capacità di estendere la competizione su tre giorni nel weekend di gara. 

"In un normale weekend di Gran Premio, il venerdì non c'è competizione e quindi qual è l'attrattiva? Siamo qui per competere", ha detto Symonds.

"A mio parere, questo lo fa senza che lo spettacolo secondario si allontani dall'evento principale e credo che questo sia importante perché il gran premio è l'essenza di tutto. E riducendo la quantità di tempo che le squadre hanno a disposizione per affinare le loro vetture, inserendo un altro generatore di errori nella gara sprint, abbiamo la possibilità di avere una gara un po' più eterogenea. Sono queste le gare che piacciono alla gente."

Symonds ha ragione su una cosa: il formato sprint porta indubbiamente più azione al venerdì. Quelle che normalmente sarebbero un paio di sessioni di prove banali e poco intriganti per lo spettatore occasionale, viene sostituito da un'emozionante sessione di qualifiche dopo le prime prove.

Il problema è che la posta in gioco nelle qualifiche del venerdì non è così alta quando c'è una gara sprint il giorno dopo, perché tra errori e differenti filosofie di attacco alla fine si ottiene solo una griglia di partenza leggermente alterata, senza contare l'apparentemente insignificante e scomoda sessione di prove del sabato, spesso etichettata come inutile.

Certamente abbiamo anche vissuto qualche emozione intensa grazie al nuovo formato. Nella scorsa stagione Magnussen, grazie a circostanze straordinarie, riuscì a partire al palo con la Haas nella sprint race ad Interlagos, ma poi fu scartato facilmente da molti piloti finendo ottavo in griglia per la gara di domenica. Si potrebbe dire che tutto questo non sarebbe mai potuto succedere senza le gare sprint, ma quanto sono ripetibili quelle condizioni e quanto in pratica ha pesato nei risultati finali del week end?

Dire che il formato sprint crea gare che piacciono alla gente è pura invenzione. Il livello di intrattenimento dipende più dal tracciato, dalle condizioni meteo e dalla griglia di partenza che dal concetto di "gara".

L'edizione 2022 di Imola è stata probabilmente una delle migliori gare sprint della scorsa stagione, la prima gara sprint con i nuovi regolamenti. Ma il successo è dipeso dalle circostanze uniche di una qualifica con condizioni meteorologiche miste e dalla battaglia tra i due contendenti al campionato, Charles Leclerc e Max Verstappen.

In definitiva, mentre il Gran Premio dell'Emilia Romagna ha offerto un grande spettacolo anche per le condizioni meteorologiche, la sprint del giorno prima ha avuto poca rilevanza per lo spettacolo del weekend. 

Molti protagonisti si sono espressi negativamente sul "nuovo" formato.

Max Verstapppen: "Ogni volta che c’è una Sprint Race l’obiettivo è non danneggiare la macchina e rimanere tra i primi tre. Per me questo non è correre!"

George Russell dopo la sprint ad Imola nel 2022: "Non so com’era il resto della gara, ma sembrava una processione dove eravamo noi“.

Un'altro fattore chiave dello scarso spettacolo è che le gare sprint spesso sembrano finire proprio quando la gara sta per scaldarsi. I primi giri sono quasi sempre entusiasmanti, come in ogni gara, ma il resto è spesso sottotono, con i piloti e i team che non vogliono compromettere la loro posizione di partenza nel gran premio facendosi coinvolgere in battaglie rischiose.

Rischio che si è drammaticamente concretizzato per Carlos Sainz al primo giro della sprint di Silverstone 2021, quando è entrato in contatto con George Russell, finendo in fondo alla griglia. Una sfortuna che creato un po' di emozioni, ma ha tolto spettacolo all'evento principale privandoci di un protagonista per la vera battaglia.

Il weekend sprint non rende le gare più emozionanti di quanto non lo siano già. Sembra un po' un "gran premio in pausa" e, sebbene l'atmosfera della gara superi quella di una sessione di prove di 60 minuti, se i team non prendono in considerazione ulteriori modifiche al formato, allora l'esperimento delle gare sprint dovrebbe essere interrotto.

Le piccole modifiche al formato, che adesso consentono il DRS fin dal primo giro, non serviranno a fa cambiare l'opinione diffusa che sei gare sprint in una stagione siano troppe

In definitiva, i capi della F1 hanno perso di vista l'obiettivo per cui la gara sprint era stata concepita.

Una normale gara di gran premio offre una storia completa, fatta di emozioni, intrighi e disavventure (certamente meno sensazionalizzate di quelle offerte da Netflix, ma paragonabili), mentre la sprint sembra spesso un romanzo incompiuto interrotto da una prematura cerimonia di premiazione. Uno spettacolo forzato che a volte disturba quello principale, e che alla fine porta solo più punti al team la cui monoposto si adatta meglio a quel dato circuito, un bonus/malus che finisce per irritare invece che intrattenere.

Fonte www.motorsportweek.com

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