Il 2023 della Ferrari si sta rivelando, almeno in virtù dei risultati delle prime tre gare del mondiale, complesso e difficile da gestire. Gli uomini della Scuderia, ad oggi, stanno facendo i conti con una SF-23 lenta e ricca di problemi e che, malgrado i proclami invernali, si sta rivelando incapace di lottare sia con la Red Bull sia con squadre come Aston Martin e Mercedes.
Stante l'attuale stato dell'arte, il Cavallino ha raccolto solo pochi punti nel corso dei primi tre GP: ha mostrato scarse prestazioni nelle due tappe mediorientali (dove la monoposto ha accusato mancanza di carico e problemi di gestione gomma), mentre in Australia, dove la situazione sembrava migliore (con una vettura a livello dei rivali) non sono stati raccolti punti a causa delle varie situazioni verificatesi.
Ad oggi, il team italiano ha all'attivo solo 26 punti e si trova costretta, oltre che a rincorrere i rivali, a gestire la delusione mista a pressione all'interno della GeS e il grande malcontento dei tifosi che, per l'ennesimo anno sono stati costretti a rimandare i loro sogni iridati. Un malcontento che, come da noi riportato, ha espresso in modo deciso, e talvolta duro, Lapo Elkann (fatello del presidente Ferrari John Elkann) sul suo profilo Twitter.
"La Ferrari ha bisogno di cuore, serietà e una squadra vincente, nei box e fuori. È ora di darci una svegliata, basta con politica e giochini, così non si vincerà mai!", era stato lo sforgo del fratello minore del numero uno di Maranello.
Uno sfogo su cui si è espresso, nel suo blog 'Profondo Rosso', Leo Turrini che non si è detto affatto sorpreso dalle esternazioni di Lapo. Al contrario, il cronista ha apprezzato le parole del rampollo di casa Agnelli poiché figlie della sua grande passione per il Cavallino e, dunque, espressione della sua (così come quella di milioni di tifosi) delusione per la situazione attuale del team.
"Non mi meravigliano le rumorose uscite di Lapo Elkann sulla Ferrari presieduta dal fratello John. Conosco Lapo da quando era un ragazzino. [...] Proprio perché lo conosco, so che la sua passione per le corse è sincera, per lui le delusioni delle Rosse sono una ferita che sanguina".
Parole, di fatto, espressione della passione e dell'attaccamento di Lapo alla "causa Rossa". Elementi che, almeno in apparenza, sembrano difettare agli attuali vertici dell'azienda: il presidente John Elkann e il CEO Benedetto Vigna. Per questo Turrini, malgrado le oggettive difficoltà, vedrebbe di buon occhio la figura di Lapo Elkann in un ruolo di primo piano in Rosso.
"La diversità caratteriale rispetto al fratello presidente non potrebbe essere più netta. Ma, da un punto di vista emotivo, non stonerebbe, il cadetto, in un ruolo di responsabilità a Maranello. Ovviamente non credo ci siano le condizioni".
Una candidatura difficilmente realizzabile ma che, quantomeno in termini di passione e coinvolgimento, sarebbe gradita e, forse, utile anche nell'aiutare i tifosi a riconoscersi in una dirigenza che, mai come oggi, appare distante e disinteressata agli aspetti sportivi dell'azienda.
"Avere un leader che si immedesima con un sentimento collettivo aiuta. Show us you care, John".
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