Bahrain, la richiesta del parlamento alla F1 sui diritti umani nel paese
01/03/2023 12:35:00 Tempo di lettura: 19 minuti

A poche ore dall'inizio del primo weekend di gara della Formula 1 2023, che prenderà il via giovedì in Bahrain con la conferenza stampa dei piloti, i parlamentari inglesi hanno esortato la categoria automobilistica a istituire un'indagine indipendente per valutare eventuali legami tra il GP e le violazioni dei diritti umani nel Paese.

A parlarne è stato il presidente del gruppo parlamentare che si occupa dei diritti umani nel Golfo, Lord Scriven, il quale desidera che la F1 faccia pressione sul Bahrain in modo da far rilasciare i prigionieri politici e i detenuti del braccio della morte.

Le parole di Lord Scriven e la risposta della F1

Bahrain, la richiesta del parlamento alla F1 per i diritti umani nel Paese

Lord Scriven, membro liberaldemocratico della camera dei Lord e vicepresidente del gruppo parlamentare sulla democrazia e i diritti umani nel Golfo ha dichiarato: "È un peccato che l'attuale leadership della FIA e della F1 diano più importanza a fare soldi rispetto alla dignità e ai diritti basici delle persone che abitano i paesi da cui loro ottengono i profitti".

Anche il direttore del Bahrain Institute for Rights and Democracy, Sayed Alwadaei, è intervenuto dicendo: "È giunto il momento che la F1 e la FIA smettano di permettere che la loro presenza in Bahrain e in Arabia Saudita venga utilizzata per nascondere con lo sport le immagini intrise di sangue di queste autocrazie. Nonostante gli orribili record sui diritti umani, entrambi gli stati godono di generosi contratti di Formula 1 e sfruttano la piattaforma F1 per ripulire la loro immagine sulla scena mondiale, mentre migliaia di prigionieri politici languono dietro le sbarre. La FIA deve adottare una politica dei diritti umani coerente con i principi delle Nazioni Unite. Non farlo permetterà al loro sport di continuare ad essere usato per riparare la reputazione dei dittatori brutali".

La F1 ha però difeso la sua scelta di continuare a correre in paesi fortemente criticati in quest'ambito dichiarando: "Per decenni la Formula 1 ha lavorato duramente per essere una forza positiva ovunque corra, compresi i benefici economici, sociali e culturali. Sport come la F1 sono in una posizione unica per attraversare confini e culture, per riunire paesi e comunità, per condividere la passione e l'eccitazione di competizioni e risultati incredibili. Prendiamo molto sul serio le nostre responsabilità e abbiamo reso chiara la nostra posizione sui diritti umani e altre questioni a tutti i nostri partner e paesi ospitanti che si impegnano a rispettare i diritti umani".

Oltre al Bahrain, nel calendario 2023 ci sono anche altri paesi dove questa tematica è molto forte, tra tutti infatti troviamo l'Arabia Suadita, che ospiterà il secondo GP stagionale, l'Azerbaigian, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Quest'anno ci saranno inoltre anche tre gare negli Stati Uniti, parte del mondo in cui la pena di morte è in vigore ed è stata fortemente criticata.

WE RACE FOR FREEDOM

Ieri la nostra redazione ha ricevuto il comunicato stampa dell'organizzazione no profit European Centre for Democracy and Human Rights (ECDHR), che vi riportiamo integralmente:

28/02/2023 - European Centre for Democracy and Human (ECDHR) è lieto di annunciare il lancio della campagna "We Race for Freedom", che mira a sostenere il rilascio del pluripremiato difensore dei diritti umani danese-bahreinita Abdulhadi Al-Khawaja, imprigionato in Bahrein dal 2011.
In seguito alle proteste pacifiche pro-democrazia del 2011, Abdulhadi Al-Khawaja è stato arbitrariamente arrestato dalle autorità del Bahrein e condannato all'ergastolo con accuse infondate di terrorismo e per aver presumibilmente ricevuto finanziamenti da gruppi terroristici stranieri.
Al-Khawaja è una figura emblematica tra i molti prigionieri politici detenuti dal governo del Bahrein sotto accuse politicamente motivate o inventate. Questa strategia, che consiste solitamente nell’uso di leggi antiterroristiche per perseguitare i dissidenti, viene usata dal Regno del Bahrein per mettere a tacere qualsiasi voce critica.

Nonostante continui appelli negli ultimi 12 anni da organizzazioni per i diritti umani, parlamentari europei, vari funzionari europei e i titolari di mandato speciale delle Nazioni Unite chiedendo il suo rilascio, Al-Khawaja rimane detenuto nella prigione di Jau. Durante la sua detenzione, è stato sottoposto a torture, percosse, abusi verbali, minacce di violenza sessuale e lunghi periodi di isolamento. Al-Khawaja ha protestato contro le sue terribili condizioni di detenzione e altre forme di rappresaglia attraverso sei scioperi della fame, che hanno avuto un grave impatto sulla sua salute.
Attualmente, ad Al-Khawaja viene negata un'adeguata assistenza medica, il che peggiora le serie complicazioni mediche già accumulate a causa degli abusi fisici da lui sofferti in prigione.

Ad Al-Khawaja è vietato ricevere visite di persona dalla sua famiglia. Le autorità del Bahrein privano sempre più spesso i detenuti di alto profilo delle cure mediche, delle visite ai familiari e dell'accesso alla mensa del carcere come metodo di punizione per il loro attivismo.
Il governo del Bahrein continua inoltre a perseguire Al-Khawaja dal punto di vista giudiziario. Nel 2022, è stato condannato in contumacia per altre due accuse, una per aver rotto una sedia e l'altra per aver insultato una guardia carceraria. La corte d'appello del Bahrein, sempre senza la sua presenza, ha recentemente respinto il suo diritto di ricorrere all’appello per queste due condanne.

Noi dell'ECDHR abbiamo lanciato questa campagna con l'obiettivo di fare pressione sul governo del Bahrein affinché rilasci immediatamente e senza condizioni Abdulhadi Al-Khawaja. Siamo profondamente preoccupati che il governo del Bahrein sfrutti ancora una volta il Gran Premio di Formula 1 per coprire l'allarmante situazione politica e dei diritti umani nel Paese, visto che lo "sports whitewashing" è stato uno degli strumenti più significativi del Regno a questo scopo. Il termine "sports whitewashing" si riferisce all'organizzazione di importanti tornei sportivi per consentire a Paesi con una scarsa situazione dei diritti umani di trasmettere al mondo un'immagine positiva e moderna. Questa immagine agisce come una facciata che copre e lava via orribili realtà di questi Paesi. Abbiamo constatato questo fenomeno recentemente nel caso della Coppa del Mondo 2022 in Qatar, la quale ha rivelato la discriminazione contro le donne e la comunità LGTBQI+, oltre a gravi violazioni dei diritti dei lavoratori migranti sotto il sistema kafala. Il governo del Bahrein continua ad attribuire grande importanza al Gran Premio del Bahrein e a collegarlo a un discorso progressista. A questo proposito, le autorità hanno dimostrato di essere disposte a ricorrere a qualsiasi misura, compresa la repressione della libertà di espressione attraverso arresti arbitrari, torture e violenze che equivalgono a omicidi contro i critici per mantenere il proprio prestigio internazionale.
Abdulhadi al-Khawaja, e molti altri come lui, sono vittime del sistema di oppressione del Bahrein.
Deve essere rilasciato immediatamente e incondizionatamente, poiché l'unico crimine a lui imputato è l'esercizio pacifico del suo diritto alla libertà di parola, associazione e riunione.
L'iniziativa "We Race for Freedom" comprende iniziative di advocacy mirate all'organo di governo degli sport motoristici, ovvero la Fédération Internationale de l'Automobile (FIA), in collaborazione con altre organizzazioni non governative, nonché ai piloti di Formula1. Inoltre, dato il fatto che Al-Khawaja ha cittadinanza danese, ECDHR metterà pressione sull'ambasciata italiana, francese e tedesca in Bahrain al fine di compiere il loro dovere di proteggere un cittadino europeo in pericolo.
Infine, ECDHR è attiva sui social, principalmente su Twitter e Instagram. Uniti, faremo pressione sulle autorità del Bahrein affinché pongano fine all'ingiusta detenzione di Abdulhadi al-Khawaja e lo rilascino immediatamente e senza condizioni.
Per ulteriori informazioni o per organizzare un'intervista, contattateci all'indirizzo bahrain.advocacy@ecdhr.org.
Visitate il nostro account Twitter @ECDHRbxl e Instagram @ecdhr.bxl per aggiornamenti sulla campagna e sul caso di Al-Khawaja.

Tramite i contatti sopra riportati potete richiedere all'organizzazione sia il Comunicato Stampa originale, che contiene numerosi link di referenziazione all'interno del testo, che la lettera congiunta alla FIA.

Segue la versione in inglese dello stesso articolo e comunicato stampa:

HUMAN RIGHTS: F1 AND THAT PROBLEM OF COHERENCE CALLED BAHRAIN

Just hours before the start of the first race weekend of Formula One 2023, which kicks off on Thursday in Bahrain with the drivers' press conference, British parliamentarians have urged the motorsport industry to set up an independent investigation to assess any links between the GP and human rights violations in the country. 

Speaking about this was the chairman of the parliamentary group dealing with human rights in the Gulf, Lord Scriven, who wants F1 to put pressure on Bahrain to release political prisoners and death row inmates.

Lord Scriven's statement and F1's response

Lord Scriven, a Liberal MP in the House of Lords and Vice-Chairman of the Parliamentary Group on Democracy and Human Rights in the Gulf said, ‘It is a pity that the present leadership of the FIA and F1 seem to think money, profit and their own self-importance are far more important than giving dignity and basic human rights to people in the country that they make profit from’.

The director of the Bahrain Institute for Rights and Democracy, Sayed Alwadaei, also intervened, saying: 'Despite horrific human rights records, both states enjoy generous F1 contracts and exploit the F1 platform to sanitise their image on the world stage, while thousands of political prisoners languish behind bars. F1 must establish an independent and impartial inquiry to examine the role of their races in human rights violations, and the FIA must adopt a human rights policy consistent with UN principles. Failure to do so will allow their sport to continue to be used to repair the reputation of brutal dictators'.

F1, however, defended its decision to continue racing in countries heavily criticised in this regard stating: 'For decades Formula 1 has worked hard to be a positive force everywhere it races, including economic, social, and cultural benefits. Sports like F1 are uniquely positioned to cross borders and cultures to bring countries and communities together to share the passion and excitement of incredible competition and achievement. We take our responsibilities very seriously and have made our position on human rights and other issues clear to all our partners and host countries who commit to respect human rights in the way their events are hosted and delivered’.

In addition to Bahrain, there are also other countries on the 2023 calendar where this issue is very significant, including Saudi Arabia, which will host the second GP of the season, Azerbaijan, Qatar and the United Arab Emirates. This year, there will also be three races in the United States, a country where the death penalty is in force and has been strongly criticised.

WE RACE FOR FREEDOM

Yesterday, our editorial staff received a press release from the non-profit organisation European Center for Democracy and Human Rights (ECDHR), which we quote in full: 

28/02/2023 – The European Centre for Democracy and Human Rights (ECDHR) announces the launch of the ‘We Race for Freedom’ campaign, which seeks to advocate for the release of Bahraini-Danish award winning human rights defender, Abdulhadi Al-Khawaja, imprisoned in Bahrain since 2011. 

Following the peaceful pro-democracy protests in 2011, Abdulhadi Al-Khawaja was arbitrarily arrested by the Bahraini authorities and sentenced to life in prison on baseless terrorism-related charges and for allegedly receiving funding from foreign terrorist groups. He is an emblematic figure among the many prisoners held by the Bahraini government on politically motivated or fabricated charges, as part of the Kingdom’s strategy to silence any critical voice. 

Despite the huge and long standing international outcry, as well as human rights organizations, MEPs, various other European officials, UN Special Mandate Holders demanding his release over the last 12 years, Mr. Al-Khawaja remains imprisoned at Jau Prison. Throughout his incarceration, he has been subjected to torture, beatings, verbal abuse, threats of sexual assault as well as long periods of solitary confinement. He has protested his dreadful detention conditions and other forms of reprisals through six hunger strikes, which have taken a serious toll on his health. Mr. Al-Khawaja is currently being denied adequate medical attention, which is causing him to suffer from severe medical complications.

Mr. Al-Khawaja is also banned from receiving in-person visits from his family. The Bahraini authorities have been increasingly depriving high-profile inmates of medical care, family visits, and access to the prison commissary as a method of punishment for their activism. 

The Government of Bahrain also continues to judicially harassMr. Al-Khawaja. In 2022, he was convicted in absentia on two additional charges, one for breaking a chair and the other for insulting a prison guard. The Bahraini court of appeal, again without his presence, has recently ruled against his right to appeal these two convictions.

We, at ECDHR, have launched this campaign with the aim of pressuring the Bahraini government to immediately and unconditionally release Mr. Abdulhadi Al-Khawaja. We are deeply concerned  that the Government of Bahrain will yet again exploit the Formula 1 Grand Prix event to cover up the alarming political and human rights situation in the country, as ‘sports whitewashing’ has been one of the Kingdom’s most significant tools for this purpose.  ‘Sports whitewashing' refers to the hosting of important sports tournaments in order for countries with poor human rights records to convey a positive and modern image to the world. This image acts as a facade that covers and washes away the horrible realities of these countries. We have seen this in the case of the 2022 World Cup in Qatar, which concealed discrimination against women and the LGTBQI+ community, as well as serious violations of migrant workers’ rights under the kafala system.

The Bahraini Government continues to attach great importance to the Bahrain Grand Prix and to link it with its progressive discourse and façade reforms. In this regard, the government has proved it will resort to any measures, including crackdowns on freedom of expression through arbitrary arrests, torture and violence that amounts to murder against critics, to maintain its international prestige. 

Abdulhadi al-Khawaja, and many more like him, are victims of Bahrain’s system of oppression. He must be immediately and unconditionally released, since the only crime he is accused of is the peaceful exercise of his right to freedom of speech, association and assembly.

The ‘We Race for Freedom’ initiative includes advocacy engagements with the governing body of motorsports, Federation Internationale de l'Automobile (FIA), F1 drivers and public diplomacy, in collaboration with other non-governmental organizations, as well as social media activities. United, we will pressure the Bahraini authorities to end the wrongful imprisonment of Abdulhadi al-Khawaja and immediately and unconditionally release him. 

For more information or to arrange an interview, please contact us at bahrain.advocacy@ecdhr.org.

Check our Twitter account @ECDHRbxl and Instagram account @ecdhr.bxl for updates on the campaign and Mr. Al-Khawaja’s case. 

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