Lewis Hamilton ha messo in dubbio le affermazioni della Formula Uno secondo cui lo sport apporta cambiamenti positivi in alcuni dei regimi repressivi in cui si disputano le gare. In vista della gara inaugurale della nuova stagione, che si terrà domenica in Bahrein, il sette volte campione ha insistito sul fatto che la F1 dovrebbe fare di più per migliorare le condizioni in Stati molto criticati per la loro situazione dei diritti umani, come il Bahrein e l'Arabia Saudita.
All'inizio della settimana, un gruppo di 20 parlamentari trasversali, di concerto con l'Istituto per i diritti e la democrazia del Bahrein (Bird), ha scritto alla F1 e all'organo di governo, la FIA, chiedendo un'indagine indipendente sulle attività dello sport in Paesi con una discutibile situazione dei diritti umani ed esprimendo preoccupazione per la complicità degli organizzatori del circus nel tanto discusso "sport washing", ovvero il tentativo di ripulire la reputazione di questi Paesi grazie ad un'immagine esteriore alterata da questi grandi eventi.
La F1 corre in Bahrein dal 2004 e questa settimana l'amministratore delegato di questo sport, Stefano Domenicali, ha dichiarato al Guardian di essere impegnato a migliorare le condizioni impegnandosi con le autorità di Ppaesi come il Bahrain e che lo sport sta facendo di più per migliorare la situazione di quanto farebbe non correndo lì.
"La F1 è molto più forte in questo obiettivo perché siamo lì, per monitorare quello che stanno facendo. Credo davvero che la pressione vada mantenuta nel modo giusto, perché ho imparato che se si vuole essere rispettati da persone che la pensano diversamente da noi, il modo migliore è non gridare loro contro".
I gruppi per i diritti umani, tra cui Bird, hanno respinto l'argomentazione e nel caso specifico del Bahrain hanno sostenuto che la repressione è solo peggiorata da quando la F1 ha iniziato a gareggiare lì. Hanno affermato che "sparizioni forzate, esecuzioni extragiudiziali e torture" sono continuate nonostante la presenza della F1 nel regno da quasi 20 anni.
Hamilton, che ha sempre difeso apertamente i diritti umani, non ha accettato la risposta della F1:
"Non posso dire se sia peggiorata o meno, ma non sono sicuro che sia migliorata mentre passavano tutti questi anni. Per me è solo in questi ultimi anni che ho iniziato a capire sempre di più le sfide per la gente qui in Bahrain e anche in Saudi, visto che l'anno scorso è stata la mia prima volta lì e ho letto di alcuni problemi".
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