Spesso, quando si parla di politica in Formula1 si pensa più che altro ai giochi di potere tra le varie squadre, la FIA e la FOM. La mente ci riporta al Patto della Concordia e ai regolamenti tecnico/sportivi, ma mai avemmo pensato che la ‘’vera politica’’ potesse insidiarsi all’interno di uno degli sport più seguiti al mondo e determinarne alcune norme comportamentali.
È questo che è successo in F1. Dallo scorso anno, infatti, dopo due stagioni in cui ci si è battuti per degli ideali profondi in termini di giustizia nei confronti delle persone di colore attraverso l’adesione al movimento #BlackLivesMatter e altre associazioni a tutela di alcune comunità maggiormente soggette a discriminazione come quella LGBTQIA+, i piloti non sono più liberi di esprimere i loro pensieri nel corso del weekend di gara.
Interessante l’opinione di Sebastian Vettel in merito, che soltanto qualche giorno fa (leggi qui) affermava di essere felice di non esser più soggetto a queste regole. A questo si aggiunto nelle scorse ore il pensiero del team principal della Red Bull, Christian Horner, che anche se più moderato, ha sostenuto comunque le parole del tedesco.
“Credo che lo sport non debba mai essere usato come uno strumento politico”, ha esordito il manager di origini britanniche, secondo quanto riportato da ‘RacingNews365.com’. “Il compito dello sport è quello di intrattenere le persone. Detto questo però, non vogliamo che i piloti siano dei robot al volante senza alcuna opinione. Dovremmo trovare un equilibrio”.
“Come Red Bull abbiamo sempre garantito libertà di espressione ai nostri piloti”, ha concluso. “Sono persone con un’opinione e hanno una voce per esprimersi. Tutti noi abbiamo delle opinioni e queste non dovrebbero essere soppresse”.
Ognuno la penserà in modo diverso sull’argomento. Qualcuno potrebbe affermare che possa definirsi politico sia impedire ai piloti di esprimersi che lasciarli liberi di parlare. Ovviamente, non è semplice trovare, come afferma Horner, un equilibrio. Chiunque però ha diritto di far conoscere il proprio pensiero, soprattutto chi è in grado di raggiungere un pubblico molto vasto come i piloti di Formula1.
Foto: Red Bull Racing
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