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05/04/2023 09:30:00

Ferrari, Mercedes, Dallara. Aldo Costa si racconta: «Mi era rimasto un sogno»


News di Giuseppe Canetti

Aldo Costa lavora presso la Dallara dal 2020, ricoprendo la posizione di Chief Technical Officer, ovvero quella di direttore tecnico. La stessa che lo ha reso celebre in Formula 1, o meglio la figura più vincente in assoluto nella storia. L'ingegnere emiliano ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport in cui ha parlato delle principali vicende del mondo dei motori. Vi proponiamo un estratto delle sue parole riguardanti le parentesi trionfali in Ferrari e Mercedes, nonché la sua nuova attività.

Le parole di Aldo Costa

Trent'anni in Formula 1, tre bellissime esperienze, in Minardi, Ferrari e Mercedes. Poi l'addio al Circus nel 2019, per inseguire altri obiettivi. "A quel punto mi era rimasto un sogno nel cassetto: avvicinarmi alle macchine sport, nei campionati americani, a Le Mans. E quindi in realtà mi godo questa fase", rivela Costa ai microfoni della Rosea. Nel corso della sua lunga esperienza nella massima categoria motoristica, l'ingegnere nativo di Parma ha inanellato ben 26 titoli iridati, 14 con il Cavallino, 12 con le Frecce d'Argento. "Sono numeri che fanno impressione anche a me. Ho partecipato a due cicli vincenti, ed è stato bellissimo dare il mio contributo a entrambi. Che in comune avevano il grande affiatamento. Due periodi fantastici", afferma.

Sulle differenze tra Ferrari e Mercedes: "Alla fine i due gruppi di persone avevano lo stesso obiettivo e molti criteri simili: mi viene di più da pensare in questo senso. Sia nell’uno che nell’altro caso ho fatto parte di gruppi di persone di alta esperienza e di alto livello in grado di collaborare in modo estremamente costruttivo, estremamente positivo. Rispettandosi gli uni con gli altri, e con tanta stima. E quando è così si costruisce una cultura che fa crescere l’ambiente. Sono stati due momenti della mia vita molto simili, molto più simili di quanto si possa credere".

Recentemente, rivivendo la sua esperienza in Mercedes, Costa ha raccontato un aneddoto secondo il quale tutta la squadra rimase alcuni giorni chiusi in un hotel di Oxford che era stato una prigione. I colleghi di Gazzetta lo stuzzicano domandandogli «Cose così in Ferrari esistevano?». Lui risponde: "No, forse no. Ma anche perché l’epoca Mercedes è stata diversi anni dopo, nel frattempo i criteri di management si sono evoluti. Piuttosto è vero che in Ferrari c’era una struttura molto gerarchica, in Mercedes la gerarchia esisteva, ma per tutti gli aspetti tecnici si era più che altro organizzati in gruppi di lavoro".

«In Ferrari c’era la cena da Todt…», ammicca Gazzetta. E Costa annunisce: "Sì, certo. I momenti ludici c’erano, come la tradizione di andare a sciare tutti insieme con anche i piloti in Val Gardena prima dell’inizio della stagione: era un modo di fare team building".

Dicevamo in apertura, Costa attualmente ricopre il ruolo di direttore tecnico della Dallara, che nell’endurance costruisce le auto per la General Motors, col marchio Cadillac, e per la Bmw. A Daytona ne ha schierate 5 delle 9 totali in pista. "Un’impresa veramente epica", commenta l'ingegnere. Poi aggiunge: "Un lavoro di gruppo eccezionale, soprattutto in questo contesto storico e internazionale in cui reperire materiale è difficile. E poi c’è l’aspetto della riservatezza di un team nei confronti dell’altro: un processo che richiede regole chiare, con due gruppi di lavoro separati che hanno mandato di non comunicare con l’altro. Solo tre persone, me compreso, sanno tutto di entrambi i progetti".

In conclusione spiega: "In Formula 1 la cosa difficile era andare in profondità dei progetti. Qui i progetti sono molti di più, e spesso nell’investigazione capita di fermarsi prima. Anche se abbiamo un centro di ricerca e sviluppo all’avanguardia. È una bella sfida, con l’obiettivo, insieme a tutti i colleghi, di portare la Dallara a un livello ancora successivo. Ai miei collaborati ripeto che in tutti i nostri tanti ambiti dobbiamo spingerci fino al limite della tecnologia nota. Con l’obiettivo di attrare sempre di più le grandi case a collaborare con noi".

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