Ci interessa meno di zero che l’editore del periodico “Die Aktuelle” si sia scusato con la famiglia Schumacher e che la giornalista Anna Hoffmann sia stata rimossa dall’incarico, in modo tale da immolare un capro espiatorio sull’altare della pubblica indignazione.
Ci interessa e ci preoccupa un altro aspetto della vicenda, che è stato soltanto sfiorato poiché l’attenzione del pubblico di tutto il pianeta era focalizzata sull’indignazione, peraltro sacrosanta, per lo stratagemma grafico, contenutistico, ovviamente amorale e alla fine anche poco scaltro, molto poco, per mezzo del quale la testata ha ottenuto una così grande attenzione, attraverso un titolo “sparato” a caratteri cubitali circa il “ritorno” del pluricampione del mondo di Formula Uno al rilascio di dichiarazioni pubbliche, con trafiletto microscopico nel quale si precisa che questa “intervista” è stata realizzata attraverso un’intelligenza artificiale. L’aspetto che ci preoccupa, dopo questo preambolo doveroso, è che per la prima volta è accaduto, in modo peraltro spudorato: è andato in scena il “giornalismo” affidato a un elaboratore. È stata sdoganato l’affidamento di resoconti, concetti, visioni, previsioni, interpretazioni (in questo caso anche dei pensieri dell’intervistato). Un raccontare non umano, che secondo i tanti che detestano la stampa sarà sicuramente più obiettivo; pazienza se gli uomini ne saranno solo fruitori e non produttori.
Pensate agli eventi sportivi, commentati e interpretati da un dispositivo che non avrà le nostre inclinazioni, il modo soggettivò di interpretare la realtà, la visione cosiddetta “di parte” rispetto a un’altra che legge determinati episodi o eventi in modo finanche completamente opposto. E, nello specifico, pensate allo sport che seguiamo con tanta passione su questo sito: ciò che gli uomini riescono a fare con le macchine; o, meglio: fino a dove gli uomini possono portare le macchine, quale soglia raggiungono per poi superarla. La nostra ammirazione, il modo di rendere l’idea del fascino che il mondo delle corse ancora comunica, laddove il racconto degli uomini colora una vicenda che non è soltanto un resoconto dell’efficacia dei dispositivi tecnologici e della consumazione dei battistrada.
Pensate, fino a quando sarà necessario (o lecito) farlo.
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